Editoriale: La nostra vita felice
La nostra vita felice
Editoriale Sentieri di Caccia settembre 2015
Calendari venatori nel mirino, la revisione dei Key Concepts sotto i riflettori, la regolamentazione della cattura dei richiami vivi al Senato, ricorsi su ricorsi (per citarne uno, quello di Federcaccia mirante a dichiarare l’incostituzionalità della legge regionale n° 37 del 12 settembre 1997, che ha attribuito il riconoscimento all’Associazione Cacciatori Veneti-Confavi, dichiarato, lo scorso luglio, inammissibile dalla Corte Costituzionale), l’Europa e la caccia italiana nel vortice delle polemiche, il tema caldo della caccia in deroga, tutte questioni bollenti che al momento di andare in stampa imperano sui principali siti internet e blog dedicati alla caccia italiana.
Di tutto questo ne diamo informazione sul nostro sito caffeditrice.com e sulle pagine di Sentieri di Caccia, e dedichiamo invece queste righe a riflessioni più “emotive”.
Siamo finalmente arrivati al fatidico giorno tanto atteso: l’inizio della nuova stagione venatoria. Un momento comunque felice, che anno dopo anno si rinnova nella vita di ogni cacciatore; agognato, atteso, desiderato. E questa naturale felicità, intrinseca alla nostra passione, l’ha ben spiegata il filosofo e saggista spagnolo José Ortega y Gasset (1883-1955) indagando sulla natura della caccia (Sobre la caza - Discorso sulla caccia).
Guardando alla storia dell’uomo, Ortega si domanda quali siano state le forme della vita felice predominanti che lo hanno accompagnato nel suo cammino; questione rilevante per un filosofo, perché nelle occupazioni che danno la felicità si rivela la vocazione dell’uomo. E nei momenti di pausa dalle fatiche del quotidiano, sempre e ovunque osserva come l’uomo abbia messo in atto un eguale e limitato repertorio di attività piacevoli, attività che, appunto sempre e ovunque, hanno rappresentato la concretizzazione della “vita felice”. Tutti, indifferentemente aristocratici “massimamente liberi” (ovvero con grandi porzioni del tempo della vita riservate al godimento) e uomini “normali” appartenenti a qualsiasi classe sociale hanno fatto o desiderato di fare una serie di attività ludiche e gratificanti per il raggiungimento della propria felicità che si possono sostanzialmente restringere a quattro categorie: caccia, danza, sport e conversazione. “Si analizzi come si voglia il lungo e ininterrotto fluire della Storia - scrive Ortega - e si vedrà che anche il borghese e il miserabile di solito han fatto della caccia la loro più gradita occupazione”.
La caccia oggi è cambiata e come è naturale per tutte le cose, ha seguito l’evoluzione degli eventi. I cacciatori sono spesso divisi su questi argomenti (come si può vedere anche leggendo le interviste pubblicate su questo numero di Sentieri di Caccia, rilasciate da un gruppo di cacciatori a proposito del tema dell’apertura), ma tutti siamo però ancora consapevoli che la terza domenica di settembre rappresenta simbolicamente “la forma della vita felice”. E allora godiamoci questo momento, fino in fondo. E se questo sentimento è nel contesto attuale ancora immutato, riflettiamo sul fatto che parlare del tramonto della caccia è solo un eccesso di pessimismo. E’ tramontata sicuramente la figura romantica del cacciatore, senza briglie, calendari, ristrettezze, tasse e con tanta selvaggina a disposizione… Ma tutto questo fa parte di un mutamento in cui siamo imprescindibilmente dentro, che però non ha mutato la voglia di anelare alla felicità che la caccia regala. Felicità che è reale quando, col fucile in spalla, facciamo quello che più ci piace. Ci sono regole da rispettare, ma non per questo possiamo dire di essere meno felici di esercitare il nostro diritto alla caccia. E rispetto a tutti coloro che con un astio a volte ingiustificato ci puntano il dito contro, non solo esercitiamo un diritto, ma anche un privilegio, perché noi cacciatori sappiamo bene come, anche nei momenti difficili del quotidiano, davvero esista ancora una possibilità di vita felice. Ed è per noi.
La redazione
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Category: Libri/Riviste
Comments (1)
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…ma tutti siamo però ancora consapevoli che la terza domenica di settembre rappresenta simbolicamente “la forma della vita felice”.
Salutiaaamo
——————————————————— La forma della vita felice dell’apertura esisterà per voi ! Ma non potete permettervi di dire per tutti. La caccia ha subito l’evoluzione degli eventi (come dite voi) ma solo in Italia c’è stata l’evoluzione delle strette dei modi, tempi e giorni, cosiddette salva fauna, in tutti gli altri paesi europei la caccia si che è ancora vera vita felice.