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R.Grassi: i nostri capponi di Renzi

| 27 maggio 2015 | 7 Comments

Proposte e progetti
I NOSTRI CAPPONI DI RENZI
La paradossale situazione venatoria italiana ed i suoi fagiani tuttio d’oro. Gli ATC come le riserve indiane? C’è chi sostiene che sarebbe opportuno abolire eventuali indennità ai presidenti, limitare l’incarico a due mandati ed imitare quanto fatto dal Presidente del Consiglio con le Province.

…e dava loro di fiere scosse, e faceva sbalzare quelle teste spenzolate;
le quali intanto s’ingegnavano a beccarsi l’una con l’altra,
come accade troppo sovente tra compagni di sventura”.
I Promessi sposi- Cap. III

Rodolfo Grassi

Il conto spaventerebbe persino Matteo Renzi perché nessuno ha mai calcolato quanto costerebbe il nulla osta a cacciare in tutta Italia pagando, se la legge lo consentisse, il lasciapassare ad ogni ATC. In Lombardia all’incirca 5 mila euro, poco meno di dieci milioni delle lire di un tempo oramai dimenticato, tanto quanto dieci mesi di pensione sociale. Sommandovi le altre zone d’Italia si salirebbe a vette di spesa da capogiro per una cinquantina di giorni virtuali in cui sarebbe consentito catturare non più di due capi per uscita ma, in alcuni territori, con un limite a stagione. Insomma, un fagiano tutto d’oro costerebbe forse meno.

Ed è la desolante immagine della caccia che ha inventato, espiandola poi come condanna, l’autogestione nel grande progetto di render tutti responsabili e sta invece sempre più virando verso un affresco affollato di controfigure fuori tempo simili a poveri diavoli delle riserve indiane.

Perché hai un bel dire ma ogni Atc rischia di diventare uno steccato chiuso riportando la caccia a quella economia curtense che caratterizzò il Medioevo. Ciascuno nel suo campicello che gli avrebbe garantito il pane della miseria ma nessuno potendo diventar ricco si ritrovavano tutti poveri. Un egualitarismo all’ingiù che neppure il ministro delle finanze greco sarebbe capace di render ancor peggiore. Perché ai soldi ed ai recinti devi aggiungere le barriere degli egoismi locali tantochè il richiamo a Renzo Tramaglino che nello stupendo romanzo di vita del Manzoni si reca dall’avvocato Azzeccagarbugli portandogli quattro capponi da mettere in pentola rischia di diventare la nostra simbolica immagine allo specchio. Ma questi sono altri discorsi per altri tempi. Di sicuro qualcosa occorre fare. E qui c’è un accordo pressoché unanime sulla sinfonia unica della necessità di cambiare. Come agire e in che tempi invece trova tutti divisi, ciascuno nella sua repubblichetta difesa da mura edificate con ricevute di versamenti fatti dai cacciatori, ognuno nel suo campicello a seminar fagiani, sperar in qualche quaglia, immaginare il volo d’una brigata di starne o quel sospiro flebile e d’incanto dell’ala di beccaccia.

Accade perché si è innestato un meccanismo perverso in cui la benzina la mettono i cacciatori che pagano per la gestione (dai costi degli uffici alle indennità e rimborsi spese ai dirigenti e all’acquisto dei selvatici) dopo aver versato allo Sato una tassa per il porto d’armi uso caccia, ed alla Regione un’altra tassa per interventi non di rado occasionali e infine un’altra “tassa” ancora all’ATC o comunque alla direzione del “recinto” di caccia a cui accedere. Soldi che alimentano il bilancio e dei quali almeno la metà (il conto è necessariamente approssimativo) viene utilizzata per l’acquisto di selvaggina o il rimborso dei danni subiti dagli agricoltori o, infine l’acquisto di “coltivazioni in atto” o “miglioramenti ambientali”. Ed a decidere non sono i rappresentanti dei cacciatori che pagano ma la maggioranza che non di rado, sui singoli provvedimenti, risulta fatta da compagni di strada con una casacca diversa da quella delle associazioni di chi paga.

Gli interventi? Pochi e, alcuni, subito. La politica ( almeno questa volta) abolendo le Province ha dato un esempio, le proposte dei cacciatori sono in gran parte percorribili in tempi brevi. Accorpamenti degli Atc per terreni e zone omogenee, azzeramento delle indennità a presidenti e consiglieri riconoscendo loro solo il rimborso per viaggi, incarichi di non oltre due mandati, eppoi…Tanti i problemi, tante le soluzioni per non fare la fine dei capponi che …Ma questo tutti lo sanno.

Rodolfo Grassi

 

 

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Category: Libri/Riviste, Lombardia

Comments (7)

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  1. Ferdinando Ratti scrive:

    Presidente Grassi,Benvenuto nel club di chi era contrario agli ATC già nel lontano 1993.
    Purtroppo il motto della sua associazione (per sete di potere)era ed è “divede et impera”
    Modifica fondamentale della legge 157/92 è 26/93 della Regione Lombardia.
    Il più presto possibile!!!
    un caro saluto
    Ferdinando Ratti
    presidente provinciale
    Italcaccia Como-Lecco

  2. Bekea scrive:

    Mi scusi sig.Grassi , ma solo lei nella Fidc si è accorto che la politica della sua AV in questi 23 anni è stata fallimentare per la caccia in Italia. Ha mi chiesto ai suoi dirigenti nazionali perchè ( nonostante le 834.000 firme di cacciatori a sostegno )hanno contrastato e fatto ritirare la proposta presentata da Orsi, per la modifica della 157.Il famoso tavolo degli stakeholders, dove la Fidc assieme ad Arcicaccia,Italcaccia, Legambiente,Lipu,WWF,Fareverde,Cia, Coldiretti,Confagricoltura,hanno espresso parere negativo sulla modifica della 157.Queste sue lamentele mi sembrano soltanto lacrime di coccodrillo, di chi è causa del suo male.Forse solo azzerando tutte le cariche dei dirigenti nazionali e regionali che si mantengono con la caccia si può tentare di risollevare le sorti della caccia.Se non si fosse capito la base, quella che ancora paga le loro poltrone, è incazzata, e stanca di essere coglionata da simili dirigenti.

  3. Giacomo scrive:

    Bisognerebbe trovare il sistema di cambiare le cose quando lo vogliono i cittadini paganti, ai quali si oltraggiano i propri diritti (come per esempio una caccia libera e regolamentata in tutta la nazione), senza ricorrere alla violenza. Fino ad ora lo abbiamo fatto cercando di discuterne sui vari blog, ma non abbiamo avuto nessun risultato non ostante tutto ! :-? Salutiamo

  4. Alessandro Federighi scrive:

    Okkio presidenteeeeeeee!!!!!!!qualcuno potrebbe accusarla di terrorismo venatorio :-D :) ……..oppure di sovversione :-P ……….Sa la gestione……..i capponi,cocorite,gallinelle nane e conigli bianchi……..gestione si……ossequi

  5. Mario Bartoccini scrive:

    Accondiscendenti e sordi, hanno sempre legato il “somaro” ove imponeva il padrone: ignorante e partitico
    Noi no!!!

    Sin dal momento in cui guitti dirigenti venatori locali annusarono interessi personali e acritico servilismo.

    Allorquando snelli ed operativi ATC, furono trasformati in sordide entità servili alla pedanteria.

    Spazzando via definitivamente il valore del volontariato e la tensione operativa, evidentemente alternativa al marciume bizzoco degli ATC sovrapposti alle funzioni istituzionali delle province.

    Cosicché le cricche malsane, nel corso degli anni, hanno gravemente offeso l’ideologia operativa del Club Cacciatori “Le Torri” e svilito la dignità del contesto venatorio nel suo insieme.

    Eppure crediamo nel futuro! Cordialità.

  6. botta vincenzo scrive:

    Di fronte a tanta prosa forbita che si traduce in un nulla assoluto che dire?? Dire che la Federcaccia in Lombardia ha fagocitato di fatto gli ATC con i suoi innumerevoli rappresentanti ammantati sotto le sigle più disparate, che gli stessi rappresentanti hanno di fatto creato tutti i presupposti per “l’escludendum” dagli ATC “ricchi”, che la pratica “pronta caccia” in diverse province è ciò che sostiene da anni l’associazione di cui il Dr Grassi è anche VicePresidente Regionale ecc….ecc… Questa però è dietrologia e non mi interessa. Guardiamo al futuro concretamente, meno parolone, la terapia non è semplice e le proposte ancora più difficili perchè tornare al passato non è possibile e noi abbiamo troppi dirigenti che si attardano sui ricordi. Tutti sappiamo che se avessimo un minimo di bonus pater familias (mi scuso per la parolona ma mi sono fatto prendere la mano dal Dr. Grassi, semplicemente vuol dire buon senso)), l’unica alternativa per tentare di dare risposte passa innanzitutto dalla “massa critica” che possa numericamente (pesando quindi politicamente) affrontare le sfide che ogni giorno ci vengono poste. Quali proposte riteniamo di mettere in campo per la caccia del futuro che sia condivisa non tanto da coloro che vogliono abolire la caccia ma dalla società più in generale disposta ad accettare un’attività venatoria consapevole e responsabile? A ciò non si risponde con le rivendicazione di primogenitura che possono interessare solo gli addetti ai lavori. In fondo uno dei nostri mali è quello di continuare a parlare solo a noi stessi dandoci sempre ragione. Abbiamo bisogno di dirigenti che sappiamo attualizzare la situazione e che siano in grado,uniti, di proporre soluzioni concrete che tengano conto della responsabilizzazione della categoria e soprattutto che la a rivendicazione delle tessere è una battaglia tra poveri e come la storia ci insegna è una battaglia persa. Questo credo si aspettino i cacciatori da parte dei dirigenti di qualsiasi associazione siano.

  7. paolo scrive:

    Cosa succede? State aprendo gli occhi? Come mai solo ora? Per quello, meglio tardi che mai……..certo che magari adesso qualcuno si accorge di quello che ha fatto e comincia a cambiare idea. Bah!! Il latte è versato…….

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