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Casole d’Elsa (Si): il futuro della caccia in Val d’Elsa

| 24 settembre 2014 | 8 Comments

Casole d’Elsa (Si): il futuro della caccia in Val d’Elsa

ASSEMBLEA PUBBLICA VENERDI’ 3 OTTOBRE sul tema:

Il fagiano e la piccola selvaggina stanziale: il futuro della caccia in Val d’Elsa

alle ore 21.00 - presso il Centro Congressi - Via Casolani, 32 - a Casole d’Elsa (Siena)

Occorre, innanzitutto, sottolineare come la campagna senese, e soprattutto quella della Val d’Elsa, conservi ancora caratteristiche ecologiche e paesaggistiche tali da renderla unica nel panorama nazionale. In particolare la Val d’Elsa si caratterizza ancora oggi per una elevata diversità ambientale (biodiversità) che è il fattore essenziale per qualsiasi ipotesi di rilancio faunistico e venatorio della piccola selvaggina stanziale.

D’altra parte la Val d’Elsa fino a pochi anni orsono era, dati alla mano, l’area della provincia di Siena più ricca di piccola selvaggina stanziale. Le Zone di Ripopolamento e Cattura della Val d’Elsa erano le più popolate della provincia in termini di lepri e fagiani, senza contare che in esse vi erano ancora popolazioni selvatiche di starne fino all’inizio degli anni ’90 del XX secolo.

Le trasformazioni ambientali intervenute nell’ultimo decennio spiegano solo in parte il declino di queste specie nell’area della Val d’Elsa. Un così breve lasso tempo, infatti, non può di per sé avere un effetto biologico così eclatante quale quello che si registra oggi nei territori valdelsani. E’ dunque forse il caso di registrare tra le cause di questo declino anche delle insufficienze gestionali che devono essere urgentemente superate ricercando nuove strade.

La caccia è da sempre per le zone della Val d’Elsa un elemento di rilevante importanza storica, sociale, culturale ed economica. Occorre quindi vivificarla, togliendola da un crescente, quanto negativo, isolamento e discredito. Al contrario bisogna trasformarla in un fattore positivo di crescita e promozione del territorio.

La ricchezza culturale e civile che contraddistingue storicamente i comuni e gli abitanti, e tra essi naturalmente i cacciatori, della Val d’Elsa, obbliga ad unire tutte le forze locali per promuovere e sostenere coraggiose, quanto innovative, trasformazioni nella gestione faunistica e venatoria del territorio.

In questo momento di rilevanti trasformazioni economiche, sociali ed istituzionali, con la fine della Province (almeno così come le abbiamo conosciute fino ad oggi), non è possibile rimanere ancora spettatori passivi di un rovinoso declino, occorre reagire alla crisi in tutti i modi e in tutti i settori e quindi assicurare un futuro positivo in Val d’Elsa anche alla caccia alla piccola selvaggina stanziale.

L’Amministrazione Comunale è lieta di invitare:
le Associazioni Venatorie provinciali e le loro rappresentanze locali, le Associazioni Agricole, l’Ambito Territoriale di Caccia n.17, l’Assessore provinciale alla caccia e la Dirigente del Servizio Risorse Faunistiche, i Sindaci dei Comuni della Val d’Elsa, i cacciatori del nostro comune e dei comuni vicini

Durante la serata sarà presentato il libro di Roberto Mazzoni della Stella - “ La gestione faunistica e venatoria del fagiano

 

 

 

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Category: Incontri/Dibattiti, Toscana

Comments (8)

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  1. Springer scrive:

    Il libro e’ bello e ricco di indicazioni….ma se poi non se ne mette in atto nemmeno una a che serve…? :roll:

  2. osservatore scrive:

    qualcosa si muove…….

  3. franc scrive:

    E’ importante seminare, i raccolti verranno in futuro.
    Francesco Marcazzan

  4. Fagianaio scrive:

    Se Mazzoni della Stella, tecnico competente, si mettesse umilmente a disposizione delle Associazioni e dei cacciatori rinunciando alla recondita intenzione di impartire a tutti una lezione di efficienza, forse, e dico forse, potrebbe favorire concretamente un cambiamento di cui si avverte un assoluto bisogno.
    Senza questo salto di qualità assisteremo nuovamente ad un film già visto molte volte: un nulla di fatto e un suo indispettito ed orgoglioso autoallontanamento.

  5. Fagianaio scrive:

    …salvo poi smaniare per tornare sulla scena…

    • Springer scrive:

      Non conosco direttamente l’autore e non entro nel merito della questione che hai sollevato . Voglio fare semplicemente un ragionamento veloce e terra terra…Di quelli comprensibili anche al piu’ inetto Presidente o appartenente a Comitato di Gestione di un qualsiasi ATC italiano : Uno scrive un libro ( che io ho letto ) dove viene spiegato nei minimi dettagli la gestione della stanziale alata ( Fagiano soprattutto ). Cosa si deve fare e cosa non si deve fare se si vogliono ottenere dei buoni risultati. Il perche’ bisogna fare una cosa e il perche’ non bisogna farne un altra. Tutto spiegato nei minimi dettagli , semplicemente e senza tanti fronzoli. Alcune cose facilissime da realizzare. Altre poco piu’ difficili ma con un po’ di collaborazione e buona volonta’ da parte di tutti ( cacciatori e agricoltori ) non irrealizzabili. Indipendentemente dal carattere e/o dalla voglia di protagonismo dell’autore ( stando a quanto dici ) credo sia piu’ che sufficente per iniziare a far qualcosa. La sua esperienza e conoscenza l’ha messa a disposizione di tutti. Tocca ai Comitati di Gestione mettere in pratica le sue indicazioni…. :wink:

  6. fernando scrive:

    Penso che il Signor. Roberto Mazzoni Della Stella, prima di tutto dovrebbe spiegare quali sono le cause del perchè siamo arrivati a questa carenza di selvaggina, e perchè non siamo intervenuti prima, e quali sono i perchè.

  7. fernando scrive:

    Rileggendo attentamente questo documento mi sono accorto della trappola che alcuni dirigenti di Associazioni Venatorie e Governatori locali stanno tendendo al mondo venatorio. La trappola stà in questa frase sottostante,dallo sritto appare chiaro dove vogliono portare l’attività venatoria.

    LA TRAPPOLA SI CHIAMA DISTRETTI PER LA PICCOLA SELVAGGINA.

    LA FRASE E’ LA SEGUENTE:

    La ricchezza culturale e civile che contraddistingue storicamente i comuni e gli abitanti, e tra essi naturalmente i cacciatori, della Val d’Elsa, obbliga ad unire tutte le forze locali per promuovere e sostenere coraggiose, quanto innovative, trasformazioni nella gestione faunistica e venatoria del territorio.

    Un appello a tutti i cacciatori non facciamoci usare ancora per i loro interessi politici.

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