CINGHIALI IN PIAZZA DUOMO
Cinghiali in piazza Duomo a Firenze, la protesta della Coldiretti
Manifestazione degli agricoltori contro l'”invasione” degli animali selvatici: “Distruggono le coltivazioni, uccidono gli allevamenti e provocano incidenti”di Samuele Bartolini

FIRENZE. Una coppia di cinghiali in piazza Duomo a Firenze, tra i turisti, con gli agricoltori della Coldiretti che, insieme al presidente nazionale Roberto Moncalvo manifestano per denunciare l’invasione degli animali selvatici che, spiegano “distruggono i raccolti agricoli, sterminano greggi e animali allevati, causano incidenti stradali nelle campagne ma anche all’interno delle città con pericoli concreti per gli agricoltori e i cittadini”.
“Noi seminiamo e i cinghiali distruggono” e “#riprendiamociilterritorio” si legge negli striscioni e nei cartelli della protesta. Allestita anche una esposizione con la top ten delle specialità alimentari distrutte, mentre trattori sono schierati sul lungarno Aldo Moro, fuori dal centro. Sotto accusa una situazione che Coldiretti definisce “insostenibile che sta provocando l’abbandono delle aree interne, con problemi sociali, economici ed ambientali con inevitabili riflessi sul paesaggio e sui prodotti tipici che rappresentano uno degli elementi principali di attrattività della vacanza Made in Italy.
La Toscana - si spiega - è stata scelta per la manifestazione nazionale perché è la regione che subisce i danni più gravi da animali selvatici”.
Coldiretti porta i cinghiali in piazza Duomo a FirenzeUna coppia di cinghiali in piazza Duomo a Firenze, tra i turisti, con gli agricoltori della Coldiretti che, insieme al presidente nazionale Roberto Moncalvo hanno manifestato per denunciare l’invasione degli animali selvatici che, spiegano “distruggono i raccolti agricoli, sterminano greggi e animali allevati, causano incidenti stradali nelle campagne ma anche all’interno delle città con pericoli concreti per gli agricoltori e i cittadin
“Vogliamo i fatti! Vogliamo i fatti!â€. 4mila manifestanti in piazza Duomo sotto Palazzo Strozzi Sacarati “armati†di palloncini, striscioni, volantini, arrivati da tutta la regione. Oltre 100 trattori che sfilano sotto la sede di Rai 3 Toscana in Largo Alcide De Gasperi. Almeno una decina tra assessori e sindaci - soprattutto dal pistoiese, dall’aretino e dal senese - in rappresentanza dei Comuni più colpiti dalle razzìe dei cinghiali.
Ma sono gli agricoltori della Coldiretti che stamani, martedì 2 agosto, erano in prima fila. L’invasione di Firenze è stata pacifica, ma il messaggio lanciato alla giunta regionale a colpi di slogan urlati dagli altoparlanti è stato forte e chiaro. Gli agricoltori vogliono i fatti, li vogliono per davvero, e non sono più disposti ad aspettare. Siamo in piena estate, le coltivazioni sono giunte a maturazione e la popolazione straripante dei cinghiali, dei caprioli, daini e cervi è diventata inarrestabile. A rischio solo nelle provincie di Firenze e Prato 18.500 ettari di vigneto (il 32% delle vigne toscane) di cui oltre 12.000 ettari destinati alla produzione di vini Doc e Docg. Sul filo del rasoio anche la produzione sui 50.000 ettari di seminativi delle due provincie.
E i cinghiali non rimangono più confinati nei boschi, stanno distruggendo le coltivazioni e si teme il peggio per settembre quando sarà il tempo della vendemmia. Eppure la legge anti-ungulati licenziata nel febbraio scorso dal consiglio regionale e fortemente voluta dall’assessore all’agricoltura Marco Remaschi ancora non funziona. Troppe pastoie buroratiche, troppi scaricabarile tra gli uffici della Regione e quelli delle Province. “I decreti attuativi non vanno nella direzione giusta e bisogna fare in frettaâ€, dice il direttore di Coldiretti Firenze-Prato Simone Ciampoli. “In un anno la popolazione dei cinghiali, caprioli, daini e cervi è quintuplicata e i nostri soci ci raccontano di cinghiali che pascolano liberamente nei prati a Torre del Lago, che fanno il bagno a Castiglioncello. Non lo possiamo più tollerareâ€.

Ma l’assessore all’agricoltura della Regione Marco Remaschi non si è fatto pregare. E’ salito sul palco improvvisato di un camioncino della Coldiretti e ha affrontato la piazza annunciando un provvedimento. “Ammetto che in questi giorni ci sono state troppe resistenze da parte dei cacciatori, ma la giunta regionale si è riunita – ha detto l’assessore - e ha modificato la delibera che semplifica tutte le procedure di intervento per contenere e abbattere gli ungulati. Da ora in poi sarà sufficiente un’autocertificazione da parte dell’agricoltore per far scattare l’intervento di abbattimento in poche oreâ€.
E saranno gli stessi agricoltori con regolare tesserino di porto d’armi, se i cacciatori non interverranno, a poter imbracciare il fucile e sparare sugli ungulati che invadono il campo coltivato. Una dichiarazione, quella dell’assessore Remaschi, che ha strappato gli applausi della piazza. Era quello che gli agricoltori della Coldiretti volevano sentirsi dire. Ma - come dice il proverbio – tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. A questo punto, per vedere se la delibera modificata sarà veramente applicata nei territori, non resta che attendere i prossimi giorni.
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gli agricoltori non si accorgono di essere presi in giro, per ridurre il numero dei selvatici che invadono le nostre campagne esiste un solo modo; la caccia in braccata, di qualunque specie si tratti.
Per ridurre i cinghiali basta toglire le zone smettere di governare togliere le are vocate e non vocate visto quello che la legge obbiettivo comportava, di fatto aumentava le zone vocate invece di toglierle diminuendo drasticamente quelle non vocate,riportare la caccia come prima senza obbligo di numero, cacciarli in tutti i tipi di divieto di caccia.
Chi dice che sarebbe un percolo sono quelli che coltivano cinghiali, causando molti più morti e feriti nelle strade che dall’ attività venatoria.
Basterebbe anche aprire la caccia gli ungulati dentro parchi e oasi, visto che coprono oltre il 40% del territorio agroforestale toscano.
Vere zone di riproduzione in man agl ambientalisti
Stanno mettendo i cacciatori di cinghiali in braccata contro i cacciatori di selezione
Nessuno se ne accorge ma i cacciatori sono i veri colpevoli con le dispute fra di loro
E basterebbe poco braccata nelle zone di caccia è girata e speco trolley nei parchi ed oasi
Invece gli uni contro gli altri e gli animalisti godono
Mi sembra di dire un’ovvietà ma le attività da compiere in definitiva, a mio avviso, risultano quattro:
1) attività di riduzione drastica della popolazione in tutte le aree protette nazionali e regionali che sono i naturali serbatoi di riproduzione della specie;
2) intensificazione della caccia in territorio libero;
3) azioni di autodifesa da parte degli agricoltori con abbattimenti e catture;
4) sistemi di protezione e ristoro dei danni.