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È GIUSTO CHE I BAMBINI VISITINO LA FIERA DELLE ARMI ?

| 17 febbraio 2016 | 9 Comments

HIT

 

È GIUSTO CHE I BAMBINI VISITINO LA FIERA DELLE ARMI ?
14/02/2016 Sì, secondo gli organizzatori dell’esposizione di Vicenza, in corso fra il 13 e il 15 febbraio. Basta che siano accompagnati da maggiorenni. Non mancano le proteste. Non solo della Rete Italiana Disarmo e dell’Osservatorio Opal di Brescia, ma anche della Chiesa vicentina: «È questo che vogliamo proporre alle future generazioni?», chiede la Commissione per la Pastorale sociale in una lettera ai cittadini. E il Comune di Vicenza, proprietario al 33% della società che organizza la Fiera, ha qualche ripensamento. Timido e tardivo.
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Stefano Pasta

Ospitare «i top brand del settore armi e munizioni» per «diventare l’appuntamento più importante in Europa per uno dei comparti produttivi strategici del Made in Italy». È quello che propone la Fiera di Vicenza dal 13 al 15 febbraio ospitando Hit Show 2016, la più grande fiera europea per la promozione delle armi per il pubblico generalista, con 31 mila visitatori lo scorso anno e 48 espositori esteri.

Ingresso libero per tutti, anche i minori; per i più appassionati, sarà addirittura possibile testare le novità in fatto di armi e munizioni, con «uno spazio esperienziale» per «la prova d’armi lunghe a canna liscia». Non solo caccia e sport, ma anche pistole per la protezione personale.

Mentre crescono i visitatori (+29% nel 2015 rispetto all’anno precedente), la Chiesa di Vicenza ha espresso tutto il suo disappunto. In una lettera aperta ai cittadini, la Commissione diocesana per la Pastorale sociale denuncia che «una mostra di questo tipo finisce per ingenerare confusione, rischiando di legittimare una cultura della violenza». E si chiede: «È questo che vogliamo proporre alle future generazioni? Vogliamo davvero formare i nostri ragazzi proponendo loro un’identità che vede il possesso di un’arma come forma di sicurezza e di difesa?».

Ricordiamocelo in occasione del prossimo fatto di cronaca che diventerà “emergenza”, o del dibattito sulla violenza giovanile che ne seguirà…

UNA FIERA CHE NON È NUOVA ALLE POLEMICHE
L’esposizione, promossa dall’Associazione Nazionale Produttori Armi e Munizioni in collaborazione con Assoarmieri e Conarmi, non è nuova alle polemiche. L’anno scorso, pistole e revolver facevano bella mostra tra i padiglioni, mentre bambini e ragazzini potevano impugnarle e gustarne “l’ebrezza”. Addirittura, nelle brochure disponibili tra gli stand, non mancavano le pubblicità di armi da guerra e di “law enforcement”. Per questo, l’Osservatorio Opal di Brescia, la Rete Disarmo, la Diocesi e alcune associazioni vicentine avevano protestato, interpellando il sindaco Achille Variati dato che la Fiera è una società controllata al 33% dal Comune e, con quote analoghe, dalla Provincia e dalla Camera di Commercio.

Qualche aggiustamento c’è stato: quest’anno i minori possono entrare solo se accompagnati da maggiorenni, in ogni caso non possono accedere al poligono di tiro e non devono maneggiare armi (la vigilanza è comunque affidata agli accompagnatori, non agli espositori). D’altro canto, se un comunicato della Fiera smentisce l’esposizione di armi militari per questa edizione (l’anno scorso c’erano delle copie), accanto a quelle sportive viene confermata la presenza di armi «ad uso civile (deterrenza e difesa personale)», seppur non «rese accessibili al pubblico generico» e «normalmente presentate in appositi corner riservati».

VA VIETATO L’INGRESSO AI MINORI. E LA FIERA DEVE DOTARSI DI UN CODICE ETICO

Inoltre, dopo le proteste, l’11 febbraio l’assessore vicentino alla Comunità e alle famiglie Isabella Sala si è impegnata a promuovere un codice di responsabilità sociale e a ragionare ulteriormente sull’accesso dei minori. Tuttavia, non per quest’anno, ma per l’edizione del 2017: forse era opportuno pensarci prima dato che le polemiche risalgono a un anno fa. Infine, il Comune ha annunciato per la primavera un incontro di approfondimento sulla diffusione delle armi e la sicurezza pubblica. «Una decisione tardiva ma significativa», commenta Giorgio Beretta dell’Osservatorio Opal, «sarebbe stato più opportuno accompagnare l’incontro all’esposizione di questi giorni».

Aprire una riflessione sulla crescita della domanda di armi – anche in Italia, non solo nell’America delle stragi – era una delle tre richieste dell’Opal e delle associazioni. Le altre erano vietare l’ingresso ai minori, anche se accompagnati, e dotarsi (per il 2016, non rimandando all’anno prossimo) di un codice etico dettagliato. «Vuol dire», dice Beretta, «esplicitare con chiarezza i tipi di armi ammesse e quelle escluse, le modalità di esposizione (bloccate o estraibili, in teche chiuse o apribili) dei cataloghi pubblicitari che si possono diffondere per promuovere altre armi, i criteri di ammissibilità e di esclusione delle aziende, per esempio nei casi di illecito e corruzione».

L’impressione è che dopo le polemiche del 2015 si sia fatto qualche correttivo necessario, ma non ci si ponga il problema del rischio nel promuovere una “cultura delle armi” e il “gusto della violenza”. “Hit”, “colpire” in inglese, come dice il titolo dell’esposizione. È il punto su cui insiste la Diocesi vicentina: «Sembra prevalere», dice l’Ufficio guidato da don Matteo Pasinato, «una logica di mercato che giustifica il business senza alcuna preoccupazione etica. “I minori di oggi sono potenziali acquirenti di domani”: questo insegnano le regole delle pubblicità. Noi crediamo all’importanza di educare a una vita che punti sulla relazione positiva con l’altro. Questa rassegna potrebbe essere un’occasione per riflettere sul tipo di società che vogliamo costruire e sui valori che dobbiamo affermare».

 

http://www.famigliacristiana.it

 

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Comments (9)

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  1. peppola scrive:

    No stanno piu sicuri all oratorio :mrgreen:

  2. franc scrive:

    La conoscenza non ha mai fatto male a nessuno.

  3. leonardo scrive:

    Ho sparato il mio primo colpo di fucile con mio padre a 6 anni. Ne ho 54 e non ho mai fatto del male a nessuno.Chi associa la conoscienza delle armi con il male che esse possono provocare se usate male, lo fa in cattiva fede.

  4. Ferdinando Ratti scrive:

    Dobbiamo dire e far capire a don Matteo Pasinato, che forse i minori è meglio che visitino la Fiera di Vicenza, dalla quella usciranno per niente scandalizzati o scioccati,piuttosto che certi oratori gestiti da preti particolari.

  5. Tortoioli Claudio scrive:

    La chiesa pensi a risolvere le ruberie dei cardinali e le violenze verso i minori che ogni tanto vengono scoperte.
    La storia clericale è macchiata di orrori indicibili, ma quali appunti verso i minori, un vizietto di sostituirsi hai genitori molto diffuso.Che non tiene, non hanno famiglia ne moglie e non conoscono le difficoltà e tutto quello che rappresenta una famiglia.
    Giusto e bello portare i propri figli a visitare la fiera di Vicenza, un settore liider mondiale veri e propri gioielli siamo i primi produttori mondiali esportiamo il 92% della produzione.
    Quindi anche un esempio vincente di laboriosità impegno e concretezza, un insegnamento prezioso non solo chiacchiere e burocrazia come spesso sono costretti ad ascoltare i nostri giovani.
    Con grande piacere porto i mie figli tutti gli’anni a caccia village, vi assicuro che gli piace molto e traggono esperienze stimolanti che formative. Sostanzialmente è come visitare un azienda di automobili o cioccolatini, in questo caso sono armi sempre esistite nella vita dell’uomo basta usarle nel modo giusto e corretto come la caccia o lo sport, non vedo il problema. La vita stessa è un pericolo continuo sopratutto quando non si usa la testa, chi ha di queste paure è già un pericolo perchè non sa insegnare nulla.

  6. Mario Bartoccini scrive:

    Sono certo, e mi batto per questo, che l’arma è un ottimo deterrente per scoraggiare la criminalità comune.

    Sono certo, e mi batto per questo, che gli stessi limiti alla LEGITTIMA DIFESA devono essere abrogati, soprattutto nel contesto della propria abitazione e degli esercizi pubblici.

    Al di la della malavita, far prender conoscenza e coscienza ai nostri nipoti della forma e della pericolosità delle armi ritengo sia un dovere imprescindibile.

    Soprattutto in considerazione del fatto che i malviventi ed i guerrafondai sono sempre ben armati, sia con armi da sparo, sia con armi da taglio, sia con vere e proprie accette.

    Il buonismo culturale, distorce dal realismo della vita di tutti i giorni, allargando i confini operativi della peggiore delinquenza.

    Ho gran rispetto per Capitini e per i movimenti nonviolenti, fermo restando il diritto d’interpretare la propria vita e la socialità, in conseguenza dei pericoli reali che si manifestano più volte quotidianamente!

    La caccia è ben altro! L’arma da caccia consolida azioni indispensabili per mantenere inalterata la biodiversità che si è consolidata nei secoli in conseguenza dell’uso delle armi da caccia.

    Armi e salute mentale sono degne di fiducia!
    Di ciò sono intimamente certo!!!

  7. Boccamiastattezitta scrive:

    Ora pro nobis e …vedi d’annattene! :roll:

  8. agostino scrive:

    Il sottoscritto è nato in mezzo alle armi e ne conosco i piaceri sportivi,come la cautela che bisogna avere nel maneggiarle.La peggiore cosa che può succedere è avere la casualità/l’opportunità di maneggiarle senza avere un minimo di conoscenza.

  9. Gerardo scrive:

    Giustissimo, e da piccoli che si insegnano le cose ai Bambini specialmente cose pericolose e rispettarli con disciplina solo così si possono evitare delle stragi nella nostra società. (n)

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