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I buoni e i cattivi

| 21 novembre 2014 | 4 Comments

I buoni e i cattivi
Il novello “Roberto Begnigni” casareccio e i “signori” Rizzo.

Pasquale CinquegranaE’ bene chiarire che quanto sto per riportare è preso con beneficio d’inventario, nel senso che non ci è dato sapere se quanto riportato in un articolo apparso su “Ilmessaggero.it” è frutto della fantasia del redattore, sia una parte della verità e artefatta per poterla sfruttare e portare nuovo discredito su una categoria, quella dei cacciatori tanto per cambiare, o sia la verità nuda e cruda.

Credo che sia altrettanto innegabile che l’artificio usato da questo genitore si presta a più di una interpretazione, dando per scontato che sia andata così come riportato dal giornalista.
Questo è il sunto della versione data dal papà al giornalista del messaggero su quanto detto al piccolo per calmarlo dopo l’irruzione di 5 malviventi entrati in casa fracassando la portafinestra con una mazza: “Il genitore si è accorto dello spavento del piccolo è ha cercato subito di rasserenarlo. “Sono i cacciatori, stai tranquillo, non è nulla” ha cercato di spiegare il padre al bimbo, ma non vedendolo convinto si è inventato il gioco. “Guarda papà, noi siamo i buoni, loro i cattivi e ora giochiamo tutti insieme qui in casa”, ha spiegato il geometra al figlioletto che guardava la scena stupito. Il trucchetto ha funzionato e il bimbo è riuscito a stare più tranquillo in quell’ora durante la quale i banditi hanno rovistato in tutta casa”
Ora sembra evidente che mi ero fatto una mia idea sull’accaduto, e stavo già elaborando mentalmente un’analisi sul goffo ma pur sempre denigratorio tentativo di mettere sempre in mezzo i cacciatori.
Prima di decidermi a buttare giù il mio pensiero volevo accertarmi che ci fossero altri articoli dedicati a questo gravissimo episodio, e se fossero tutti improntati sulla stessa versione del primo, forse con sfumature diverse, ma che collimasse con il racconto già conosciuto.
Nel fare la ricerca ecco che arriva la sorpresa, mentre alcune testate riportano fedelmente lo stesso articolo da cui ho estrapolato la parte riservata a calmare il piccolo e riportata in precedenza, altre due riportano una versione diversa che a mio giudizio è più verosimile, e anche qui molto dipende dal lettore e da quale angolatura vede e giudica gli articoli.
Di queste due ultime una è: Cronachemaceratesi.it e l’altra è ilrestodelcarlino.it;
Ed ecco l’altra versione, quella che ritengo più veritiera:
“Ho sentito dei colpi fortissimi, mi sembrava che fossero dei fucili, così ho detto a mio figlio: vieni via stanno sparando. Ho pensato fossero cacciatori, invece dei banditi stavano prendendo a colpi di mazza la mia portafinestra”. Stando a questa versione il padre non ha mai usato la parola “cacciatori” con il figlio. e solo dopo gli è venuto in mente di tranquillizzare il bambino con il trucco del “gioco”.
Due modi diversi di fare giornalismo senza dubbio, ma anche di chi non si fa coinvolgere dalla moda imperante di un animalismo becero e insensibile verso gli uomini, dai sig.ri Rizzo di turno, dai Tozzi e via di questo passo.
Mi spiace quanto successo a Diego Moltrer, come sempre dico in questo casi: quando finisce un cacciatore, con lui va via un pezzetto di noi, è un pezzetto di storia venatoria che si chiude, e noi tutti lo siamo, dai nomi più illustri ai perfetti sconosciuti come me.
Mi associo a quanti con deferente commozione hanno porto le condoglianze alla famiglia del Presidente del Consiglio regionale del trentino.
Un uomo come sottolinea giustamente il senatore Franco Panizza che ha lavorato duramente per il bene del suo territorio.
Ma il mio dispiacere ha anche un’altra matrice, e unitamente ad un certo disappunto mi portano a fare una considerazione che può sembrare inopportuna alla luce di una si grave perdita.
Giacché sono anni che i cacciatori subiscono con ostinata protervia gli insulti più feroci e le umiliazioni più cocenti quando è un modesto e sconosciuto cacciatore a perdere la vita per una qualsiasi causa.
Anche loro meritano l’attenzione e il rispetto che si conviene.
E’ vero che abbiamo dei referenti a cui poterci rivolgere, e sempre si è levata da parte nostra una voce unica affinché prendessero posizione contro questi beceri codardi da tastiera, sperando portassero la nostra voce nelle sedi più competenti ed opportune.
Ma ahimè, ahinoi mai nulla è accaduto al riguardo.
A questo proposito voglio ricordare che anche i cacciatori sono dei lavoratori, che lavorano (quando sono fortunati) e si sacrificano, per la loro famiglia e per il proprio paese, che i lavoratori tutti sono la spina dorsale di questo paese, e sono i primi e quasi sempre gli unici, a pagare sulla loro pelle quando le cose vanno male.
Preferisco fermarmi qua, perché potrei arrivare a conclusioni su quanto esposto finora che io da cacciatore mi vergogno perfino di pensarle.
Spero vivamente che la politica ora possa provare trovare il modo di arginare tutti i Rizzo, i Tozzi e i giornalisti di bassa lega, come quello del primo articolo.

Pasquale Cinquegrana

 

 

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Comments (4)

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  1. Renzo scrive:

    Il “”giornalista” del primo articolo, come da Te citato è stato forse preso dalla frenesia dello scrivere per campare, senza pensare alle conseguenze , tra le altre cose di relativa importanza,che le sue strampalate parole ed accostamenti potevano far scaturire . Per quanto riguarda invece le parole usate dal Padre ( se fosse vero ) in questione , sinceramente non mi sentirei di condannarlo a priori. Avrebbe anche potuto inventare che sono gli abitanti di Vega che con le manone grosse bussavano forte per farsi aprire . Tranquillizzare un piccolo bambino per evitare conseguenze peggiori durante la crescita è essenziale ,in qualsiasi caso, usando qualsiasi parola venga in mente al momento. La cosa veramente preoccupante (e che sarebbe un bene trovare il modo di arginarne gli effetti ) è che la moda del momento è ormai usare la parola cacciatore in maniera totalmente negativa. Ma non sempre si ha l’intelligenza,o la semplice volontà, per pensarci su a priori .

  2. Nato cacciatore scrive:

    Ciao Renzo, per la verità non lo avevo condannato, anzi, però comunque sarebbe stato un tentativo goffo e da stigmatizzare. Ho tralasciato in seguito quello che stavo per scrivere, per essere sicuro di non cadere in un tranello, quello bellamente preparato dal primo pseudo giornalista, visto che non è la prima volta, e ne sarà l’ultima, che stravolgono la realtà per poterla utilizzare per i loro fini denigratori. Ho avuto ragione e fortuna, fortuna perché evidentemente qualcuno che non è asservito agli anilamati (ho animalato egli stesso) ancora c’è, in quanto sono incappato in quella che presumo sia stata la reale crono storia della rapina e delle sensazione e i pensieri di quel padre al momento che aveva sentito il fracasso che proveniva dalla sua portafinestra. (n)

  3. guysade scrive:

    vogliono levare di mezzo i cacciatori e le armi perche hanno interesse a non volere casini durante gli anni a venire italiani poveri si ma non armati ed incazzati…

  4. guysade scrive:

    APPECORIZZAZIONE POLITICA E SOCIALE

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