Siena: Caccia in deroga allo Storno fino a dicembre
Caccia in deroga allo Storno: consentito fino a dicembre
Obbligatorio comunicare il numero dei capi abbattuti entro il 10 novembre
SIENA. Il Settore Risorse Faunistiche della Provincia di Siena ricorda che, come stabilito dalla Delibera della Giunta Regionale Toscana n. 586 del 14 luglio 2014 i cacciatori dovranno provvedere a comunicare alla provincia di residenza il numero dei capi di storno abbattuti in deroga entro il termine ultimo del 10 novembre 2014.
Si ricorda inoltre che il prelievo in deroga dello storno (Sturnus vulgaris) è consentito fino al 14 dicembre 2014 e che deve essere effettuato con le seguenti modalità: solo nei vigneti, negli uliveti e nei frutteti a maturazione tardiva, nonché in prossimità degli stessi per un raggio di 100 metri; solo in presenza del frutto pendente e negli appezzamenti in cui sono in atto sistemi dissuasivi incruenti a protezione delle colture.
Il prelievo da appostamento dello storno è consentito ai soli cacciatori residenti in Toscana per un massimo di venti capi complessivi giornalieri e cento capi complessivi per cacciatore per l’intero periodo (prima giornata utile di caccia – 14 dicembre 2014) con l’uso di fucile con canna ad anima liscia fino a due colpi o a ripetizione semiautomatica, con caricatore contenente non più di due cartucce di calibro non superiore al dodici.
Tutti i capi prelevati devono essere segnati subito dopo il recupero nell’apposita sezione dedicata ai prelievi in deroga del tesserino venatorio regionale che dovrà essere riconsegnato al Comune di residenza al termine della stagione venatoria; al fine di monitorare l’andamento del prelievo il numero dei capi abbattuti dovrà essere comunicato entro il 10 novembre al servizio Risorse Faunistiche della Provincia di Siena, telefonicamente (0577-241418) o via fax (0577-45358).
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Comments (7)
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poi, prima di sparare devi contare le macchie, se ne ha + di 100 non puoi….. ma vaff…..
lo storno causa milioni di danni e devi fare tutte ste attenzioni…. ma vaff…
Articolo ingannevole, direi.. la delibera regionale recita: “di stabilire, al fine di monitorare i limiti di prelievo per la specie storno (Sturnus vulgaris) e
disporre l’eventuale sospensione anticipata del prelievo:
- che i cacciatori provvedano a comunicare alla Provincia di residenza il numero dei capi di
storno abbattuti in deroga entro il termine ultimo del 10 novembre 2014,
- che le Province trasmettano le risultanze del suddetto monitoraggio alla competente struttura
della Giunta regionale entro 17 novembre 2014″.
Ciò significa che, se il limite dei 60.000 storni è raggiunto prima, non chiude il 14 dicembre!!! il piccione domestico, invece, va direttamente al 14/12.
continuate a fare leggi leggine e interpretazioni di leggi…. così c’è la possibilità di qualche multa in più…
di storni ce né sono milioni… se non li vedete guardate per aria..
Amici cacciatori, sino a che non modifichiamo la 157/92 adeguandola ed inserendola nelle leggi della C.E con serietà scentifica, ai voglia di fare discussioni.
Io dico cosa aspettano le nostre Associazioni Nazionali a convocare il C.T.N.V e portare sul tavolo ed in parlamento europeo delle proposte di legge serie, cosa aspettano ad inserire nelle specie cacciabili, quelle che oramai non corrono più alcun rischio di estinzione vedi: Storno,Frosone,Fringuello,Peppola,Tordela, Marmotta,Oche,Tasso,Faina,specie dannose come il Piccione torraiolo,Svassi,Cormorani,Gabbiani per riportarli nella loro giusta densità agro forestale.
Alcuni anni fà in una riunione provinciale dissi che secondo il mio punto di vista,la selvaggina migratoria (nel mio caso le Allodole) andava gestita come fanno gli agricoltori con la coltivazione dei terreni cioè a rotazione.
Con una legge chiara e di facile interpretazione,
aprire la caccia per 1-2 anni ad una specie e chiuderla per 1-2 anni ad un’altra,la mia proposta venne accolta come se avessi bestemmiato in chiesa mentre era in corso la comunione.
Ora i fatti mi hanno dato ragione in lombardia il carniere giornaliero delle Allodole è di soli 16 capi a cacciatore, la metà dei capi di migratoria ammessi dalla legge regionale, non è stata fatta nessuna ricerca sullo stato di salute di Pispole,
Prispoloni,Calandri,Cappellace, per dimostrare con dati inconfutabili che la caccia è la causa della loro diminuizione.
L’esempio pratico io lo feci di un albero da frutta che se giustamente potato e curato da una certa produzione di rendita, se invece è lasciato a se stesso no.
Che invece di aumentare le quote associative degli ATC per acquistare fagiani pronta caccia da lanciare,bisognava lavorare per ripristinare l’habitat, non facendo pagare la quota d’iscrizione a quei soci che partecipano alle operazioni di ripristino come incentivo.
Fare un prelievo a rotazione di una specie anche di piccole quantità, permettendo nel frattempo ad all’altra specie il tempo di riprodursi ed aumentare!
Per alcune associazioni venatorie questi ragionamenti non interessano,a loro interessa solo avere più iscritti per il famoso ristorno dallo stato,o per dire io ho più associati quindi conto più di te.
Non interessa nemmeno gli animalisti e specie come il Lupo sono oramai una piaga per gli allevatori,i verdi pseudo ambientalisti,dove per loro se tagli degli alberi nel bosco, lo spoglio no lo puoi più bruciare sul posto, perchè questo va lasciato a se stesso,non puoi più abbassare dalla sabbia in eccesso il letto di fiumi e torrenti.
Poi succedono dissesti idrogeologici e disgrazie come in questi giorni.
un saluto
Ma dico perché in Puglia non si caccia in derroga lo storno? La nostra, forse, è una regione di serie b. Perché ci danno tre giornate fisse? Noi pugliesi siamo cacciatori di serie B, ma procaccia la miseria cia le tasse che paghiamo non sono uguali? Ma la nostra che regione è? Di serie B.
mi sembra che in puglia abbiano votato il comandante
orecchino….. dipenderà da quello…..
oppure agli storni pugliesi non piacciono le grasse olivastre…..
Amico ross è vergognoso, paghiamo le tasse, e poi? Vergogna!