Una spina nel fianco
Nei gruppi di “Uniti per difendere la caccia” oltre che animalari con falsi profili, albergano anche alcuni iscritti che appartengono anima e corpo alle AA.VV. riconosciute, forse anche loro con falsi profili o forse no, con il preciso compito di controllare ed intervenire contrastando con qualche post ad hoc laddove ne riscontrassero la necessità, hanno anche il compito di vigilare e riferire, in particolare quando ci sono precisi attacchi alle suddette.
È successo in alcuni casi che inserendosi in discussioni con post di rottura, hanno contribuito e non poco a rendere ancora più confuse le idee a quanti ancora oggi non sanno che pesci pigliare, sia perché intellettualmente pigri, sia perché si fanno ancora irretire dal canto delle sirene.
Questo serve a tenere i tanti indecisi nel limbo, nel senso che nel frattempo, continuano a pagare la tessera associativa alle riconosciute, pur avendo delle simpatie per il sindacato, ma senza intervenire fattivamente in favore dello stesso.
Allora! La domanda che molti si fanno è la seguente:
Se le associazioni nazionali, quelle grandi associazioni che vantano decine e decine di migliaia di iscritti, qualcuna anche centinaia di migliaia, mettono infiltrati nel gruppo di “Uniti” a controllare, questo vuol dire che hanno paura, hanno paura di un sindacato che vanta alcune migliaia di simpatizzanti su qualche pagina di FB, e alcune centinaia di iscritti effettivi (15 euro annuali) al S.V.I.?
Calma! meglio non correre troppo, è palese che non ne hanno paura, ma guardare dall’alto e da lontano chi può essere pericoloso non guasta, in fin dei conti il sindacato non può essere paragonato ad uno stiletto che conficcato nel cuore porta a morte certa, ma una spina nel fianco che procura un po’ di fastidio lo è di certo.
Da lontano, senza mai comparire ufficialmente, perché? Eppure è semplicissimo. Vi faccio un esempio recente a proposito della prima assemblea ufficiale del nascente Comitato dei cacciatori viterbesi.
Non me ne vogliano gli amici di Viterbo, perché è successo e continua ancora oggi anche con il S.V.I.
Come dicevo, in occasione della prima assemblea gli amici viterbesi non hanno mancato di invitare i rappresentanti delle associazioni, le quali a loro volta non hanno mancato di snobbare bellamente tali inviti. Il perché di un simile comportamento è subito spiegato.
Mandando dei rappresentanti ufficiali ad una riunione di alcune centinaia di semplici cacciatori, pur essendosi riuniti sotto una sigla di un nascente comitato, avrebbe dato alla stessa il crisma dell’ufficialità, in più avrebbe portato visibilità ad un evento ed a un comitato che visto i loro programmi e crescendo, potrebbe creare seri grattacapi.
Più o meno come sta provando a fare il sindacato dal giorno della sua nascita.
Se la memoria non mi inganna, le associazioni oltre a non aver mai risposto a nessun invito, non hanno mai fatto un comunicato ufficiale scagliandosi contro il sindacato, inoltre non hanno risposto mai a nessuna provocazione, ben consapevoli che tali atteggiamenti avrebbero dato importanza e fatto pubblicità ad un gruppo che pur creandogli piccoli fastidi, non ritengono di doversene curare più del necessario.
A tutt’oggi la forza dei numeri è dalla loro, per cui oltre che ignoraci, pur non mancando di spiare con i loro lacchè prezzolati, possono anche guardarci dall’alto in basso in quelle rare occasioni che si girano dalla nostra parte, ciò sempre stando alla logica dei numeri, perché dal punto di vista morale, hanno solo da doversi nascondere.
Tutto questo è possibile sempre e sopratutto perché noi cacciatori lo rendiamo possibile, e come già in passato ho scritto per un partito, ritenendo che non sia stato il partito a fallire, così vale anche per il S.V.I., se sarà costretto a chiudere i battenti, non sarà il sindacato ad aver fallito, ma a fallire saranno ancora una volta i cacciatori, perché non gli avranno dato la forza necessaria e il sostegno per potere agire nell’interesse comune.
Concludo citando un aforisma più che mai azzeccato nel nostro caso:
Non è nelle stelle che è conservato il nostro destino, ma nelle nostre mani (William Shakespeare)
Pasquale Cinquegrana
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Comments (10)
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Grande Pasquale… se i cacciatori capissero la passione che spinge il motore di questo gruppo… avremmo i numeri per contrastate chiunque nella varie sedi giurisdizionali…
Non possiamo che aspettare… ma non tanto, perché questa opportunità che ci siamo dati e che abbiamo voluto dare ai cacciatori può anche terminare… io sarò soddisfatto di aver fatto tutto il possibile e contento di aver conosciuto persone meravigliose. ..veri cacciatori.
Grazie con il cuore Pasquale.
Ciao grande Pasquale, ma non ti sembra che si stia ripentendo la storia di”Caccia & Ambiente” ?????
Un’abbraccio.
Ciao Marcello. Infatti come vedi alla fine un accostamento al partito l’ho fatto!
:( :(
Concludo citando un aforisma più che mai azzeccato nel nostro caso:Non è nelle stelle che è conservato il nostro destino, ma nelle nostre mani (William Shakespeare)
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Vero….li c’e’ scritto tutto . Ma proprio tutto tutto tutto….
Ciao Pasquale
Ciao SpringerONE!
Nessun movimento o partito per quanto giuste fossero le proprie idee, ha fatto breccia nel consenso popolare senza un’adeguata partecipazione a diretto contatto colla gente che vuole coinvolgere ( Renzi docet…).
Un mio personalissimo consiglio agli amici dello SVI, e’ quello di frequentare di piu’ i gruppi di cacciatori, da vicino, per cogliere meglio le loro esigenze e spiegargli, al di la’ di internet non da tutti seguito, i veri scopi dello SVI, a cominciare dai delegati provinciali….un po’ piu’ di sacrificio che sara’ ben ricompensato.
Cominciare, per esempio a chiedere l’ adesione a coloro che l’ hanno data l’ anno scorso….
Con affetto.
Luigi Astarita
Quante cose ci sono dietro alla gestione della caccia e quante cose di consegenza ci sono dietro al cacciatore, nel caso specifico del cacciatore sicuramente una…. Una sola cosa ci sta sicuramente ! :twisted: :wink: Salutiaaamo
Una spina nel fianco …ed anzi tutti noi tante spine!…dovremmo esserlo nei confronti di queste ideologie:
:mrgreen: deve saper accettare le lodi e le critiche, persino quelle acide e disfattiste.
http://www.ilcacciatore.com/2014/04/28/tozzi-torna-ad-attaccare-la-caccia-dalle-pagine-dellunita/
Il farci la guerra tra di noi non fa altro che indebolirci sempre di più, renderci sempre più vulnerabile e poco credibili.
Ma pare che questa attività deleteria sia ancora di gran moda!
Termino questo post permettendomi di dire all’Amico Pasquale Nato cacciatore che dal momento che ciascuno di noi si mette in gioco, scende in campo
A queste ultime dedicare un commento o un sorrisino ironico credo dia più soddisfazione che argomentare…spesso inutilmente…. con intelligenza e fermezza.
..eppure le “suddette” si son persi una milionata di cacciatori senza batter ciglio..