Le beccacce di Vormsi: la storia del Santuario della beccaccia

| 24 aprile 2014 | 8 Comments

Le beccacce di Vormsi: la storia del Santuario della beccaccia

Quando, nell’estate del 2003, il consiglio del Club della Beccaccia decise di imbarcarsi nell’avventura di costituire il Santuario della beccaccia nell’isola estone di Vormsi, non avremmo mai immaginato che, dopo un decennio, saremmo stati in grado di pubblicare un libro col resoconto dettagliato (e positivo) della nostra attività.
All’inizio ci volle tutta la buona volontà di alcuni di noi per avviare un’iniziativa costosa e “in terre lontane”, non molto ben accetta da una parte della “base”. Fu così che venne individuata la formula del “comitato indipendente”, economicamente autosostenuto dalle quote di simpatizzanti (che potevano anche non essere soci del CdB) versate su un conto corrente postale dedicato. In quel periodo giunsero sostegni inaspettati e anche notevoli da parte sia di istituzioni (Atc, Ca, sezioni locali di associazioni venatorie) che di singoli mecenati, che permisero di far nascere il Santuario col pagamento della prima rata di affitto prevista dal contratto secondo il quale i cacciatori di Vormsi (responsabili della gestione faunistica sull’isola) si impegnavano a non ospitare cacce turistiche di nessun tipo: solo i residenti (una trentina) avrebbero potuto cacciare, ma era chiaro che a loro interessavano soprattutto gli ungulati e forse qualche oca, certamente non le beccacce!
Questa prima fase amministrativa fu generosamente gestita dal socio del CdB David Stocchi, uno dei primi propugnatori dell’iniziativa, che si prese la briga di tenere aggiornati gli elenchi dei sostenitori, di seguirne i versamenti e di onorare gli impegni semestrali come da contratto.

L’istituzione della Onlus
Quando nel 2006 il Comitato fu trasformato in una Onlus, la gestione del tutto fu messa in mano al commercialista, vista la complessità e la necessità di seguire rigorose prassi specifiche. Ma i contatti diretti sull’isola, iniziati con un veloce sopralluogo di Pellegrini e Pacifici nell’ottobre del 2003, furono tenuti con molto tatto soprattutto da Panzacchi, che passò a Vormsi lunghi periodi, sia con la signora Sofia, sia per impegni specifici di campo, come, ad esempio, la prima realizzazione di un video da parte dell’équipe di Sky diretta da Bruno Modugno, col supporto del CIC, cui collaborò con grinta anche Tognoni, con il quale ripetemmo monitoraggi ottobrini col cane da ferma e le prime esperienze di cattura notturna (per inanellare le beccacce) negli anni successivi. Marco Panzacchi scrisse nel 2005 anche un bel volumetto con preziose notizie su Vormsi fino allora inedite e sconosciute ai più, pubblicato con il contributo del Club della Beccaccia e la collaborazione di alcuni soci. La successiva appassionata partecipazione di Saverio Cardoni (l’attuale presidente del Comitato) agevolò alcuni punti chiave, quali la riduzione dei costi di affitto e la collaborazione diretta di un inanellatore estone, Jaanus Aua, che finalmente ci permise di marcare un buon numero di beccacce in questo “collo di bottiglia” di circa 10.000 ettari, su cui tendono a convergere i migratori provenienti dalla Grande Russia.

Un libro frutto del lavoro di molti
Sarà ora sufficiente una sintesi del contenuto del libro, frutto del lavoro collegiale dei membri del Comitato, coordinato da Spanò, Panzacchi, Pellegrini, Gregori e Cardoni. Le prime 144 pagine del volume offrono, oltre la breve premessa sui primi passi del Santuario, un inquadramento geografico, climatico, geomorfologico, idrografico dell’isola, gli elenchi delle specie floristiche (125) e faunistiche (15 pesci, 108 uccelli, 14 mammiferi) direttamente rilevate durante i nostri sopralluoghi e alcuni cenni sulla storia, la cultura, la religione e le leggende locali, nonché una piccola apertura sul futuro energetico di Vormsi, tutto “rinnovabile”! E’ giusto ricordare che per gli argomenti principali sono stati inseriti sintetici abstract in lingua inglese, francese ed estone.
Ma già a partire da pagina 26 ci si inoltra nell’argomento “beccaccia” e nelle problematiche gestionali del Santuario, con approfondimenti sulle metodologie di ricerca, scientificamente corrette, da applicarsi nel contesto. Una ricerca sulla fauna del suolo, utilizzabile nella dieta della beccaccia e quindi indice delle capacità trofiche dell’ambiente, è stata effettuata nell’ottobre del 2006 e nel giugno del 2007 dal dottor Biancardi, con il supporto sia dell’Università di Genova e dei suoi ricercatori, e col sostegno economico del CIC-Italia.

Lo studio della vegetazione (pagg. 45-52), condotto da Gregori per evidenziare i legami tra la beccaccia ed il suo habitat nelle principali fasi vitali, ha previsto una zonazione dell’isola; le tipologie forestali prevalenti sono così confrontabili con le zone più frequentate dalla specie. Ecco la ripartizione percentuale delle principali unità vegetazionali riscontrate: praterie/incolti (20%), formazioni a ginepro (5%), pinete a pino silvestre (25%), abetine (10%), ontaneto (30%), betuleto (10%). Nel complesso prevalgono le latifoglie. Questa parte dell’indagine si conclude con l’affermazione che non è certo fuor luogo aver scelto Vormsi come Santuario della beccaccia, in quanto altamente idonea per questa specie, il suo studio e la sua protezione.

Il ruolo del cane da ferma
Il monitoraggio con il cane da ferma (A-pagg. 53-70) resta comunque uno dei punti focali delle attività previste nel Santuario insieme alle catture per inanellamento (B-pagg. 71-81); la laboriosa estrazione dalle schede dei dati relativi e la loro sistemazione in ordinate tabelle e grafici sono state realizzate con pazienza e professionalità da Cardoni. Ovviamente poter utilizzare, addestrandolo sulla beccaccia, il proprio cane in un ambiente ottimale, indisturbato e senza l’assillo della fucilata, oltre che esaltante, è anche culturalmente formativo laddove i risultati dei sopralluoghi condotti con criteri standardizzati possono fornire dati utili alla ricerca. Ne è derivato che molti cinofili appassionati si sono messi a disposizione per effettuare conteggi sul campo, nonostante la grossa difficoltà di base consistente nella grande distanza da percorrere per raggiungere Vormsi (circa 3.000 km dall’Italia settentrionale).
A seguito dei primi sondaggi sul terreno, sono state scelte cinque zone campione ove impostare lo studio dei dati raccolti su apposite schede; di ogni zona è stata calcolata l’estensione col sistema GIS e il totale è risultato di 820 ettari (circa 1/10 della superficie dell’isola).
La consultazione del registro apposito ha evidenziato la frequentazione del Santuario da parte di più di 60 persone (alcune hanno raggiunto Vormsi per più anni di seguito), per un totale di 113 visite tra il 2005 e il 2012, per lo più di italiani (ma anche di tedeschi, spagnoli ed estoni) sia soci del CdB che no, accompagnati globalmente da 97 cani da ferma (una media di 12 l’anno), circa la metà dei quali setter inglesi, seguiti da pointer e setter gordon, grossomodo paritari quanto al sesso (lieve prevalenza di femmine).

In 71 giornate di lavoro totali sono state viste 1.069 beccacce (15,1/giorno), con uscite medie di 3 ore e temperature di 6,3°C (media globale). Nel libro vengono riportati in tabelle tutti i singoli dati analitici, anno per anno, località per località e le rispettive condizioni ambientali, con il numero di beccacce calcolato anche come ICA (indice cinegetico di abbondanza, riportato ad un tempo standard di 3,5 ore di ricerca) per poter esser meglio confrontabili con analoghi dati presenti in letteratura.

La prima beccaccia inanellata
La prima beccaccia fu da noi inanellata a Vormsi nell’ottobre del 2006, ma solo nel 2010, grazie ai positivi contatti di Panzacchi con il dottor Spina (ISPRA), abbiamo potuto instaurare un rapporto costruttivo con i responsabili dello “schema di inanellamento” estone, che condusse a regolarizzare la nostra attività in collaborazione con un inanellatore estone (J. Aua). Le precedenti uscite di sondaggio notturno ci permisero di individuare 6 aree aperte idonee per le catture, con superficie media di una cinquantina di ettari (tot. 359), utili anche a raccogliere dati per lo IAN (indice di abbondanza notturna, cioè numero di beccacce viste per ora di sopralluogo con faro). Anche tutti questi risultati sono riportati in tabelle, espressi anche come densità, cioè beccacce incontrate/100 ha.

L’attività dell’ottobre 2013 ha condotto a superare un totale globale di oltre 110 beccacce inanellate a Vormsi (69 soltanto in detta ultima stagione). Sui soggetti catturati sono stati rilevati i classici parametri biometrici, nonché l’età e il peso. Interessante, anche se noto, il peso notevolmente maggiore di queste beccacce in partenza rispetto a quelle che siamo soliti pesare da noi all’arrivo: i pesi medi per lo più superano i 350 grammi e sovente raggiungono e superano i 400 grammi (record 470 grammi e medie di pesi tra i 420 e 460 grammi pari a 440 grammi, relativamente ad una decina di soggetti).

Le 5 riprese note (ovviamente relative a uccelli inanellati fino al 2012) si sono verificate: 2 in Francia, 2 nelle Isole Britanniche e 1 in Spagna. Alle pagg. 83-84 sono riportati i conteggi delle beccacce in volo nuziale (maschi in croule) effettuati, nei mesi di giugno 2006, 2007 e 2011, da nostri collaboratori estoni (Tarvo Valker, i primi due anni, e Jaanus Aua), che hanno fornito densità piuttosto basse (la non alta disponibilità trofica potrebbe essere una causa, da approfondire), anche se l’ultima sessione ha indicato una tendenza all’incremento.

Alle conclusioni della ricerca segue la descrizione della bella manifestazione della posa, nella Casa Sociale dell’isola nell’abitato di Hullo, di una stele in bronzo raffigurante una beccaccia con i suoi pulcini, opera di Mirco Ragaini, con targa in tre lingue (italiano, inglese ed estone) che evidenzia il bel rapporto italo-estone, presentata dalla brillante proprietaria della nostra base operativa (suo “pensionat”) Elle Malle. Nelle ultime pagine del volume sono riportate le testimonianze di alcuni visitatori, la bibliografia specifica su Vormsi e, infine, la galleria fotografica (comprendente oltre 80 immagini suggestive e, per alcuni di noi, assai nostalgiche).

Silvio Spanò

L’articolo è stato pubblicato sul numero di marzo – aprile 2014 di Beccacce che Passione

http://www.caffeditrice.com

 

 

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Category: Beccaccia, Libri/Riviste

Comments (8)

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  1. Ezio scrive:

    Tutto veramente molto bello ed interessante. Un plauso ai fautori e sostenitori di questa iniziativa. Comunque oltre allo studio ed alla conoscenza delle specie viventi, la conservazione dell’ambiente e/o il suo rispristino, quando possibile, sono sostanzialmente le uniche utili azioni da mettere in atto per far si che la caccia VERA, a selvatici VERI, così come la intendiamo noi, non muoia o non si trasformi in qualcosa che non è caccia.
    Mi lascia solamente un po’ perplesso la frase “…e senza l’assillo della fucilata…”… nel senso che quando questa, la fucilata, diventa un assillo, credo sia conseguentemente semplicissimo e logico smettere di andare a caccia. :roll:

  2. claudio ge scrive:

    Santuario della beccaccia???? o Madonnina Santa,,,, siamo alla frutta.. io i MIEI me li tengo stretti cari Beccaciai PROFESSIONISTI :oops:

  3. claudio ge scrive:

    Quando leggo ste cose, mi vien voglia di abolire la caccia e di abolire il capitalismo e che ritorni la fame 10 - 20 -30 50-anni? tornerò a fare il Partigiano e a caccia ci andrò sempre IO cari Clubbisti
    :mrgreen:

  4. Coppiola scrive:

    …che se’ deve fa’ pe’ magnà..!!! :roll: :roll: :roll: la caccia al cacciatore è sempre aperta..boccaloni con il fucile?? -o- -o-

  5. Coppiola scrive:

    Ormai, in italia, volano le beccacce con una sola ala.. l’altra la devono depositare, quale cauzione, per studi approfonditi.. 8-O 8-O 8-O

  6. luigi da sorrento scrive:

    E’ grazie a questi studi approfonditi, che noi si puo’ ancora andare a caccia a beccacce a gennaio….e che si e’ dimostrato che la beccaccia e’ una specie stabile….se i veri beccacciai collaborassero un po’ di piu’ invece di criticare…sarebbe meglio per tutti….se di beccacciai parliamo…??!!

  7. claudio ge scrive:

    no, Beccaccioni che stamattina,( la 22esimada Febbraio) cinque amici armati di taglierbe a pulire tappe, il tutto a spese ns., anzichè scrivele o leggere libri, che le ali le consegnano sempre :mrgreen: 8)

  8. Ezio scrive:

    Mah…per me ognuno se lo può menare come meglio crede…detto piuttosto volgarmente ma credo anche in modo efficace.
    L’importante è che non si metta in discussione la caccia così come la intendiamo e la viviamo noi.
    La caccia non è mai stata la causa di indebolimento di alcuna specie e solo l’habitat fa la differenza per l’aumento o il declino di una specie animale o vegetale. Non lo sostengo certo solo io che altrimenti sarebbe ben poca cosa ma lo dicono i FATTI e studi oltremodo qualificati.

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