Lettera ad un simpatizzante di “uniti”
Caro xxxxxxx, rispondo a una tua precisa domanda, ma che ovviamente stuzzica la materia grigia di tutti gli aderenti ad “Uniti” e che riguarda in modo specifico l’operato del S.V.I.
Sta succedendo quello che avevo ampiamente previsto e discusso con xxxxx un paio di anni fa!
Purtroppo, come da tutti sostenuto, perché ovviamente non sono il solo, il peggior nemico della caccia è il cacciatore stesso.
La cosa comica di per se, è che ognuno di noi, automaticamente esclude se stesso come possibile batterio killer che provoca i gravissimi danni alla già cagionevole salute della nostra paziente.
Come pensi si possano sostenere spese per ricorsi al Tar senza una cospicua adesione da parte dei cacciatori ad un progetto di difesa e salvaguardia della caccia stessa? Non sono d’accordo su quanto sostenuto* da xxxxx, per un motivo molto semplice.
Il direttivo S.V.I. non è formato da liberi professionisti con lauti guadagni e posizioni economiche ragguardevoli, situazioni queste ultime, che renderebbero possibile quanto da lui sostenuto, ciò detto solo ed esclusivamente usando il condizionale, perché una tale iniziativa non sarebbe un obbligo ne corporativo ne morale da parte di costoro nei confronti di chi, vorrebbe aderire e non lo fa una presunta assenza di risultati da parte di un movimento di recente formazione.
Voglio ricordare a tutti voi signori che il problema, nella fattispecie attiene all’eventuale e non auspicabile definitiva chiusura della caccia, ed è, e resta di chi la subisce e non ha altre alternative, (scarse risorse economiche) e non di chi avrebbe ed ha i mezzi economici per aggirarla, come fanno da sempre tutti coloro che detengono poltrone remuneratissime, e che sarebbero, (ma non lo fanno) deputati alla difesa di ciò che resta del mondo venatorio.
Badate bene che per questi signori una crescita esponenziale del nostro sindacato sarebbe una vera spina nel fianco, e allo stesso tempo una certificazione tangibile del loro fallimento.
Bene, ciò premesso, ritorniamo al reale team dirigenziale del S.V.I., formato tutto da persone semplici che amano la caccia e vorrebbero continuare ad andarci, i quali stufi di promesse mai mantenute hanno deciso di esporsi in prima persona, prestando a questo scopo il loro tempo e modeste quote economiche, (per loro comunque importanti) sottraendole, (tempo e denaro) di fatto alla famiglia, è giusto rimarcare che vivono di uno stipendio più o meno decente. Ai più per fortuna consente di arrivare alla fine del mese senza grossi patemi. Sono quasi tutti operai, impiegati, forse anche qualche libero professionista, che comunque non naviga nell’oro.
Ora veniamo alla sostanza. In Campania contiamo circa 40.000 cacciatori.
Sul pagina FB Campana di “Uniti” gli iscritti sono poco più di 2500, contando forse anche una decina di mentecatti con il profilo falso, e supponendo che 500 non sono corregionali ne restano circa duemila. Stando a quanto mi risulta le tessere S.V.I. ammontano ad alcune centinaia (2/3?) al costo di 15.00 euro annuali, non mensili, e sottolineo ANNUALE, è evidente che qualcosa non torna.
Dei famosi 40.000 cacciatori citati, se a sottoscrivere la suddetta tessera, sempre al famoso costo di 15.00 euro annuale, diciamo più o meno circa 10.000 cacciatori, si potrebbe arrivare a mettere insieme circa 150.000.00 euro, che dite con una cifra simile si potrebbe riuscire a fare qualche ricorso e vincerlo? Si potrebbe denunciare chi non fa il proprio dovere e farlo destituire dalla carica che occupa indegnamente?
Ritorniamo ai famosi 2000 della pagina FB, a che serve essere iscritti se poi non si ha voglia di sostenere il sindacato, nato con parto naturale da “Uniti per difendere la caccia”? Ora ammesso (e non concesso) che questa mia lettera smuovesse la coscienza di 1500 iscritti, che oltre che fare la tessera riuscisse a coinvolgere anche un altro amico cacciatore, e così facendo si riuscisse a racimolare un quarto, poco più poco meno, (37/38.000 euro) pensate che questa cifra renderebbe possibile una parte delle azioni che si sarebbero potute fare con la cifra iniziale, e così convincere che anche i più riottosi che la rinascita della caccia parte soprattutto dall’impegno dei cacciatori della base?
Finché noi continueremo a negarci in prima persona, e in chiunque voglia prendere un’iniziativa per contrastare le associazioni, altro non vedremo che un altro approfittatore, beh, in questo modo continueremo a fare il gioco di queste ultime, potranno stare tranquille e, indisturbate continueranno a fare i loro giochetti.
l’unione o per meglio dire la fusione delle AA.VV. non avverrà mai per volontà degli stessi vertici, troppi gli interessi in ballo, (chi di noi lo farebbe?) può avvenire solo con l’abbandono totale di tutti i loro iscritti, e di li costringerle a sparire.
L’unico vero timore delle “riconosciute” (pericolo per ora inesistente) che altre iniziative abbiano successo e possano sconvolgere i loro piani.
Lo S.V.I., il nascente comitato dei cacciatori viterbesi, ecc., sono pilotate da cacciatori stufi, unicamente da cacciatori e non politici di professione, e solo con il sostegno dei cacciatori della base possono sperare di avere quel successo che tutti auspicano, ma che nessuno sostiene.
Finché staremo alla finestra a guardare aspettandoci miracoli che mai si avvereranno, non lamentiamoci e teniamoci quello che verrà, in fondo è questo che ci saremo meritati.
Pasquale Cinquegrana
P.S. I nomi non hanno importanza, non sono loro il motivo del contendere.
* Il concetto grosso modo è che i membri del direttivo si facciano carico delle spesse di alcuni ricorsi al Tar fino alla vittoria dei suddetti, in modo tale da catturare la fiducia dei cacciatori e ottenere finalmente l’iscrizione in massa al sindacato e alla stesso tempo la decisione che questi ultimi strappino le tessere associative.
La domanda è: Quante azioni di questo tipo potrebbero servire allo scopo? A mio modesto avviso 4/5 non basterebbero.
Cordiali saluti
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Comments (5)
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copio e incollo dal comunicato:* Il concetto grosso modo è che i membri del direttivo si facciano carico delle spesse di alcuni ricorsi al Tar fino alla vittoria dei suddetti, in modo tale da catturare la fiducia dei cacciatori e ottenere finalmente l’iscrizione in massa al sindacato e alla stesso tempo la decisione che questi ultimi strappino le tessere associative.
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dovrebbe essere così.
Caro Pasquale, certo che la situazione non è rosea, ma comunque il sindacato per come stanno le cose per l’unità delle associazioni che stanno venendo a galla troverà secondo me più difficoltà ad ingrandirsi. Io se mi posso permettere suggerirei di portare la quota associatica a 5 Euro e mi baserei sul numero maggiore che sicuramente si potrebbe fare con questo cambiamento. Per quanto riguarda poi i ricorsi ne abbandonerei alcuni per poter continuare con uno o due al massimo di quelli più importanti intrapresi, che potrebbero dimostrare le vostre capacità ed ottenere così molta fiducia da parte dei cacciatori. Mi permetto di sottolineare e forse non ce ne neanche bisogno, che in Campania abbiamo bisogno di territorio per cui rientrare nel 30 % sarebbe una delle cose più importanti da ottenere. Per il resto cosa vi posso dire, con questo andazzo non si sa bene a cosa pensare, se combattere ancora o mandare tutto affanc…. ! :wink:
Se ancora non l’hai letta dall’altra parte, te la ripeto:
Ciao xxxxxx. Il sindacato ha sempre sostenuto e ne è convinto, che qual’ora le associazioni attuali sparissero fondendosi in una, e con questa, si cominciasse a fare sul serio per contrastare chi vuole affossare la caccia, avrebbe il suo pieno sostegno, anzi, a questo punto non avrebbe più ragione di essere.
In questo caso un sentito: In bocca al lupo, va alla caccia.
8-O Pasquà, ma che brutta fine che hai fatto, te ne vai a caccia con il Putipù !?!? Salutiaaamo
Caro Giacomo, precorro i tempi, questa è la caccia che potremo fare in un futuro prossimo.