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una giornata di caccia sul Gennargentu

| 7 marzo 2014 | 31 Comments

Caccia al Cinghiale con i cani da ferma sul Monte Gennargentu

Pisanu Marco Efisio Cari amici di “La Caccia al Cinghiale“, oggi vi racconterò di un’esperienza indimenticabile, non certo per il carniere, ma per tutto l’insieme che a breve vi racconterò. Ad accompagnarmi nella mia nuova avventura oltre a Fabrizio (il panettiere più conosciuto in Sardegna…) oggi c’è anche Alberto Dessì, un amico nonché collega di lavoro.
Ci troviamo sul Monte Gennargentu un’area montuosa di grande estensione situata nella zona centro-orientale della Sardegna, tra la provincia di Nuoro e la provincia dell’Ogliastra. Comprende le cime più elevate dell’isola. La zona di caccia di oggi è in agro nel Comune di Arzana, un caratteristico paese montano (a 750 s.l.m.) di circa 2500 abitanti. Arzana è situato nel cuore dell’Ogliastra (a mio avviso la più bella Provincia della Sardegna), su vasti territori che si estendono dal mare sino alle cime più alte del Gennargentu.
La vetta più alta si chiama Punta Lamarmora (che porta il nome del Generale e Scienziato Alberto Ferrero della Marmora), dalla cima del Monte, nelle belle giornate è possibile ammirare spettacolari panorami che abbracciano tutte le coste dell’isola. Nella vastissima zona di caccia è presente anche il primo salto del lago del Flumendosa, alimentato dalle numerose sorgenti che sgorgano tutto l’anno; credo sia per questo motivo, che anche nelle estati più torride il posto sia popolato da tutti i tipi di selvaggina.
Infatti il centro montano è ricco di boschi che ospitano mufloni, pernici, lepri, conigli, naturalmente non può mancare il cinghiale. Degni di nota anche i monumenti di pietra, come le neolitiche “Domus de Janas” di “Perdixi” e le numerose testimonianze nuragiche di “Unturgiadore”, “Sa’e Cartocce” e “Sa Tanca”. Merita sicuramente di essere visto il villaggio di Ruinas, posto nel cuore del Gennargentu, è il più importante monumento archeologico del paese. La principale attività artigianale è la tessitura; i prodotti enogastronomici tipici sono i formaggi pecorini, i “culurgionis”, il prosciutto e l’olio prodotto in antichi frantoi. Insomma, se dovete fare una vacanza in Sardegna vi consiglio Arzana, pensate che in soli 20 minuti di auto potete passare dalla montagna alle splendide spiagge di Orrì.
Dopo la mia doverosa (e richiesta dai lettori…) premessa dedicata al paese che mi ospita, veniamo alla nostra giornata di caccia che inizia con l’appuntamento datomi dall’amico Italo Arzu presso il Bar della casa cantoniera che sta al Km 89 della SP. 292. Dovendo percorre strade di montagna, parcheggio la mia auto vicino alla cantoniera, trasferiamo i bagagli sul fuoristrada di Italo e ci mettiamo nuovamente in viaggio, con destinazione “Tedderieddu”, la zona di caccia situata ai piedi del Gennargentu.
Mentre percorriamo il tragitto, Italo ci fa notare i danni che ha creato l’alluvione del 18 Novembre 2013, anche se bisogna riconosce che l’Amministrazione Comunale, con grande celerità ha ripristinato le vie d’accesso al monte, dove tanti allevatori hanno il loro bestiame.
Lo spettacolo è incantevole, giunti in prossimità del primo salto del lago del Flumendosa il sole sta sorgendo, nello specchio d’acqua si riflettono i colori di un cielo meraviglioso. Poco più avanti incontriamo Roberto (fratello di Italo) e Pietro, che sapendo del nostro arrivo, si sono fermati perché vicino alla strada c’era un branco di mufloni e volevamo farceli vedere.
Quando ce l’hanno detto, il mio primo pensiero è stato quello di prendere la macchina fotografica, ma purtroppo quando l’ho presa in mano i mufloni si erano già dileguati… mannaggia!
Prima di arrivare alla casa di caccia (averla sul Gennargentu è come avere una villa a Capri) percorriamo ancora 10 minuti in auto, dove ammiriamo le bellezze naturali, come i ginepri millenari che solo a vederli ti fanno venire la pelle d’oca. Siamo nella valle di Teddiereddu, regno incontrastato dei pastori, dove si trovano preziosi e plurisecolari alberi che ci raccontano delle rigogliose foreste che ricoprivano queste valli, tra i quali i più antichi alberi di tasso di tutta Europa.
Per me, nonostante abbia 51 anni è la prima volta che salgo sul Gennargentu e mi chiedo ancora come sia stato possibile non venirci prima.
Quando arriviamo al rifugio, troviamo ad attenderci gli altri componenti, tra i quali c’è anche Pino, l’altro fratello di Italo, che ci fa trovare il caffè fumante, fatto con l’acqua sorgiva di una delle tante fonti presenti sul versante Arzanese. Sono quasi le 8,00 quando ci muoviamo dalla casa per andare a caccia, inizialmente ci dividiamo in due gruppi, io vado con Italo. Mentre saliamo verso una delle cime più alte, la nebbia si dirada e mi accorgo che alla mia sinistra c’è Punta Lamarmora, ricoperta da un manto nevoso, l’aria è pungente, ma l’arrampicata e il meraviglioso paesaggio non mi fanno sentire neanche il freddo.
I cani iniziano a girare in lungo e in largo, Goku (Kurzhaar) rimane relativamente vicino, mentre Marta (Pointer) fa degli allunghi impressionanti, sembra un cane adatto per la grande cerca. A momenti sentiamo il beeper che suona, ma sono solo dei falsi allarmi.
La caccia con i cani da ferma si svolge avanzando progressivamente sullo stesso costone: praticamente le postazioni scalano fra loro e avanzano man mano che si guadagna terreno. Mentre camminiamo in cerca della preda, i profumi della montagna mi avvolgono, le lievi folate di vento mi inondano di profumi di erbe aromatiche dalle mille fragranze. Sono quegli aromi particolari che solo qui si possono trovare, di tanto in tanto mi fermo a toccare le piccole piante.
Italo si accorge del mio interessamento verso la vegetazione e mi dice che sul Gennargentu, gli esperti hanno censito ben 192 tipi di erbe officinali, riconoscendo il merito alla Pro loco di Arzana “Siccaderba” e al suo presidente Dr. Raffaele Sestu (medico di base di Arzana), che nel 1991 fa ebbe la grande idea di far nascere un convegno di studi sul tema “Le erbe medicinali del Gennargentu”.
La mia curiosità mi ha spinto ad informarmi, e ho scoperto che da allora 80 università provenienti dall’Italia e dal mondo sono venute ad Arzana per studiare il laboratorio a cielo aperto più bello dell’universo. Il Gennargentu è cosi diventato simbolo della ricerca botanica e 10 anni dopo un gruppo di scienziati, finanziati dall’Unione Europea, scoprì proprio nell’elicriso un farmaco che dapprima è apparso come un importante antiinfiammatorio, poi un potente antivirale che pare funzioni nella terapia dell’AIDS e lo scorso anno un grande antibiotico che sembra funzionare anche nelle infezioni resistenti agli altri farmaci. In onore di Arzana questo farmaco è stato chiamato Arzanolo, ed il nostro piccolo paese della Sardegna è diventato il primo al mondo a dare il nome ad una medicina.
La nostra chiacchierata viene interrotta quando arriviamo in fondo ad un canale, il cane di Andrea va in ferma e subito dopo gli altri fanno il consenso. In pochissimo tempo siamo tutti posizionati, in attesa che il cinghiale abbandoni la lestra, che stranamente avviene molto velocemente, intanto dalla macchia escono due cinghiali e Spike (Setter inglese) e Balto (Pointer) vanno in seguita, i cinghiali vanno in direzione di Andrea (Il cecchino dell’anno), il quale riesce ad inquadrarne solo uno e con un bel colpo lo stende.
L’altro invece riesce a svincolarsi e a guadagnare la meritata libertà. Dopo una brevissima seguita i cani tornano da noi e si continua a cacciare. Purtroppo però non facciamo altri incontri. Tra il disappunto di Italo (e degli altri componenti) per l’esiguo carniere, si decide di rientrare alla base per il pranzo.
Giunti alla casa di caccia troviamo Gigi, il cuoco che ogni domenica fa trovare il pranzo pronto, preparato sempre con pietanze nostrane. Oggi il menù prevede: antipasto di olive, prosciutto e guanciale, pennette al ragù di cinghiale e maiale arrosto, dal sapore unico, che solo i pascoli del Gennargentu possono infondere alla carne.
Durante il pranzo mi accorgo che Italo è troppo taciturno e gli chiedo se ci fosse qualche problema, allora dice: “Non è possibile che non abbiamo trovato altri cinghiali, tutte le domeniche ne troviamo parecchi è oggi che ci siete voi è andata male”. Ma scherzi? Gli rispondo, per noi è andata benissimo, abbiamo anche un cinghiale per le foto, non si può pretendere di più.
Italo dice ancora: “Non sono soddisfatto, dopo pranzo proviamo nella piana dei ginepri”. Mi rendo conto che non riuscirei a fargli cambiare idea neanche per tutto l’oro, ehm per tutti i cinghiali del mondo. Per quanto mi riguarda la giornata poteva anche concludersi li, in quanto mi sentivo appagato per aver cacciato osservando panorami incantevoli che ti portano quasi in un’altra dimensione. Sono circa le 15,00 quando usciamo nuovamente a caccia, questa volta però Italo ci assegna da subito le postazioni, dentro il bosco con i cani entrano solo Andrea e Manfredi. Noi siamo posizionati a valle rispetto ai canai, che invece partono dall’alto e scendono lentamente verso di noi.
Dalla mia postazione, a tratti riesco a vedere i cani, poi, quando la battuta volge al termine vedo anche Manfredi che con la mano mi fa un cenno. L’esperienza mi ha insegnato di non considerare mai finita la battuta fino a quando i cani non siano stati legati, pertanto rispondo al saluto di Manfredi con un altro cenno. Non passa neanche un minuto e Balto va in ferma, lo segue Dilma (Pointer) che comincia anche ad abbaiare a fermo, istintivamente mi giro a destra e a sinistra, per accertarmi che anche i miei compagni abbiano sentito il cane a fermo. Siamo tutti allertati e in attesa della preda; Balto continua ad abbaiare a fermo, anche in questa occasione passano solo pochi minuti e i cinghiali abbandonano la lestra.
Sono tre, uno va in direzione di Peppuccio, che per abbatterlo deve Copertina La Caccia al Cinghiale n° 78sparare tre colpi, gli altri due invece fuggono in direzione delle nostre poste, ma per nostra sfortuna passano davanti ad Andrea, che con grande abilità li abbatte tutt’e due. Quest’anno ad Andrea gli va proprio di cu…ore, fino ad oggi ha già abbattuto 17 cinghiali, mi auguro che da qui alla fine della stagione possano aumentare ancora.
Non immaginate la gioia dei fratelli Arzu, Italo, Pino e Roberto quando ci siamo radunati dopo la battuta, a dire il vero eravamo tutti felici, non tanto per il carniere, ma per l’andamento della giornata, e quei tre cinghiali catturati nel pomeriggio sono stati solo la ciliegina sulla torta.
Prima di salutarvi vorrei far sapere ai lettori del nostro giornale che in Ogliastra, e in particolare nel paese di Arzana, in occasione della battaglia popolare contro l’istituzione (coatta…) del Parco Nazionale del Gennargentu, c’è stata una mobilitazione generale, dove hanno combattuto fianco a fianco giovani e anziani, operai e datori di lavoro, persone appartenenti a tutti i ceti sociali, con un unica voce: NO AL PARCO! Fu una battaglia lunga, civile e democratica, dove i cacciatori arzanesi furono in prima fila per difendere il “loro” patrimonio ambientale.
Tra le tante manifestazioni di protesta dei cacciatori, voglio ricordare quella di Corte ‘e didalus del 31 Gennaio 2005 quando, insieme al Gruppo di Base “Rosa del Gennargentu”, convocarono tutte le compagnie di caccia grossa dei paesi dell’Ogliastra e del Nuorese che si incontrarono sul Gennargentu.
All’alba di quella mattina, con i capicaccia di oltre 600 cacciatori, organizzarono un gesto emblematico che rimarrà nella storia: insieme “violarono” i confini del parco (disegnato da persone incompetenti che non conoscevano assolutamente il territorio) e organizzarono la più grande battuta al cinghiale mai preparata con quasi 600 poste.
In quella occasione, nella valle di Lettene, non fu catturato nessun cinghiale ma vinsero una grande battaglia: la libertà di decidere cosa fare sul proprio territorio.
A testimonianza della non utilità dei parchi, ci tengo a far sapere ai nostri lettori, che in occasione di un mio recente viaggio in Molise ho avuto modo di parlare con parecchi cittadini abitanti nell’aerea del Parco Nazionale dell’Abruzzo, i quali hanno detto che da quando hanno costretto l’uomo ad abbandonare la montagna (con il Parco sarebbe così anche sul Gennargentu), molti equilibri si sono interrotti.
Un anziano signore mi ha confidato che quando lui aveva il bestiame sui monti, curava il territorio come se fosse il giardino di casa sua. Per salvaguardare il territorio convogliava l’acqua piovana in apposite canalette fatte con le pietre, da quando invece non c’è più nessuno che lo fa, sono iniziate le frane.
Il mio augurio è che la comunità di Arzana e tutti gli abitanti ricadenti nell’aerea dell’ipotetico Parco Nazionale del Gennargentu, vigilino affinché non si permetta che un paesaggio incantato e incontaminato come quello del Gennargentu, vada a finire nelle mani di pseudo ambientalisti che di tutto hanno in mente tranne che salvaguardare la natura.
Colgo l’occasione per ringraziare il Dottor Raffaele Sestu per la sua disponibilità e per le preziose informazioni che mi ha fornito. Sono certo che anche lui è d’accordo con me se affermo che questo meraviglioso angolo di paradiso si è conservato così proprio perché vissuto e protetto dall’uomo. Abitandolo e raccogliendone anche i frutti che la natura ci dona, siano essi flora o fauna, ma sempre con i sistemi e l’amore che i nostri avi ci hanno trasmesso.
Alla piccola compagnia di caccia “Teddiereddu”, composta da Italo, Pino e Roberto Arzu, Peppuccio e Andrea Arba, Pietro Bardeglinu, Manfredi Lai e Gigi Piras, auguro che possano cacciare e fruire dei beni che la natura conserva in questi splendidi territori e che ciò possa essere trasmesso alle generazioni future.
Un cordiale saluto a tutti i lettori di “La Caccia al Cinghiale”. Chi volesse contattarmi può scrivere una mail a [email protected] oppure chiamarmi al 393 88 53 317.

Marco Efisio Pisanu

 

 

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Category: Cinghiale, Racconti, Sardegna

Comments (31)

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  1. Springer scrive:

    Caccia al Cinghiale con il cane da ferma…..questa e’ bella…. :-D

  2. ennio scrive:

    Una caccia di sicuro molto più bella e sportiva di quella in battuta……se avessi disponibilità di zone di caccia al di fuori delle zone riservate alle squadre,la farei abbandonando altre cacce.A me personalmente è capitato diverse volte che i miei cani abbiano fermato cinghiali(una volta anche caricati da una femmina!!)…..devo dire che oltre alla sorpresa , è stata una bella emozione.

  3. franc scrive:

    In pratica si è trattata di una girata vera e propria visto il numero dei partecipanti con la differenza che si sono utilizzati più cani da ferma invece che un solo cane limiere.
    Bel racconto, lo si legge molto volentieri.

  4. Pietro Pirredda - Arzachena (Sardegna) scrive:

    Di squadre che cacciano in questo modo ce ne sono tantissime in Sardegna. Il territorio lo consente e la crescente presenza di detti animali consente ormai ad ogni uscita di imbattersi in incontri anche in posti impensabili.
    Una squadra composta da 9 elementi, quest’anno di cui 8 armati di carabina e ottica, in 16 giornate hanno abbattuto più di 50 cinghiali.
    A me quest’anno è capitato di incontrarli con i miei setter ogni “santo” giovedi o festivo infrasettimanale che ho smarcato andando a caccia minuta, risultando anche una rottura.
    Capite perchè ad oggi la Sardegna in questo senso è unisola felice e non vogliamo gli Atc e contestualmente NON CI INTERESSA IL TURISMO VENATORIO? :evil:
    Rimane il fatto che ogni volta che vado da quelle parti vengo invaso dal cosiddetto “sound of silence”.

    • ennio scrive:

      certo che noi capiamo…almeno io capisco….e capisco pure quando dici che non volete gli ATC….ma noi cosa possiamo dire che gli ATC ce li hanno imposti????!!!!
      Oltretutto voi avete ancora un “paradiso” di ambiente che noi non abbiamo mai avuto.

    • Ezio scrive:

      “NON CI INTERESSA IL TURISMO VENATORIO”

      Praticamente allo slogan che si legge in continuazione sui vari forum ” caccia libera in territorio libero in tutta Italia” bisogna aggiungere “a parte la Sardegna”. :roll:

      • Pietro Pirredda da Arzachena (Sardegna) scrive:

        Proprio cosi. A noi non interessa il turismo venatorio! Altro punto: la caccia libera è oggi in tale contrasto con il principio che ha fatto nascere la 157 e gli ATC. Per ovviare a ciò molte regioni si sonoinventate la reciprocità. A noi cacciatori sardi ciò non ci interessa….anzi ci toglierebbe ls libertà che abbiamo oggi.

        • Ezio scrive:

          Pensa che io credevo che molti continentali, tra cui ovviamente molti sardi che vivono e che cacciano anche in continente, ci venissero comunque a caccia in Sardegna ma certo non voglio assolutamente mettere in dubbio ciò che affermi con tanta sicurezza.

      • Ezio scrive:

        Perciò oggi non ci sono cacciatori del continente che vengono a caccia in sardegna, magari per pochi giorni, a godere della compagnia di persone speciali e generose quali sono in genere i sardi e della meravigliosa natura di una terra tra le più belle del mondo?? :roll:

        • Pietro Pirredda da Arzachena (Sardegna) scrive:

          Non vengono perchè non possono venirci per legge altrimenti eccome che verrebbero asserendo anche varie corbellerie come: ” senza i nostri soldi morireste di fame…” e così via.
          Noi sardi lotteremo affinchè la Sardegna, venatoriamente parlando rimanga una terra vergine senza le invasioni di comancheros stra regionali che, come è successo in altre regioni ed in altri stati dove si è aperto al turismo venatorio, la caccia vera è ormai un ricordo.

  5. Giacomo scrive:

    WONTED : 8-O

  6. angelo serra scrive:

    Ciao Marco, complimenti per la bella giornata passata nel Gennargentu, per fortuna che ancora oggi esistono posti così che mettono in risalto i valori della nostra passione che non è solo quella di ammazzare ma è quella di passare una giornata in compagnia e in un posto incontaminato. Ti auguro di tornare presto nella nostra ( non di ambientalisti e animalisti fanatici) OGLIASTRA terra dei cinghiali, aria dei colombacci e mare dei dentici

    • Marco Efisio Pisanu scrive:

      Ciao Angelo, mi fa piacere che abbia apprezzato il mio racconto.
      Quando scrivo che l’Ogliastra è la più bella Provincia della sardegna (e non solo…) lo penso davvero. Sicuramente tornerò in Agosto per un po di mare nelle Vostre splendide spiagge.
      A presto,
      Mep

  7. Pietro Pirredda da Arzachena (Sardegna) scrive:

    Ezio, i sardi residenti nella penisola e i loro discendenti fruiscono, secondo legge della possibilità di richiedere il tesserino regionale. Il tutto secondo la Legge rientra nel famoso 5 % che deve essere concesso a chi non ha residenza in Sardegna. vedi la legge regionale 23/98
    Cordialmente

  8. fiore scrive:

    L’isola più bella… l’ho girata quasi tutta, da piccolo si veniva a caccia per la settimana di natale all’incirca metà anni 70

    • alessandro federighi scrive:

      Fiorellooooooooo……..si prima del 78……poi legge 32 vietò l”ingresso ai continentali……………….come stai? sei andato a caccia?????io quest”anno molto bene,su tutto!!!!!!!!!!!!!!!! :-D :-D :-D :-D :-D :-D

  9. fiore scrive:

    Ale, sono andato una 20 ina di volte da noi non c’era nulla, ho preso più tortole che tordi pensa un pò! e una lepretta quest’anno mi è toccata per il resto una miseria nera. Voi avete il meglio c’è poco da fare!!! insomma s’invecchia e si lavora troppo, comunque si regge

  10. ennio scrive:

    …comunque sul discorso accennato del turismo venatorio ….non sonod’accordo.Ma purtroppo così è…….

  11. aceto scrive:

    Bel racconto indubbiamente, grande evidenza promozionale ai prodotti e alle bellezze della zona ai fini turistici, ma scusate, io … cacciatore , cosa vengo a fare li se non mi fate andare a caccia? Se potessi andare a caccia, potrei abbinare una vacanza con la mia famiglia, visitare le bellezze che ci avete raccontato, farle apprezzare alla mia famiglia e conoscenti.
    Siete diventati così ricchi che non avete più bisogno degli introiti che possono derivare dal turismo anche venatorio? Allora in Sardegna non c’è più bisogno dei contributi statali per investimenti su infrastrutture, ospedali etcc.. con le tasse che raccogliete dalla ricchezza che producete potete risolvere tutti i vostri fabbisogni.
    Se fate 100 cinghiali all’anno in una piccola squadra, vi arricchirete voi, ma al futuro dei vostri figli non pensate? Mi sembra un po troppo egoistico e miope.

    • Marco Efisio Pisanu scrive:

      Buongiorno Signor Aceto,
      mi scusi se mi permetto, ma la storia che ho raccontato è frutto della mia esperienza vissuta su quei luoghi e delle mie emozioni, che ho provato a trasmettere ai lettori.
      Le posso garantire che ho scritto senza pensare minimamente a fare pubblicità a prodotti o quant’altro.
      Per quanto riguarda i contributo statali che (NON) riceve la Sardegna, le faccio sapere che attualmente è in corso una vertenza contro lo Stato Italiano, proprio perché non anno versato sulle casse della Regione Sardegna le competenze spettanti, nonostante ciò riusciamo ad andare avanti.
      Cordiali saluti
      Mep

    • Pietro Pirredda - Arzachena (Sardegna) scrive:

      Aceto: (:-p) (:-p) (:-p) (:-p)

  12. Giacomo scrive:

    Io credo che se gli assessorati regionali e provinciali addetti alla caccia, gli ATC delle nostre regioni decidessero di confrontarsi con gli agricoltori per raggiungere un accordo sulle problematiche ambientali direttamente mirate alla sopravvivenza sia degli habitat che della fauna selvatica, non ci sarebbe bisogno ne di andare all’estero ne in Sardegna. Leggendo bene quello che ha scritto MEP si evince che è l’ambiente incontaminato ( a parte le primizie) ma libero alla caccia che gli ha dato tanta soddisfazione in quel giorno di caccia. Io credo che salendo su qualsiasi montagna del nostro bel paese si possano ammirare spettacoli naturali che tanta meraviglia e gioia di vivere danno a chi è spettatore. Siamo sempre lì a discutere, le cose si sanno ma non si fanno, incominciando dal togliere i parchi inutili che in Sardegna hanno saputo rifiutare, noi invece ce la siamo presa nel secchio ! Ora io mi domando è dico : cosa vogliamo dalla Sardegna ? Hanno saputo tenersi la loro terra e a ragione non vogliono gente tra i piedi. Punto. :-? Salutiaaamo

    • Ezio scrive:

      http://www.arsvenandisardegna.it/caccia/viaggi-venatori-in-sardegna-richiesti-maggiori-controlli

      • Pietro Pirredda - Arzachena (Sardegna) scrive:

        Bravo Ezio :mrgreen:

        Quella lettera la conosco benissimo…. 8)
        Se vuoi ti mando anche la lettera con la quale chiediamo il controllo delle Aziende Agrituristico Venatorie che naqquero e nascono nel 90% per ricreare le riserve padronali.

        La mia mail è : [email protected]
        in riferimento all’articolo da te riesumato ho da spiegarti un paio di cose, ti chiedo cortesemente di contattarmi.

        Pietro

      • Ezio scrive:

        Ti ho appena contattato con la mia mail ma comunque per me non c’è alcuna vena polemica o pretesa ma posso dire ciò che penso tranquillamente a tutti.
        Ovvero in questo “sistema” chi decide di attenersi alle regole è sostanzialmente sempre e solo penalizzato, chi invece fa il furbo rischia praticamente nulla.
        Immagino pertanto che invece di andare in Sardegna o altrove come bracconiere, sarebbe bello ci fossero regole precise ed osservabili per fare contenti TUTTI.
        Del tipo che mi invita un amico per un weekend, magari lo può fare solo una volta ogni due anni, giusto per passare con lui due giorni di caccia e compagnia stupenda, alla migratoria, che tutti stiamo dicendo che è di tutti sin quando però …però…però… :roll:
        Da noi ci sono le zone Alpi che sono un feudo più feudale degli atc.
        Eppure concedessero tre uscite a stagione almeno a quelli degli atc confinanti, facendo pagare 150 euro per l’abbattimento di un solo capo di tipica alpina, probabilmente sarebbe un modo per dimostrare fattivamente che anche noi siamo convinti che la caccia NON è un problema per alcuna specie.
        Diversamente con le nostre paure e le nostre diffidenze non facciamo altro che dar ragione agli animalisti che dicono che siamo dei distruttori e degli sterminatori.
        I bracconieri nel frattempo continuano a …ridere. :cry:

    • Alessandro Federighi scrive:

      Giacomino aggiungo ke ci sono zone nn accessibili neanche a noi x campanilismo esagerato………il fatto nn e’ venire qua’……….il problema e’ andare via………… :cry: :cry:

    • Pietro Pirredda - Arzachena (Sardegna) scrive:

      Bellissima analisi Giacomo.
      So che in Campania state richiedendo di rivedere il territorio a.s.p. precluso alla caccia programmata che per legge 157 non deve superare il 30% compresi i parchi, parchetti e zone per usi civici.
      Spero riusciate nel vostro intento perchè ogni cacciatore deve poter andare a caccia nella propria regione. (up)

  13. Ezio scrive:

    “il fatto nn e’ venire qua’ …..il problema e’ andare via”
    So come l’hai voluta intendere tu Alessandro, un tempo era così anche in certe nostre zone…. ma io io invece la intendo che tutte le volte che vengo li, andare via mi fa star male da bestia!!
    Tutto troppo bello! La gente e la terra.
    Sarà anche perchè la vedo da “turista” e prendo il meglio che c’è per un breve periodo. Chi ci abita vive invece la realtà quotidiana, sempre ed in pieno…e pertanto subisce anche i problemi che sicuramente non saranno pochi.

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