Armi: morto a 94 anni l’inventore dell’Ak-47

| 24 dicembre 2013 | 0 Comments

Addio Kalashnikov, morto a 94 anni l’inventore dell’Ak-47

(AGI) - Mosca, 24 dic. - E’ morto all’eta’ di 94 anni Mikhail Kalashnikov, l’inventore del celebre fucile d’assalto AK-47. Lo riportano le agenzie russe. Fu lui a disegnare il fucile d’assalto Ak-47, meglio conosciuto pero’ con l’appellativo ereditato dal suo ideatore: una delle armi piu’ utilizzate nel mondo, con ormai numerose versioni “locali” a cominciare da quella cinese.
Il modello originario fu tuttavia concepito dal tecnico nativo di Kurya, nella regione siberiana dell’Altaj, quando aveva solo 21 anni ed era al fronte con il grado di sergente durante la II Guerra Mondiale: si rese allora conto di quanto gli antiquati fucili con l’otturatore in dotazione all’Armata Rossa sovietica la ponessero in svantaggio nei confronti della fanteria del Terzo Reich. Alla fine Stalin in persona scelse il progetto dell’allora ignoto Kalashnikov tra i numerosi fattigli pervenire da laboratori e aziende di Stato.
Era il 1947.

Il padre del fucile piu’ comunemente utilizzato da guerriglieri e insorti di tutto il mondo (ma anche dai criminali comuni) divenne poi capo-disegnatore presso la compagnia “Izhmash” a Izhevsk, 1.000 chilometri a est di Mosca; nella sua citta’ natale gli e’ stato eretto un busto, ha collezionato ogni possibile onoreficenza di Urss e Russia, ma mai ha ricevuto nemmeno un centesimo, anzi, un copeco in diritti di brevetto.
“Oggi e’ arrivata una triste notizia che Mikhail Kalashnikov e’ morto dopo una lunga malattia”, si legge in un comunicato diffuso dall’ufficio stampa del presidente della provincia dell’Udmurtia, vicino agli Urali.

Qui, a Izhvesk (la sua citta’ natale), si trovava ricoverato dallo 17 novembre scorso, in rianimazione. Kalashnikov aveva smesso di lavorare un anno fa per problemi di salute, soprattutto cardiaci. Aveva 20 anni quando, subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, creo’ l’arma che porta il suo nome: nel mondo ne sono stati prodotti 100 milioni di esemplari.

Sinonimo di morte e rivoluzione

Kalashnikov ha inevitabilmente legato il suo nome all’arma piu’ famosa del mondo, sinonimo di rivoluzione (per la sua affidabilita’ e semplicita’, nonostante la scarsa precisione, e’ stata usata in tutte le rivolte nel Terzo Mondo. Il successo dell’Ak-47 - paradossalmente ispirato al fucile d’assalto tedesco StG 44 usato dai nazisti dal 1942 - in tutte le sue varianti e’ stato tale che ne sono stati venduti 100 milioni di pezzi originali ed almeno altri 75 milioni di imitazioni ma perfettamente funzionanti e letali come gli altri.
I principali vantaggi dell’arma di Kalashnikov - che poteva sparare sia a colpo singolo o, spostando un selettore, a fuoco continuo come una mitragliatrice - sono il progetto semplice, la compattezza e l’adattabilita’ alla produzione di massa.

E’ semplice da produrre e facile da pulire e mantenere. La sua resistenza e affidabilita’ sono leggendarie.
L’AK-47 fu inizialmente progettato per essere facilmente azionabile e mantenibile anche da personale con pesanti guanti invernali. Il pistone dei gas molto largo, la facile accessibilita’ ai punti tra le parti mobili, e il particolare design delle munizioni, permettono all’arma di sopportare facilmente l’intrusione di corpi estranei senza per questo andare incontro ad inceppamenti e malfunzionamenti.
Quest’affidabilita’ si traduce pero’ in una perdita di precisione, dato che la forte tolleranza delle parti non prevede una lavorazione di alta precisione.
Durante la Guerra Fredda, l’Unione Sovietica (cosi’ come anche Cina e moltissimi paesi del blocco NATO o del Patto di varsavia) fornirono le proprie armi ai combattenti di tutto il mondo. Mentre la NATO impiegava fucili relativamente costosi come M14, G3 e M16, la produzione facile ed economica egli AK-47 permetteva alla Russia di armare i propri alleati con estrema facilita’.

Data la sua natura semplice e poco costosa, l’arma e’ stata immediatamente presa come spunto per altre armi. Come conseguenza, la Guerra Fredda vide l’esportazione in massa degli AK-47. Gli Stati Uniti finirono addirittura per acquistare dei Type 56 dalla Repubblica Popolare Cinese per armare i Mujaheddin durante l’invasione sovietica dell’Afghanistan.
La grande diffusione dell’arma e’ testimoniata non solo dai numeri. Un AK-47 compare nella bandiera del Mozambico, fatto che sottolinea come il leader locale abbia acquisito il potere in larga parte grazie all’uso delle armi. Anche nelle uniformi dello Zimbabwe, di Timor Est e nella bandiera del gruppo terroristico Hezbollah compare un AK-47.
In diversi paesi occidentali, l’AK-47 e’ associate con il nemico. Negli stati filo-comunisti, l’AK-47 e’ divenuto il simbolo della rivoluzione del Terzo Mondo. Negli anni ’80, la Russia divenne la principale fornitrice di armi ai paesi colpiti dall’embargo della NATO, tra cui Siria, Libia e Iran.

Con lo sfaldamento dell’Unione Sovietica nel 1991, gli AK-47 sono stati svenduti sul mercato nero a chiunque fosse disposto a pagare, cartelli della droga e regimi dittatoriali in primis, per finire in anni recenti nelle mani di talebani o terroristi di Al-Qaeda. I film occidentale raffigurano i guerriglieri, i criminali e i terroristi con AK-47 in pugno.
Kalashnikov e’ stato prima in Unione Sovietica e poi in Russia un ereo dello Stato: tra le tantissime decorazioni che costellavano la sua divisa di generale di corpo d’armata dell’esercito russa due stelle di “eroe del lavoro socialista” ed una di “eroe della federazione russa”. Ufficialmente si e’ sempre schermito sostenendo che pur di’soddisfatto del suo lavoro non avrebbe mai voluto vedere il suo nome legato ad un’arma: “Avevo creto un’arma per difendere i confini della madre patria. Non e’ colpia mia se e’ stata usata talvolta dove non avrebbe dovuto essere impiegato. Questa e’ colpa dei politici”, dichiaro’ il gionro del suo 90 esimo compleanno La sigla AK-47 si riferiva alla dizione “Automat Kalashnikova” e 47 e’ stato l’anno della creazione.

Nonostante il successo planetario Kalasnhikov non brevetto’ mai la sua invenzione che per questo e’ stata replicata cosi’ tanto: si conta che sia stata costruito quasi un kalashnikov non ufficiale per ogni arma uscita dalle catene di montaggio della fabbrica di Izmash.
Per questo Kalashnikov non ha vissto nel lusso ma con la sua pensione militare in una casetta a Izhevsk, una cita’ industriale a 1.300 km ad est di Mosca.

http://www.agi.it

 

 

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Category: Armi e Munizioni, Curiosità

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