Un po’ di noi
Un po’ di noi
Quando un cacciatore se ne va, inevitabilmente va via un pezzo della nostra storia. Nel caso in cui chi ci lascia, ha rimarcato la con la sua presenza, ha testimoniato con la sua cultura, lasciando tracce indelebili nel mondo rurale e venatorio e più in generale nella società civile tutta, a maggior ragione possiamo ritenere che ci viene a mancare qualcosa. Di li a dire che se ne va anche un po’ di noi il passo è breve, anche perché pur se con discrezione e modestia ne facciamo parte, con le nostre piccole storie di uomini comuni e quasi invisibili, comunque consapevoli di essere e appartenere ad un mondo mistico e affascinante come quello venatorio, che affonda le sue radici nella notte dei tempi.
Nei giorni scorsi, per la precisione il 30 novembre è ricorso il 3° anniversario della scomparsa del maestro Pinotti cacciatore Antonio, ed in questo lasso di tempo a molti di noi è successo di perdere qualche amico o compagno di avventure venatorie, e con questa mia intendo onorarli tutti, anche coloro che non ho mai conosciuto se non attraverso le testimonianze di amici comuni.
Personalmente oltre il già citato grandissimo Antonio, ricordo con affetto e stima un amico conosciuto prima sul WEB e poi di persona, che ci ha lasciato il 16 agosto c. a. il 26 p. v. avrebbe compiuto 76 anni. Come il maestro Pinotti, anche Salvatore Fareri, per gli amici Nino, da umile uomo invisibile dei boschi qual’era ha provato a fare qualcosa per aiutare il mondo venatorio, il nostro grande malato, il cui versa in condizioni pietose. Per aiutarlo alcuni anni fa, ha fondato il movimento di pensiero: NATURALMENTECACCIA, sulle prime ci sono state adesioni a frotte e grande entusiasmo, ma poi come tutte le iniziative volte a dare una sferzata al nostro mondo sempre più debole e abulico, si è afflosciato così come si era galvanizzato. Non sto a fare la cronistoria sarebbe lunga e complicata, e non è ciò che mi sono prefisso, ma alla fine siamo rimasti in pochissimi a crederci, lui sfiduciato per la pigrizia e il torpore in cui sono caduti la gran parte di noi, se ne è tirato fuori. Eppure non aveva chiesto soldi a nessuno e neppure aspirava a poltrone. Mi fermo qua.
Come già scritto in precedenza, questa pagina vuole solo ricordare chi ci è stato vicino e condivideva i nostri stessi sapori, i nostri stessi valori, e quella vita all’aria aperta, che essa sia in pianura, in collina come in montagna, purché sempre immersa nel verde della natura, quella natura che da sempre è fonte della nostra vita. Ed è per questo che quando muore uno di noi muore anche un po’ di noi, e ci rende leggermente più “poveri”.
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Questi puntini valgano per qualche attimo di raccoglimento in loro memoria.
Pasuale Cinquegrana
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Comments (3)
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Con il massimo rispetto sia per l’amico Antonio che di Salvatore,con il quale ho avuto più di uno scambio di idee,ma sono,purtroppo l’espressione,non più vivente,delle divisioni che hanno distrutto e stanno distruggendo la caccia.Le loro idee potevano rappresentare la chiave di volta della rifondazione della nostra categoria ma purtroppo ora non ci sono più e non siamo stati capaci di portare avanti le loro idee e sfruttare il loro entusiasmo che andava oltre la loro rispettabile età.
Il vuoto e l’immensa tristezza che resta quando muore uno di noi, è come una macchia indelebile appiccicata ad un quadro bellissimo che solo un maestro dall’incomparabile bravura avrebbe mai potuto creare…
*Cacciatore a vita
Ringrazio per aver ricordato queste due nostre grandi perdite