Asso, piccolo grande cane!!
Non nascondo che, lo scorso 1 giugno, quando raggiunta l’ abitazione dei miei genitori, alla Casella di Bibbiena, mia mamma, affacciandosi alla finestra, mi ha detto, con tono commosso “E’ morto Asso”, sono scoppiato in lacrime, come un bambino in fasce.
Asso , epagneul breton maschio, nasce nel maggio del 1998 da Dik, mio primo cane, x Elly dei Tre Monti; fin da giovanissimo, ha dimostrato le sue importanti qualità: senso del selvatico, buon naso, ferma solida, grande resistenza, azione e cerca oltre la nota, per ciò che si richiede ad un continentale estero; inizialmente, peccava nel riporto, dote che acquisì all’ età di tre anni. Ricordo ancora l’ ottimo giudizio espresso su Asso, ad un anno di età, dal giudice cinofilo Antonio Sanchini, in occasione di una prova amatoriale di caccia pratica su starne liberate, ove si classificò primo di categoria. Al termine della relazione sul turno di prova, il giudice aggiunse: “buon soggetto, che, sono sicurò, darà grandi soddisfazioni a questo giovane cacciatore”. Così è stato ed è per questo che ho sentito il dovere ed il piacere, dal più profondo del cuore, di scrivere per il mio Asso quanto leggete.
Soddisfazioni, come dicevo, su starne e su fagiani; grandi soddisfazioni sulla beccaccia, ove Asso è stato per me un gran maestro, insegnandomi Lui stesso a cacciare la nobile regina del bosco.
Ricordo in merito, la sua prima ferma, dopo varie precedenti occasioni di sfrullo su questo selvatico, ammesse all’ età di un anno e mezzo.
Da allora la beccaccia è stata la Sua, o meglio la nostra, grande passione, passione che ho condiviso per un decennio con mio babbo Giuseppe e mio zio Carlo, seguendo Asso, eccelso beccacciaio, nel nostro Appennino Tosco Romagnolo: se decidevi di perlustrare una zona, bastava, con comodità, procedere su questo o quel sentiero; Asso, comunque collegato a chi lo conduceva, spaziava su un ampio terreno, come già detto, oltre la nota di un continentale estero, più come si addice ad un inglese; state pur sicuri, se in zona vi era la presenza di una beccaccia, Lui la trovava e, se padellata o allontanatasi prima dell’ arrivo del conduttore oppure, in caso di difficoltà di tiro, causa la folta vegetazione, Lui, il grande Asso, la ritrovava. E la ritrovava nel giro di poco tempo e poi….la ritrovava ancora, ed ancora una volta, finchè giungeva la giusta occasione; questo è il cane da beccacce: buona azione, buona cerca, buon collegamento, solidità nella ferma, grande resistenza e grande senso del selvatico!!!
Per me, che sono un tradizionalista nato, forte sostenitore dei proverbi locali, accettare il detto che nella vita di un beccacciaio si ha un solo vero valido ausiliare per la caccia alla beccaccia, credete, è veramente dura, soprattutto quando se ne è già beneficiato; e quindi, spero quanto prima di smentire questo motto, anche se, ad oggi, trascorsi ormai alcuni anni da che Asso non mi accompagna più a caccia, data la raggiunta età, ho cacciato con cani ben inferiori a Lui in questa pratica venatoria.
Ho pianto per Lui e ne vado fiero, piango ora che sto scrivendo questa mia, perché, se è ammesso e lecito piangere per la perdita di un cane che ha condiviso per anni la tua stessa passione e si è sacrificato per te, suo essenziale punto di riferimento, è ancor più giusto piangere per il mio Asso, cane che mi ha regalato giornate indimenticabili e mi ha insegnato la nobile arte della caccia alla beccaccia.
Iacopo Piantini
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Category: Racconti
Comments (8)
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TI SCRIVO PER DARTI CONFORTO E SMENTIRE UNA VECCHIA TRADIZIONE, QUELLA CHE VUOLE UN SOLO GRANDE CANE DA BECCACCIA PER L’INTERA VITA DA CACCIATORE. IL 18 NOVEMBRE 2008 MORIVA TRA I BOSCHI DELLA LUCANIA, PROBABILMENTE AMMAZZATO DA UNA VIPERA, BRICH, UN INNESTO TRA BRACCO TEDESCO E POENTER. ERA CAPACE DI PASSARE UN’INTERA GIORNATA SU DI UNA BECCACCIA FINCHE’ NON TE LA FACEVA AMMAZZARE. A NATALE DI QUELLO STESSO ANNO MI VOLLERO PER FORZA REGALARE UN SETTER DI 6 MESI TOLTO DAL PADRONE INSIEME AD UN ALTRO CUCCIOLO PERCHE’ NON POTEVA PIU’ TENERLI . DI CACCIA NON SAPEVA ASSOLUTAMENTE NIENTE. AVEVA VISTO UNA SOLA QUAGLIA A MAGGIO , CHE NELLE USCITE SUCCESSIVE SPERAVA DI TROVARLA SEMPRE ALLO STESSO POSTO . PER NON PORTARLA PER LE LUNGHE , A BECCACCE PER ME E’ DIVENTATO IL MAESTRO ,FORSE SUPERIORE AL PRECEDENTE. IN BOCCA AL LUPO PER IL PROSSIMO CANE
Belle e commoventi parole scaturite dalla profondità dell’animo umano.
Piangi Iacopo, piangi i tuoi splendidi ricordi insieme al tuo folletto, non vergognartene mai. Mai vergognarsi di avere un cuore grande così; mai vergognarsi di piangere un cane; che ha solo il difetto di mancare della parola . Vivili tutti questi momenti, e quando sarò passato tanto tempo, che dicono aggiusti tutte le ferite, ricordali ancora e ancora. << Un rospo dentro ad un pozzo, conosce solo una parte di cielo>> ( Mao ). Mi dispiace per quelli che dal pozzo non riusciranno mai ad uscire e dovranno accontentarsi di guardare solo quel pezzo di nuvola . Tu/noi siamo usciti tempo fa, e chi in un modo e chi nell’altro abbiamo goduto di emozioni immense come quelle che hai descritto, in compagnia di un animale che ha vissuto secondo natura e che ci ha regalato il Paradiso. Complimenti
ti capisco e comprendo. Ho avuto tre cani, un setter, un pointer,ed uno springer, ho pianto per tutti e tre, adesso ho un ottimo springer, che mi caccia in completa simbiosi, un fratello per me, mai nascondere le lacrime per un cane, anche perchè la parola cane non rende grazia a quanto egli ci regala, per me come un fratello od un figlio, l’amore che ho per esso è totale ed è naturale che la sua scomparsa ci dia dolore, ti comprendo a pieno, un saluto iacopo.
Mi hai fatto commuovere e ricordare la mia Frida la mia Lea e altri amici di cui mi accompagna solo il ricordo. Certo che si piange per il proprio amico cane. Ancora oggi, benchè siano passati 6 anni, quando tagliando l’erba passo vicino al punto del giardino in cui e sepolta Frida inevitabilmente ho un tuffo al cuore. Non potrebbe essere diversamente. I nostri cani ci assomigliano troppo.
Più parli di lui, più vivrà in eterno……..(Omero, Odissea)
ho letto questa e altre bellissime lettere presenti sul sito, davvero stringono il cuore. Sono su questa pagina per caso, il mondo della caccia non mi appartiene proprio, anzi è vero il contrario (ma avevo un nonno cacciatore, che però gettò il fucile quando si trovò naso a naso con una lepre, in una foresta innevata del Nord Europa). Mi domandavo proprio leggendo queste righe, come sia possibile che ancora oggi vi siano tanti cani da caccia abbandonati perché indatti, o malati, vecchi. Non potrebbe una rivista come la vostra aiutare a sensibilizzare chi, purtroppo, ha ancora atteggiamenti molto duri verso i propri cani, vedendoli come strumenti e non compagni di vita e di famiglia? Sarebbe, una gran cosa…
Le violenze , l’indifferenza e crudelta’ sugli animali fanno parte di tutti…non solo dei cacciatori… Da cacciatore posso dire che il cane per noi , per la maggioranza di noi , e’ non solo ausilio ma anche ” compagno e amico “. Poi si sa…le mele marce esistono ovunque e noi non siamo esenti da questo. Minoranza esigua che innegabilmente c’e’ ma appunto perche’ esigua non rappresenta e non puo’ rappresentare l’ intera categoria , il ” nostro ” sentire comune e il nostro modo di considerare / rapportarsi con il proprio cane . Piu’ in generale con gli animali ( anche quelli che cacciamo ) …. Per te che non sei cacciatore quest’ultima affermazione potra’ sembrarti assurda ma , credimi , cosi’ non e’…
Saluti
P.S. I canili sono pieni di cani abbandonati….quelli riconducibili a razze da caccia sono solo una piccola percentuale…Tutti gli altri sono abbandonati da ” comuni cittadini ” non cacciatori…La poca considerazione nei confronti del miglior amico dell’uomo e’ , purtroppo , trasversale a tutti .