Ciarafoni: Non mollare. Orgogliosi di essere cacciatori
Non mollare. Orgogliosi di essere cacciatori
L’arrivo dell’estate, se mai le prolungate perturbazioni di giugno finalmente cesseranno, richiamano immediatamente nella testa e nel cuore di tutti noi cacciatori l’avvicinarsi di una nuova stagione venatoria. Per quanti si dedicano alla caccia di selezione, in realtà, carabine ed ottiche sono già in uso da diversi giorni. Una attività meritoria che svolta sotto la regia dell’autorità scientifica consente di mantenere in equilibrio il grande patrimonio degli ungulati del nostro Paese.
E’ l’occasione, peraltro, per sostenere con forza che il prelievo venatorio, fatto con intelligenza e responsabilità, è parte integrante di una buona gestione faunistica e rafforza, ancor più di tanti chiacchiericci salottieri, il tasso di biodiversità della nostra bella penisola. Spesso però occorre battersi contro il pregiudizio e il fondamentalismo animalista che neppure di fronte alla scienza riesce a frenare istinti bellicosi di duro e strumentale attacco ai cacciatori.
Così non si fa il bene della fauna, come è successo in provincia di Siena allorché è stata spinta l’amministrazione provinciale, fin troppo arrendevole, a sospendere il controllo delle volpi od anche il tentativo di far cessare, in provincia di Grosseto, una serie di progetti svolti dall’Arcicaccia e finalizzati alla promozione della conoscenza degli animali selvatici da parte degli alunni delle scuole di Gavorrano. In questo caso però ferma è stata la risposta delle istituzioni, a cominciare dal presidente Marras, che hanno sostenuto quell’iniziativa rassicurando le buone intenzioni degli organizzatori di fronte all’opinione pubblica e al corpo insegnante.
Un bel segnale della politica che ci ha abituato, purtroppo, a ragionamenti fatti sulle convenienze e non sulle necessità. Poi, però, non ci si deve meravigliare se i cittadini disertano le urne e voltano le spalle ai partiti dei quali in una solida democrazia se ne avverte il bisogno purché svolgano la loro missione nel segno della trasparenza e del dettato costituzionale.
I primi mesi estivi sono anche legati alla definizione dei calendari venatori da parte delle Regioni. Non tutte ci arriveranno in tempo utile come prevede la legge e molti cacciatori dovranno aspettare il mese di agosto per avere quelle certezze che, di contro, meriterebbero tempi diversi e adeguati. Le difficoltà che si prospetteranno sul versante dei calendari saranno quelle di sempre a cominciare dal mancato dialogo tra le regioni nel definire tra loro atti omogenei soprattutto quando sono simili le caratteristiche e le vocazioni faunistiche dei territori.
In questo caso dovrebbe venire in soccorso la scienza ma in realtà la strada prescelta è quella del campanile. Se i calendari non verranno definiti a dovere, come al solito entreranno in campo i tribunali a riscrivere le regole con la speranza che non salti qualche giornata di caccia.
Agli amministratori occorre chiedere di assolvere al loro compito utilizzando al meglio le leggi a disposizione. Fughe in avanti non servono e tantomeno restrizioni penalizzanti. La Corte costituzionale ha ribadito con una sentenza riguardante la regione Toscana che i calendari venatori debbono essere approvati attraverso degli atti amministrativi e non con leggi ad hoc. E’ questo il frutto amaro di chi alimentando il conflitto, le furbizie e la confusione ha riaperto il caso caccia nel nostro Paese. Dentro lo scontro si è buttato a capofitto il mondo animalista e qualche associazione ambientalista che non ha resistito al richiamo della demagogia.
La madre però di tanta confusione va ricercata nell’irresponsabilità di tutti coloro che nel mondo venatorio hanno preferito operare propagandisticamente anziché stabilizzare, al meglio, le leggi esistenti. “Più caccia, più tempi e più specie”, il loro grido di battaglia che alla fine però ha prodotto solo sciagure per la caccia ad iniziare dalla approvazione della legge comunitaria che ha portato all’accorciamento di stagione per alcune specie di fauna selvatica. Lo sanno bene i cacciatori che tali accorciamenti li stanno vivendo sulla loro pelle.
Il paradosso è che ora gli stessi dirigenti del mondo venatorio, che hanno provocato la cocente sconfitta, chiedono che si rispettino i tempi di caccia previsti dalla legge 157, la stessa normativa che nelle loro intenzioni avrebbe dovuto essere smantellata. Ora dicono le stesse cose che l’Arcicaccia, tacciata come nemica dell’allargamento dei tempi di caccia, ha sempre sostenuto. Teniamoci ben stretto il calendario previsto dalle legge 157 perché metterlo in discussione avrebbe potuto riaprire in negativo il punto di equilibrio che Rosini, Fermariello, Laura Conti erano riusciti a trovare nelle aule parlamentari: hanno sostenuto in tutte le sedi i dirigenti dell’Arcicaccia.
Non sono stati ascoltati perché c’erano da fare le tessere associative, magari sottocosto, per avere più muscoli organizzativi da agitare, per mantenere qualche poltrona di comando. Per di più lorsignori faticano a ripensare in chiave critica i danni che hanno provocato compreso quello di allontanare la necessità che la prima delle esigenze avrebbe dovuto essere affrontare il cuore del problema: la gestione del territorio e della fauna.
E’ in questo contesto che sinergie e accordi avrebbe potuto rafforzare la caccia sociale e sostenibile anche nel rapporto con gli agricoltori e gli ambientalisti. Il tema dei danni da fauna selvatica, quello di riconoscere ruolo, funzioni e risorse alle imprese agricole, l’inserimento dello storno nell’elenco delle specie cacciabili, la valorizzazione degli Atc e dei Ca, gli accordi interregionali tra regioni sulla mobilità, la corretta applicazione delle deroghe, la governance istituzionale dopo il possibile scioglimento delle Province dovevano essere le priorità che speriamo, ora, possano tornare ad essere oggetto di riflessione di tavoli interassociativi unitamente alla rivalutazione dell’identità della caccia italiana. Flebili momenti di confronto sono stati avviati.
Occorre incoraggiarli partendo dall’idea che l’unità, pure necessaria, è lo strumento per difendere la caccia e per ricollocarla culturalmente nella società. Essere orgogliosi di essere cacciatori non significa gridarlo ai quattro venti nelle sale chiuse dei circoli ma essere riconosciuti utili alla società.
Scrivo queste cose per dire che non bisogna mollare. Oggi più che mai le associazioni nel tempo della crisi economica devono stare vicino ai loro soci, mettere a disposizione servizi che vadano ad abbattere costi, essere trasparenti nella gestione delle risorse, far sentire ai cacciatori che vivono all’interno di una comunità. Non mollare significa tentare tutte le strade per evitare che la frustrazione e le ridotte risorse di ciascun cacciatore non prevalgano al momento della decisione del rinnovo del porto di fucile.
E’ questo il momento di tenere aperti i circoli, di trasformare i campi addestramento, gli stand di tiro a volo, le sagre e quant’altro quali occasioni per trasmettere fiducia e per gettare le basi di un domani diverso. Tutti insieme ce la possiamo fare. Le associazioni se abbandoneranno la tattica, i cacciatori se avvertiranno che la fase storica richiedere il loro protagonismo.
Intanto guardo, come tanti di voi, i miei cani. Ci raccontiamo con gli sguardi le storie vissute e ne immaginiamo tante altre. La cassetta è pronta, non c’è bisogno di inviti per salire. C’è un filo rosso che unisce uomini e cani che è difficile descrivere. Si parte verso un nuovo viaggio di scoperta che come scrisse Marcel Proust, non consiste nel cercare nuove terre ma nell’avere nuovi occhi.
Marco Ciarafoni
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Marco Ciarafoni
Presidente Consiglio Nazionale Arci Caccia
L.go Nino Franchellucci, 65
00155 Roma
Tel. 064067413 Fax 0640800345
[email protected]
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Comments (27)
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ha parlato il presidente dei morti viventi………..
facile dare sempre colpe altrui……
Tante belle frasi in questo editoriale, tutte degne di nota ed approvazione ; una su tutte : ———-E’ questo il momento di tenere aperti i circoli, di trasformare i campi addestramento, gli stand di tiro a volo, le sagre e quant’altro quali occasioni per trasmettere fiducia e per gettare le basi di un domani diverso.——-
Già, le BASI per un domani diverso; ma non bastano i luoghi descritti per farlo. Occorre più determinazione per mettere a conoscenza la popolazione italica di cosa è realmente andare a caccia. Il che vuol dire appropriarci di quegli spazi che ci sono sempre stati negati ( o che nemmeno si sono cercati ) ,a differenza dei soliti noti che con le loro menzogne quotidiane sono riusciti a lavare il cervello della gente facendo credere TROPPO FACILMENTE che i cacciatori sono i cattivi, brutti e sporchi della storia . Così che il nostro futuro è rimasto in mano a persone di buona volontà, capaci, instancabili … ma forse prossimi alla protesi d’anca ! Ed è colpa nostra !
“”… la prima delle esigenze avrebbe dovuto essere affrontare il cuore del problema: la gestione del territorio e della fauna…”"

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E si…..Allora parlo del ” mio ” ATC… la cui realta’ penso rappresenti la quasi totalita’ degli ATC italiani…
” Gestione del territorio inesistente….
” Gestione della Fauna : acquistare capi da lanciare sulla cui qualita’ e’ meglio stendere un velo pietoso…
” Settanta per cento delle entrate spese per mantenere il ” carrozzone “…Trenta per cento per tutto il resto .
Che poi ” il resto ” sarebbe la parte piu’ importante a cui dovrebbero essere indirizzate la maggior parte delle risorse di un ATC : FAUNA e AMBIENTE , e non il contrario…
Finche’ esisteranno tali squilibri nell’indirizzare le risorse , di ” buona gestione ” non se ne puo’ proprio parlare…Anzi si se ne puo’ parlare : il riuscire a gestire , in questo caso molto bene , interessi o ambizioni personali . Mantenere un po’ di gente , spesso vecchia…incapace….fossilizzata su antiche ricette ormai non piu’ attuali e attuabili…inerti… privi di idee e iniziative che non so perche’ si accaniscono a occupare con le unghie e con i denti tali posizioni . Qualche giovamento ne trarranno di sicuro….
Comunque fate con comodo prima di arrivare a una conclusione . Nel frattempo i cacciatori abbandonano e la Caccia muore….
Spriger…. non starai parlando male del tuo ATC paradiso come lo definivi tempo fà
Si si…proprio di quello…
Cambiato il Presidente…fine della festa…
Non lo cambierei con nessun’altro ATC della Provincia perche’ lo conosco molto bene e so i posti ” giusti ” da frequentare. E anche perche’ so per certo che gli altri sarebbero peggio. Ma si salva solo perche’ confina con il Parco del Ticino ( ed e’ da li che escono gli animali ) non certo per la ( non ) gestione che viene fatta negli ultimi anni…
Gli ATC ora sono tutti uguali. In pratica come li avevamo descritti noi anni fa.
E Ciarrafoni è o sarà solo il primo di una lunga serie di presidenti che faranno questi appelli a non mollare, perchè temono di perdere i loro itroiti dervanti dalle tessere
(:-p)
Oggi più che mai le associazioni nel tempo della crisi economica devono stare vicino ai loro soci,
Ancora volete stare azzeccati a noi ? E come ce l’ho avete fatto fino ad ora non vi basta !!
No grazie la festa è finita e le chiacchiere stanno a zero. In Campania bene che vada siamo rovinati, preferisco dare i miei soldi allo SVI e spero che si radichi bene e presto in tutta la penisola, così vi azzeccate a qualcun altro.
Salutiamo
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Si è già “azzeccato” caro Giacomo: il signor Marco Ciarafoni oltre ad essere “Presidente Consiglio Nazionale di Arci Caccia” come sopra indicato, è anche “responsabile per le politiche relative alla fauna e alla biodiversità” e “portavoce nazionale Ecologisti Democratici”, come riportato nel sito del Partito Democratico.
Questo ha visto il film ….La notte dei morti viventi…… Il compagno della natura è resuscitato. Ave cesare, morituri te salutant.
Ormai il danno è fatto, la tua Associazione l’hai quasi smantellata con le tue idee progressiste e le tue frequentazioni animaliste che ora critichi, perchè ti toccano i tuoi beneamati caprioli.
Per il resto sono i “ragli alla luna” di chi si sente vacillare.
Mi chiedo perchè Daniele continui a pubblicare articoli di questo\questi “signori”?
Almeno Berlato, se pur a mio avviso,TROPPO POCO, interviene e risponde ai commenti degli iscritti, questi “unti dal Signore”(fra i quali anche altri pres. di aa.vv.) mai li ho visti intervenire, commentare o interloquire con gli iscritti in questo sito, che poi a volte o spesso sono anche loro associati.
Daniele risparmiaceli!!!!!!!!
Non sarà un po troppo tardi per tentare di recuperare il tempo perduto ?
Caro Ciarafoni, il terreno vi sta franando sotto ai piedi e cercate di chiudere la stalla, ma i buoi sono scappati da un pezzo. Le disastrose leggi 157/92 e 394/91 lo sapevano anche gli analfabeti che avrebbero falcidiato il numero dei cacciatori. Ora la crisi economica dovuta alla scellerata adesione alle politiche criminali dell’unione europea/Grande Germania (votata negli anni da PD e PDL) sta annichilendo l’economia e di conseguenza gli Italiani stanno togliendosi tutto il superfluo, compresa la caccia. Rimarrete da soli e finalmente vi renderete conto che avete segato il ramo su cui eravate seduti.
Pochi ma chiari e condividibilissimi commenti
(n)
Cos’ha la Germania in più di noi? risponditi a questa domanda, e avrai le risposte che cerchi. Ricorda anche che con la caduta del muro la Germania ovest ha dovuto fare un impresa per pareggiare i conti con la Germania est e non ha chiesto nulla a nessuno….. forse loro hanno qualità migliori delle nostre forse loro sono abituati a un rigore che va dall’operaio al manager forse loro sono tedeschi e noi itagliani
Veramente la riunificazione della Germania l’abbiamo pagata noi. Informati meglio, magari non su l’Unità.
si si magari siamo anche i benefattori dell’Europa! e se anche fosse siamo così generosi da aiutare la Germania e teniamo ancora le casette prefabbricate del terremoto dell’Irpinia? forse allora siamo cattivi amministratori….
Ti sbagli Fiore gliela abbiamo pagata NOI, convertendo la lira in euro a 1936.27 al posto di 1.30-1.50.
Ecco come hanno fatto ed ora vogliono dirci cosa fare????
Ma per favore.
macchè Laser, avevano il Marco che valeva 4000 mila lire, la faccenda dell’euro è che in itaglia nessuno s’è preso la briga di controllare ne commercianti ne banche e loro da par suo hanno fatto come meglio gli tornava!! su non troviamoci sempre scuse per non vedere che siamo un popolo di bugiardi e truffatori!! andiamo al vostro hanno dato 7 anni e interdizione perpetua dai pubblici uffici e uno così ha fatto il presidente del consiglio per 10 anni !!!!! ci piacerebbe essere come la Germania altro che!!
La Teutonica Alemagna, ha dalla sua Kaiser Merkel che si fa rispettare, una classe dirigente capace, efficiente e pragmatica.
Dalla nostra abbiamo: una classe politica di disadattati, una classe dirigente da operetta e una classe di dirigenti venatori che al primo lamento corrono a sostenere le tesi bislacche degli animalisti.
Comunque un rimedio ci sarebbe.
Ci prendiamo la Merkel assieme ai loro dirigenti venatori e in Germania ci spediamo il nostro Presidente del Coniglio assieme alle nostre associazioni venatorie ed ambientaliste.
Tempo un anno, e anche in Germania si riducono peggio del Burundi.
Non credo Argo, la gl’arresterebbero subito e qua verrebbero tolti di mezzo perchè troppo capaci
Ora si che ragioni, Fiore…
Eccome se hai ragione, purtroppo per noi.
Ma cosa si vuole pretendere da gente che ci ha “regalato” la 157…..
a ciarafo’..Ma proprio te parli di scienza, hai sostenuto un tavolo delle mediazioni a ridurre i calendari senza guardare ne scienza e ne altro???
La scienza ci viene a favore,come la magistratura, la direttiva comunitaria la legge nazionale e quelle regionali….
Come sapevate benissimo che recepire la direttiva in quella maniera ci avrebbe obbligato a fare calendari motivati..Eppure il Partito ha votato coeso con il pdl….
non diciamo cose non corrette….
Si nota la malafede di arci quando asserisce che le altre associazioni venatorie hanno voluto aderire alla legge comunitaria che permetteva periodi di caccia per specie animali tanto da consentire di andare a caccia oltre il 31 gennaio, nulla di più falso in quanto quella direttiva andava recepita obbligatoriamente pena sanzioni da parte della comunità. Evidentemente si sentono già in campagna tessere.