Perugia: Quando l’attività venatoria si distingue e migliora chi la esercita
Quando l’attività venatoria si distingue e migliora chi la esercita
“Parati ad virtutem sequendam”
2° Memorial “Domenico Tazza” - 3° Incontro di tiro
di Maurizio Franchi
Cari lettori, apro con il motto scelto dal nostro distretto di gestione faunistico-venatoria cervidi di Spello, in Ambito Territoriale di Caccia – Perugia 2 : “Parati ad virtutem sequendam”.
Infatti, noi crediamo che in ogni aspetto della vita bisogna essere pronti a recepire l’insegnamento, la virtù, l’esperienza che segue quella vissuta al momento.
Quindi, un invito a vivere la vita e le sue passioni con lo sguardo rivolto al futuro.
Lo scorso 11 maggio, presso i poligoni “La Folce”, in Magione (PG), si è tenuto l’incontro di tiro, previsto dal regolamento del nostro a.t.c. e dedicato, per decisione unanime, al caro amico Domenico Tazza, scomparso tragicamente l’11 settembre del 2011.
L’incontro ha visto il trionfo di Roberto Santioni, che si è aggiudicato il Trofeo “Domenico Tazza”ed ha visto sulle piazze d’onore Nicola Mattoni, secondo, e Daniele Pompei sul terzo gradino del podio.
In ogni caso, la qualità di tiro espressa da tutto il gruppo è stata, per dirla con le parole del Capo Distretto Alberto Mazzoli, di ottimo livello ed in apprezzabile ascesa.
L’aspetto umano, a prescindere dalla tecnica, è stato il vero ed assoluto vincitore!
L’ospite d’onore Marco Tazza, secondogenito del grande “Mimmo” ha effettuato la consegna del trofeo tra gli applausi e la palpabile emozione di tutti i presenti.
Un sentito grazie, dunque, a tutta la famiglia, alla moglie Adelaide, alle figlie Marta e Aurora, ai genitori e ai fratelli del grande Domenico, che applaudiremo, per sempre!
Voglio rivelare un piccolo, enorme particolare!
All’indomani della gara ho espresso le mie congratulazioni al vincitore, che mi ha risposto con la grandezza d’animo e la sensibilità, degna di un cacciatore che vive di passione e amicizia, ovvero : “…….la soddisfazione più grande…l’aver ricevuto il trofeo dalle mani Marco ed essere succeduti a Domenico ….”il migliore ” tra i vincitori del trofeo !!
Quindi ecco perché il nostro motto incarna, esattamente, lo spirito del nostro gruppo di cacciatori!
Si, prima di tutto siamo cacciatori e con orgoglio e profonda convinzione lo affermiamo.
La caccia è un fenomeno sociale ed in quanto tale afferma la sua cultura mediante l’insieme dei comportamenti, degli usi, dei costumi e, quindi, delle tradizioni, del modo di condividere interessi diversi, dei singoli individui e dei gruppi.
Pronti a diventare, virtuosamente, attori sociali capaci di far comprendere l’unicità delle azioni di gestione, capaci di costruire la propria passione, ogni giorno, attraverso le giuste parole, l’esempio, il lavoro, con l’impegno di rendere visibili gesti e comportamenti e con la consapevolezza di maturare un messaggio, che sappia proporre la caccia come stile di vita!
In questa ottica lavora e cresce il nostro gruppo, che vuole farsi portatore di una nuova cultura venatoria, partendo dal passato, dalla tradizione, rispettando quelle regole, anche non scritte, cardini di quella cultura rurale che oggi, da più parti, si sente invocare come una buona “novità” !
Quella cultura è dentro di noi e la caccia è una delle espressioni più belle e ricche.
Tutti noi, oggi, dobbiamo essere convinti produttori di ambiente e non può più semplici consumatori di un bene troppo grande, che abbiamo il privilegio di gestire e prelevare.
Abbiamo il dovere di conservare le popolazioni animali attraverso la conoscenza delle singole specie e, quindi, il nostro sprone è rivolto alla “cognizione” come chiave di volta di “nuove primavere” e pensare a corsi di formazione per cacciatori come già avviene per gli ungulati e per la beccaccia.
Incrementare questo indirizzo rivolgendoci a tutta la selvaggina nobile stanziale e attivare programmi di ricerca sulla migratoria è la proposta.
Riassumendo, la caccia si definisce nobile, nel senso della generosità del comportamento, per lo stile, la genuinità di cuore, e solo chi si fregia di queste doti e le rende apprezzabili con il bagaglio delle necessarie conoscenze può cimentarsi nel campo dell’utilizzazione della selvaggina e può dirsi cacciatore.
Ancora di più, si nobilita quando è integrata dai sentimenti di amicizia, di unione e reciproco aiuto, di amore per la natura e per gli esseri che la popolano.
Un grazie particolarmente sentito a tutti i cacciatori iscritti al distretto!!!
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