Umbria: Nuovi adempimenti, nuovi obblighi e nuove grane in vista
Divulghiamo per dovere d’informazione (e non spettava certamente a noi l’obbligo di farlo in tempi rapidi) parte del Regolamento Regionale n° 11 del 2012 con il quale la Giunta Regionale dell’Umbria ha modificato il Regolamento di attuazione della Legge Regionale n° 28 del 2002 (Testo Unico per le Foreste) e che interessa “molto” da vicino il mondo venatorio.
Dopo la prevista attività di consultazione dei soggetti interessati effettuata (come riportato sull’Atto in questione) con il Corpo Forestale dello Stato, con le Comunità Montane, con le Associazioni delle Ditte boschive, con gli Ordini Professionali, con le Associazioni Ambientaliste e con le Organizzazioni Professionali Agricole, la Giunta Regionale dell’Umbria, senza minimamente coinvolgere le Associazioni Venatorie, ha modificato il precedente Regolamento di attuazione del Testo Unico per le Foreste n° 7/2002, inserendo un nuovo articolo che riportiamo integralmente:
Art. 20 bis (R.R. n° 11/2012)
(Realizzazione e manutenzione di appostamenti fissi di caccia).
1. Negli appostamenti fissi di caccia realizzati in data successiva al 1° settembre 2012 ed autorizzati ai sensi della legge regionale 17 maggio 1994, n. 14 sono consentiti nel primo anno dal rilascio della suddetta autorizzazione e previa comunicazione all’Ente competente per territorio, il taglio dei polloni su una superficie non superiore a 1.000 metri quadrati e la potatura e spalcatura degli alberi nel rispetto di quanto stabilito dall’articolo 12.
2. Negli appostamenti fissi esistenti alla data del 1° settembre 2012 sono consentiti l’abbassamento periodico dei polloni, previa preventiva comunicazione all’Ente competente per territorio che rimane valida per i singoli periodi per i quali l’appostamento è autorizzato su tutta la superficie già sottoposta a precedenti interventi di abbassamento, e la potatura e spalcatura degli alberi nel rispetto di quanto stabilito dall’articolo 12 del Regolamento 7/2002.
3. L’esecuzione di potature e spalcature in deroga a quanto stabilito all’articolo 12 può essere autorizzata dall’Ente competente per territorio che può dettare opportune prescrizioni in relazione alla specie arborea, all’età e alle condizioni di salute delle piante interessate, al fine di garantire la stabilità e vitalità delle stesse.
4. In caso di mancato rinnovo, alla scadenza, delle autorizzazioni per appostamento fisso, il titolare deve provvedere al taglio raso terra dei polloni precedentemente abbassati ai sensi dei commi 1 e 2.
5. Per l’esecuzione di interventi in difformità alle prescrizioni di cui ai commi 1 e 2, si applica la sanzione di cui all’ articolo 48, comma 11 della l.r. 28/2001 .
6. Per la mancata presentazione di comunicazione di intervento ai sensi dei commi 1 e 2, si applica la sanzione amministrativa di cui all’ articolo 48, comma 12 della l.r. 28/2001 .
7. Per l’esecuzione di interventi senza l’autorizzazione di cui al comma 3 e la mancata esecuzione degli interventi previsti al comma 4, si applica la sanzione amministrativa di cui all’ articolo 48, comma 11 della l.r. 28/2001 .
8. Per l’esecuzione di interventi difformi all’autorizzazione di cui al comma 3, si applicano le sanzioni amministrative di cui all’articolo 48, commi 9, lettera a) e 12 della l.r. 28/2001 .
Nuovi adempimenti, nuovo obblighi “burocratici” e nuove prevedibili grane quindi per il mondo venatorio e per i migratoristi in particolare titolari di appostamento fisso, già impegnati nel puntuale rispetto delle precedenti norme che imponevano una corretta esecuzione degli interventi di potatura, nonché una buona e razionale conduzione delle aree boschive dove esercitavano l’attività venatoria ai sensi del Regolamento n° 7/2002 che riportiamo:
Art. 12 (R.R. n° 7/2002)
(Potatura e spalcatura).
1. La potatura dei rami verdi delle latifoglie è consentita da ottobre a marzo e l’asportazione dei rami non deve superare il quarto inferiore della chioma verde.
2. La spalcatura dei rami verdi delle conifere è consentita tutto l’anno e l’asportazione dei rami non deve superare il quinto inferiore della chioma verde.
3. Per favorire una rapida cicatrizzazione della ferita i tagli devono essere tendenzialmente ortogonali all’asse del ramo, senza creare possibili ristagni d’acqua, ed eseguiti vicino al punto di inserzione del ramo sul tronco senza danneggiare il cercine (collare posto in corrispondenza dell’inserzione del ramo sul tronco). La corteccia non deve essere slabbrata e la superficie del taglio deve presentarsi liscia. Nel caso di potature su piante di castagno o cipresso affette da attacco fitopatologico è obbligatoria la disinfezione degli strumenti utilizzati nel passaggio da una pianta alla successiva.
4. I rami secchi possono essere asportati in qualunque periodo dell’anno e con le modalità esecutive di cui al comma 3 .
5. Per la violazione alle prescrizioni del presente articolo si applicano le sanzioni di cui all’ articolo 48, comma 9, lettera a), della L.R. n. 28/2001 .
Burocratizzare ulteriormente la caccia oltre la miriade di leggi e regolamenti da rispettare, senza peraltro coinvolgere le Associazioni Venatorie e senza divulgare in tempi rapidi nuovi vincoli che prevedono sanzioni in caso di inosservanza, ci costringerà a chiedere formalmente un incontro con la Regione dell’Umbria, per avere soprattutto dai quei rappresentanti istituzionali in possesso di “licenza di caccia” o da quelli che si sono sempre dichiarati “sensibili” alle esigenze del mondo venatorio risposte e chiarimenti in merito.
Ufficio Stampa ANLC Umbria
http://www.anlcpg.it
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Comments (4)
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Mi pare giusto e sacrosanto!
Secondo me e una delle poche cose fatte bene dalla regione Umbria
Ha fatto bene Libera Caccia ad evidenziare questo ulteriore “lacciolo” burocratico, che di fatto offende tutti coloro che si adoperano tutto l’anno per rendere bello e credibile il proprio appostamento.
E’ un regolamento invadente che si aggiunge ai tanti lacci e lacciuoli che opprimono e tartassano inesorabilmente chi pratica la caccia.
Potrà mai, il cacciatore, rovinare e deprimere l’ambito luogo ove ogni fronda fuori posto segnala il “tranello”?
La politica virulenta portata avanti ormai da tanti anni dagli amministratori dell’Umbria, contro trasparenza, volontariato e produzione faunistica, ha lacerato la cultura venatoria fomentando servili contrapposizioni attraverso PRETESTI BUROCRATICI, per avere poi il plauso dai soliti forsennati anticaccia.
Basta pensare agli ATC, che non solo inventano vergognosi pretesti e … rimborsi, ma giungono persino ad ignorare ed offendere i diritti di tutti i cacciatori.
Cordialità.
Politici impiegati burocrati, pagati con le nostre tasse invece che dedicarsi su cose serie ed importanti per rilanciare l’economia creano ancora più burocrazia.
Comunicazioni, regolamenti, controlli sanzioni.
Siamo in un vero regime burocratico e fiscale il 24 e 25 febbraio cerchiamo di no sbagliare ancora, dobbiamo fare piazza pulita di una classe politica e burocratica vergognosamente fallimentare.
Grazie alla libera caccia alla quale sono socio della puntuale informazione che ci da puntualmente un cordiale saluto claudio tortoioli