Zarattin: considerazioni sul “premio Hitler”

| 19 novembre 2012 | 15 Comments

In questi ultimi giorni è balzata agli onori delle cronache nazionali la notizia del “Premio Hitler”; un “riconoscimento” un po’ particolare da destinare ad una personalità distintasi nel campo dell’animalismo. Un evento che ha fatto discutere e che verrà presentato da Federfauna il prossimo 24 novembre a Bologna. Un premio che ha avuto una risonanza mediatica maggiore rispetto al “Premio Attila” istituito dalle associazioni ambientaliste negli anni scorsi e che a volte è finito, seppur virtualmente, tra le mani di qualche illustre cacciatore.

Lo scopo del premio di Federfauna, dicono i comunicati, è quello di fare cultura ed attirare l’attenzione nei confronti di un problema che autorevoli sociologi, storici e filosofi di tutto il mondo non hanno affatto sottovalutato e che stanno evidenziando ormai da anni.

Argomentazioni e contro-argomentazioni sul fatto che Hitler fosse veramente vegetariano, amasse smisuratamente gli animali ed avesse promulgato le leggi più restrittive al mondo in loro favore ce ne sono ormai a migliaia, pubbliche in ogni angolo del web. Chi sostiene non fosse vero, chi sostiene, documenti alla mano, l’esatto contrario e chi, com’è facile pensare possa accadere in questi casi, taccia rapidamente la faccenda come una stupidaggine ed una provocazione. Del resto, nel nostro immaginario si è ben impressa la regola che “chi ama gli animali, figuriamoci se non ama gli uomini”….se i cacciatori, i pescatori e gli allevatori sono “assassini”, i circensi degli sfruttatori, i vivisettori degli aguzzini, figuriamoci se costoro non si avvicinano di più alle idee “anti-umaniste” che hanno caratterizzato tristemente il secolo scorso. Pare invece, secondo studi ampiamente documentati, che la cosa non stia in questo ordine di idee.

Secondo alcuni storici, il nesso tra l’”ambientalismo radicale”, la visione olistica della vita, il mito della natura e le idee che sono poi sfociate nell’antisemitismo e nella spasmodica ricerca della razza umana perfetta, è molto più forte di quanto si possa immaginare. La storia dell’uomo insegna che gli eventi più tragici e sanguinari come le guerre, le devastazioni, le pulizie etniche hanno avuto bisogno di una ideologia “pura” alle spalle per poter essere perpetrate e digerite dai popoli, un’idea che potesse avvicinarsi alla “perfezione” e che fosse presa quale modello universale ed incontrovertibile. Pensiamo ad esempio alla causa religiosa, uno dei leitmotiv più forti in tutte le guerre. Il problema però è che nei casi più terrificanti accaduti all’umanità per mano dell’uomo, queste ideologie non sono state studiate a tavolino ed infuse al popolo secondo un preciso processo di propaganda, ma sono nate e si sono diffuse nella certezza del “giusto”. Un fenomeno, questo, che non credo possa essere bloccato e perfettamente descritto dalla ragione umana e che il contesto storico e sociale di quel preciso momento, in attesa della scintilla detonante, modifica e modella adattandolo ai tempi, creando la storia dell’umanità, a volte tristemente famosa.

E’ inutile negare che nella Germania nazista la “questione animale” e l’ecologia in generale fossero temi molto seguiti, ai quali dedicare un occhio di riguardo. I più importanti contributi storiografici sono stati ben descritti da Arluke e Sax in “Understanding Nazi Animal Protection and the Holocaust”. Documentazioni forti riprese in maniera ancora più eclatante nel libro di Luc Ferry “Le Nouvel Ordre écologique” in cui vengono evidenziate le tre leggi del regime nazista: la “legge di protezione degli animali”, la “legge del Reich sulla limitazione della caccia”, la “legge del Reich sulla protezione della natura”. L’autore fra l’altro, per dare ancor più forza alle sue idee, si sofferma su un capitolo della legge in favore degli animali in cui si dettavano le condizioni per il corretto trasporto in treno e le accortezze relative da adottare in termini di aerazione per gli animali e dei momenti di loro riposo.

Un doveroso no comment!

Questi contributi storici che vedono Hitler come un fanatico animalista ed un convinto vegetariano per questioni etiche sono stati poi a loro volta ripresi e criticati da altri storici come Rynn Berry, convinto vegetariano.

Non se ne abbiano quindi i sostenitori dell’una o dell’altra tesi e non si arrovellino nel cercare documentazioni storiche sulla dieta del Fuhrer o sui cavilli delle leggi protezionistiche del Reich, non accostino paragoni del tipo “anche Gandhi e Leonardo da Vinci erano vegetariani” perché al di la di questi piccoli e personali dettagli comportamentali, grazie anche ai vari scritti del sociologo Peter Staudenmaier, si viene a scoprire che, fin dagli albori, la questione animalista permeava in tutta la sua essenza l’intera causa nazista. Il suo libro - Fascist Ecology: The “Green Wing” of the Nazi Party and its Historical Antecedents – (pubblico anche in rete), suona come un monito affinchè l’impegno ambientalista non commetta gli errori del passato, avvicinandosi pericolosamente a cause estreme fino ad arrivare a confondere i ruoli di specie, prendendo così pieghe antiumaniste. Staudenmaier lo fa esaminando piu’ approfonditamente l’incarnazione della cosiddetta “corrente verde” del nazionalsocialismo tedesco, dando risalto sia alla sua centralita’ nell’ideologia nazista, sia all’applicazione pratica durante il Terzo Reich. Un fenomeno di cui se ne ha notizia fin dal 1867, quando lo zoologo tedesco Ernst Haeckel conio’ il termine “ecologia” e inizio’ ad istituirlo come disciplina scientifica dedicata allo studio delle interazioni fra organismo e ambiente. In un passo del suo scritto, Staudenmaier evidenzia come fin dagli albori “i temi dominanti erano l’ordine naturale, l’organicismo olistico e la denigrazione dell’umanita’. Argomentazioni queste che hanno un’inquietante risonanza con il dibattito ecologista attuale: la chiave per l’armonia socio-ecologica consisterebbe nell’accertare le “leggi eterne dei processi della natura” (Hitler) e nell’organizzare la societa’ affinche’ corrisponda ad essa.”

Gravi errori di giudizio, quindi, come li definisce lo scrittore, dimostrando come possa essere fortemente fuorviante un’aura animalista, perbenista, ingannevolmente buonista. Un’analisi dettagliata sui legami tra le due ideologie, scomoda e scoraggiante per la quale, come dice Staudenmaier, si puo’ provare la tentazione di giungere esattamente alla conclusione errata: vale a dire, concluderne che anche le imprese politiche piu’ reprensibili talvolta possano fornire risultati apprezzabili. La vera lezione e’ invece precisamente il contrario: anche la piu’ apprezzabile tra le cause puo’ essere pervertita e strumentalizzata a vantaggio di una criminalita’ selvaggia.”

Chi volesse cimentarsi nel tentativo di confutare le tesi sull’”animal-nazismo”, deve quindi assumersi la briga di confrontarsi con questi testi e non limitarsi a discutere sulle abitudini dei gerarchi nazisti durante il solo periodo della guerra. L’analisi deve riguardare gli albori di questo triste periodo, iniziando fin dalle sue prime radici fino ad arrivare a comprendere il motivo che ha condotto l’umanità a perpetrare simili atrocità.

Dopo aver letto tali documenti non è possibile rimanere insensibili di fronte al modo di condurre alcune cause animaliste ed antispeciste che, in apparenza, per il comune cittadino disattento, sembrano permeate delle più buone intenzioni. Non si può fare a meno di riflettere sul modo di rapportarsi con chi non la pensa come loro, sulla violenza verbale e psicologica, sul colore delle loro bandiere che in certi casi assomiglia fin troppo a quelle che sventolavano in quel buio periodo.

 

Massimo Zaratin

 

 

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Comments (15)

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  1. renzo scrive:

    Trovo che la cultura ,in ogni senso la si guardi , sia il vero ed unico sale della vita. Senza cultura probabilmente l’essere umano si sarebbe già estinto senza se e senza ma; e in questo articolo di cultura ce ne sta parecchia

    Resta il triste fatto che per la maggior parte delle persone la cosiddetta cultura vada di pari passo con l’immagine del sapientone di turno; ecco, questi non hanno capito nulla.
    Ed è per questo che percepiscono certi episodi culturali interpretandoli per loro semplice ed unico uso e consumo, contestandone sia la storia che la semplice esistenza nella stessa .
    Che Hitler, fosse quello che era ormai dovrebbe essere entrato a far parte della pur semplice cognizione di ognuno di noi umani; seppur come cultura meramente scolastica
    Non ci dovrebbero essere dubbi , se non segnati dalla cecità causata dallo stesso modo di vedere le cose come le vedeva lui; in maniera ,aggiungo , particolarmente pericolosa e non più da ripetere
    Se fossi assolutamente credente al mille per mille potrei affermare che come è sceso sulla terra Nostro Signore ,l’antagonista ,il vero antiCristo potrebbe benissimo essere visto nella figura del baffino maledetto; però.. resta e resterà sempre come la figura di un uomo crudele, assassino , totalitaro, malato di protagonismo e di narcisismo assoluto che ha saputo ,aiutato da un carisma non indifferente, trascinare nella disfatta e nel dolore della morte interi popoli e generazioni . Che mai più si ripeta una simile storia nell’umanità, è la mia preghiera e il mio umile sogno.
    Inventarsi un premio intitolato al maledetto essere, per rimarcare posizioni di pensiero totalitarie a senso unico , che sia animalismo e altro lo trovo però un tantino esagerato, e dopo la normale reazione dettata da —finalmente qualcuno ci ha pensato — ritorno sui miei passi e ripenso a quelli che hanno patito indicibili nefandezze, non avendo affatto il tempo di pensare agli animali…….. li avessero almeno avuti a disposizione per poterli divorare .
    Solo pensiero mio , per carità.
    Ma ,si potevano usare altri nomi a cui affidare lo scettro del trofeo, un esempio ? : che ne dite di Mike Tyson ….provate a convincerlo a mangiare carne se ne avete il coraggio . :wink:

    • massimo zaratin scrive:

      Anno 2012: animalisti protestano con insulti a tutto e tutti, rallegrandosi per la morte di loro simili. La bandiera che fanno sventolare è nera con un teschio ben impresso. Dice nulla questo?

      • renzo scrive:

        Caro Massimo purtroppo è così, come sai benissimo quoto quello che dici . Le mie argomentazioni saranno dettate sull’onda dell’emozione per quello che ci ha lasciato la storia . Ma forse, sventolare la bandiera nera con il teschio a mo di pirati, non fa altro che rimarcare la pochezza e la stoltezza di quelle persone
        ; per cui enfatizzarne il comportamento non fa altro che acuirlo agli occhi delle genti, e qualche volta in modo non troppo positivo, purtroppo
        Un saluto

      • dardo scrive:

        noi cacciatori come tutti gli italiani onesti e con la fedina penale pulita, siamo seduti sopra ad una bomba a tempo, i nostri politici hanno tesso le trame che ci hanno portato a questo, prima o poi tutto insorgerà e vi sarà il caos, e quello che mi preoccupa è che ci saranno italiani contro italiani, solo perchè le menti deboli hanno abbracciato quello o questo estremismo, ed i pifferai ne usciranno ancora in piedi……….

  2. fiore scrive:

    lo stravolgimento e le modifiche opportunistiche che l’uomo pratica incoscientemente o inconsciamente da tempo a danno della natura sono la dimostrazione lampante che l’uomo con i suoi comportamenti si sta sempre più allontanando dalla vita e quindi dalla natura stessa, com’è possibile che molti animalisti per non dire tutti trovino così tanto sdegno verso la caccia! pratica che in tutto e per tutto è naturale, o meglio la predazione fra specie diverse è il modo che la natura a scelto ( e quindi il migliore ) per il perpetuarsi della vita, e non si accorgono che tutte le altre attività dell’uomo sono e vanno in molti casi contro natura. Ma si sà la coscienza dell’uomo è arrogante tanto quanto i suoi modi di fare …. si trova sempre una giustificazione per tutto quello che al momento utile …. poi però arriveranno anche gl’effetti !

  3. Argo scrive:

    Caro Zaratin, per i dementi che si fregiano della bandiera teschiata, visti i numeri, non ci sarebbe ragione alcuna per dargli importanza. E’ per le modalità con cui sfilano che bisognerebbe prendere seri provvedimenti. Regolarmente sfilano protetti da un cordone di polizia strillando beceri slogan zeppi di insulti creando il disordine. Se invece decidi di fare un complimento a questi cialtroni dandogli dello stronzi, immediatamente intervengono le forze dell’ordine deferendoti alla magistratura con l’accusa di formentare disordine pubblico.
    In un paese normale, quella bandiera potrebbe essere utilizzata come carta igienica. In Italia, no, in Italia accredita questi menteccatI di serie B.
    Non tornano i conti.

  4. laser scrive:

    E’ stato detto che tanto piu’ l’essere umano eleva l’animale al proprio livello, tanto piu’ recede i suoi simili al livello animale.

    Piu’ chiaro di cosi’.

  5. davide scrive:

    Cerchiamo di trascendere dal fare gli intelettualoidi ad ogni costo, i cacciatori sono diversi anche perche’ sanno divertirsi ed essere autoironici quando serve. E’ lapalissiano che il richiamo al gerarca e’ per risvegliare la curiosita’ della gente quindi non ne facciamo un dramma, anzi complimenti all’esperto di comunicazione che lo ha coniato. I cacciatori non sono mai noiosi quindi non cerchiamo di esserlo volontariamente.
    Saluti da Kabul

  6. davide scrive:

    Scusate aggiungo un’altra cosa. Se non fosse per il chiaro intento strumentalizzante di qualche ignorante, non ci sarebbe nulla da dire nemmeno nell’intitolare un premio animalista ad Attila. Non dimentichiamo che la nostra visione del condottiero mongolo e’ travisata dall’essere state vittime del suo nomadismo. La stessa condotta l’hanno avuta personaggi come Giulio Cesare, Carlomagno, i Crociati e cosi’ via. Di questi ultimi non siamo stati noi le vittime ma i beneficiari quindi sono visti in chiave “buona”.
    Ancora saluti

  7. guysade scrive:

    bene si arrivera’ allo scontro fisico con gli animalari :mrgreen:
    affilo la mannaia :twisted:

    • Bagnolesi Giovanni Roberto scrive:

      Anche io non vedo l’ora, quando si incomincia? Comunque Hitler era un pazzo e su questo siamo tutti d’accordo. Gli animali li proteggeva e gli eeseri umani li gasava. Per certi versi però ci vorrebbe un matto come LUI in questo momento nel nostro bel paese di ladri, burattini, delinquenti, farabutti, drogati, ballerine e cose simili. Per un mese basterebbe, ma cattivo però!

  8. massimo zaratin scrive:

    Un invito a leggere quei libri! La cosa non è ironica. Siamo in contatto con chi li ha scritti e non sottovalutano affatto la questione…prossimamente sentiremo cos’hanno da dire all’Italia.

  9. marcello scrive:

    Anch’io appena ho letto dell’istituzione di questo premio,mi sono subito detto,era l’ora,poi a mente fredda ragionandoci,proprio da persone con la fedina penale pulita,non dedite agli eccessi di nessun tipo hho fatto altre considerazioni,nessuno può negare che “baffetto” amasse più il proprio cane che gli esseri umani,anzi è abbastanza evidente che degli esseri umani aveva ben poca considerazione ma Noi ,siamo diversi perlomeno me lo auguro,certo che comunque gli animalisti sono molto sensibili all’apparire ,io preferirei un bel premio “PINOCCHIO” per la manipolazione dell’informazione,probabilmente più facile da gestire,comunque tutti gli auguri del caso a chi si è preso questa incombenza a favore di un mondo ,che sappiamo troppo spesso abulico e sottomesso.
    Marcello.M

    • renzo scrive:

      Marcello … qualcuno qui sopra ci ha dato velatamente ,e nemmeno tanto , degli ignoranti solo perche un poco scettici sulla scelta del nome del premio ………
      Che si sia messo in mezzo la peggior specie umana della storia mi lascia ancora adesso qualche dubbio . NON tanto per la scelta in se stessa ,quanto per le risate che si faranno i soliti noti giudicandoci con i loro soliti parametri .

      Forse faceva più male la scelta di qualche altro personaggio che l’umanità non riesce a dimenticare e sarebbe stato ancor più eclatante. Naturalmente solo pensiero MIO . Anche se non ho offeso nessuno . :cry:

  10. ninohunter scrive:

    Credo che la cosa migliore per la caccia non sia esprimere pareri su questi premi alquanto discutibili, ma agire, fare qualcosa di positivo con fatti e non parole. Queste considerazioni, a mio insignificante avviso, non vanno fatte su un portale dedicato alla caccia, semmai in un sito dedicato alla letteratura, alla cultura generale e, se volete anche alla letteratura. Li sciorinate la vostra personale cultura. Nei siti nati per la caccia, si dovrebbe cercare di costruire qualcosa di positivo che possa unire i cacciatori e creare una forza unica contro i detrattori dell’Arte Venatoria, contro la politica e politicizzati non favorevoli certo alla caccia.

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