Enalcaccia Arezzo: in Casentino area tutela per la starna
Realizzata in Casentino un’ area di tutela per la starna.
In Casentino, e’ stata recentemente realizzata un’ area sperimentale per la tutela della starna. Il progetto, teso a reimmettere sul territorio la starna affinchè possa poi, superata la fase critica dell’ ambientamento, creare un ceppo stabile e riprodursi, è stato frutto di un percorso condiviso tra il Gruppo Cinofilo Casentinese e le Associazioni Venatorie locali Enalcaccia, Arci Caccia e F.I.D.C., con l’ approvazione dell’ Amministrazione Provinciale.
Nella zona, dell’ ampiezza complessiva di 712 ettari, vige il divieto assoluto della caccia alla starna; l’ area interessa il fondovalle casentinese che va da Poppi, presso Pian delle Tombe, a Rassina, sulla sinistra del fiume Arno, fino alla strade regionali 70 e 71 ed a destra dello stesso corso d’ acqua, da località Buiano, comune di Poppi, per le località Macee, comune di Ortignano e Terrossola, comune di Bibbiena, fino alla frazione Casalecchio, nel comune di Castel Focogano.
Nel periodo estivo appena concluso, è stata portata a compimento un’ importante attività di ripopolamento con validi soggetti, il tutto tramite l’ organizzazione di prove cinofile senza abbattimento organizzate dal Gruppo Cinofilo Casentinese, nel consueto “Trofeo del Casentino”, dall’ Enalcaccia di Bibbiena, nella prova valevole per il Trofeo “Valli Aretine”, oltre ad immissione operate da Enalcaccia, Arci Caccia e F.I.D.C. di Poppi.
Durante il periodo invernale, fase in cui si verificano maggiori difficoltà per il reperimento del cibo, i volontari dei vari sodalizi si attiveranno per distribuire le granaglie ai gruppi di starne presenti.
Le Associazioni Venatorie ed il Gruppo Cinofilo Casentinese, nella consapevolezza che i cacciatori oggi hanno maturato il fondamentale concetto che rispetto significa sviluppo di selvaggina di qualità, conducono quindi questo ambizioso progetto, che, se rispettato, produrrà i risultati auspicati.
La vigilanza dell’ area sperimentale di divieto di caccia alla starna, sarà affidata alla Polizia Provinciale, che ringraziamo fin d’ ora, ed alle guardie giurate volontarie delle associazioni venatorie, che presenzieranno costantemente la zona.
Bibbiena, 08.10.2012
Iacopo Piantini
Presidente Provinciale Enalcaccia Arezzo
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Comments (7)
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Finalmente qualche progetto serio che non riguarda solo ungulati. bravi continuate così
Realizzata in Casentino un’ area di tutela per la starna.
Salutiaaamo
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Molto bene cosa apprezzbilissima perchè la starna in Italia è diminuita di molto.
Ma vorrei dire : anche se è encomiabile un ripopolamento a starne voi avete preso altro territorio ASP ai cacciatori, che in quei terreni non possono più cacciare. Allora se questa è giustamente la strada da seguire, vorrei ricordare a lor signori che noi in Italia abbiamo parchi nazionali e regionali dove già non si può cacciare !! Allora io mi domando e dico : a cosa servono i parchi ? E lo dico alle varie istituzioni che hanno voluto tutto questo vietando la caccia solo per vietare, ma lo spirito del divieto viene a mancare se queste aree non producono selvaggina che come la starna sta quasi in pericolo estinzione.
Giacomi’….non si puo’ cacciare solo la Starna…..non e’ divieto di Caccia totale.
) vanificano spesso il tutto. Comunque in ogni caso e’ un’iniziativa encomiabile. In bocca al lupo per la riuscita…
Comunque di simili progetti ne sono stati realizzati molti in passato …tutti in grandissima parte senza risultati o con risultati poco apprezabili. L’habitat…l’agricoltura…i nocivi ( a quattro e due zampe
tutti in grandissima parte senza risultati o con risultati poco apprezabili
Salutiamo
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Springer i risultati sicuramente sono poco apprezzbili nel momento in cui la riproduzione la si vuole fare in aree con pochi ettari a disposizione ! Per incrementare la starna ci vogliono interi territori adatti anche al selvatico, circondati da altro territorio dove non si può cacciare per questo ci vogliono aree interne ai parchi e tutto questo ancora non basta bisogna bonificare sempre dai predatori a quattro zampe, perchè se non nascono e crascono allo stato adulto i pulcini non si potrà mai dire di aver raggiunto lo scopo, o no !
Dimenticavo : se poi si andasse un pò a fare censimenti di selvatici in tutti i parchi Italiani e non si troverebbero brigate di starne, chiusura immediata senza se e senza ma !!
Risalutiamo
x Giacomo, per fare atecchire la starna ci vuole la corettezza di tutti i cacciatori che devono essere tutori e guardiacaccia del territorio, contadini che aiutano per i foraggiamenti, ed abbattimenti dei nocivi, non meno la sorveglianza accurata, poi se i cacciatori comprendono quanto sopra non serve precludere zone di caccia, basta non abbattere la specie indicata.
bravissima ENALCACCIA P.T. un’iniziativa veramente unica nel suo genere, sono sicuro che saprete portarla avanti, come il recinto delle lepri, come il centro addestramento cani da ferma, come la squadra alla volpe, l’unica pecca è che nel mezzo ci sono i “compagni della natura” ma non erano ESTINTI in Casentino????- Un Grazie ai tantissimi Volontari che si prodigano per far sì che le tradizioni non scompaiano in una zona montana come quella del Casentino.
saluti