Quale ideatore e co-fondatore dell’Associazione Italiana per la Wilderness, nonché attuale Segretario Generale, ritengo solo ora di intervenire nella lunga polemica scaturita tra i cacciatori che frequentano il sito de Ilcacciatore.com in merito alla nomina di Carlo Ripa di Meana alla Presidenza Onoraria dell’AIW. Lo faccio su sollecitazione e per interessamento del nostro Coordinatore nazionale Avv. Giancarlo D’Aniello; altrimenti non lo avrei mai fatto essendo subissato di ben altri impegni (e tra essi proprio un libro che difende il diritto alla caccia!) che non la frequentazione di blog e facebook vari (non frequento neppure quello dell’AIW!); cose che lascio ai politici, i quali ai cittadini in fondo richiedono solo un voto, voto che gli viene dalla visibilità.
Non credevo che una Presidenza onoraria, che proprio in quanto tale per Statuto non ha alcun effetto pratico sull’organizzazione dell’AIW, potesse suscitare tante polemiche. Non mi dilungo sulle motivazioni di questa nomina perché sono state già riportate nel comunicato stampa con il quale essa veniva annunciata (e che vuole solo onorare un personaggio che più di altri si è apertamente battuto per il paesaggio italiano). Tengo solo a fare alcun brevi precisazioni ai vari commenti. Purtroppo, certo che ne susciteranno altri, ma ai quali spero di essere dispensato dal rispondere.
1. Istintivamente non accetterei commenti critici da parte di chi non ha mai aderito all’AIW, ovvero non ha mai sostenuto l’Associazione nonostante il suo impegno, non dico a difendere la caccia, ma quanto meno a non esservi contraria; e ciò in un arcipelago di associazioni ambientaliste TUTTE contro la caccia. Che le critiche mi vengano dai nostri iscritti mi sta bene, ma non le accetto da chi non ha mai devoluto un solo euro tirato fuori dalle proprie tasche per sostenerci. Ma tant’è…
2. Che poi un anticaccia, quale è stato Ripa di Mena in anni passati, abbia accolto la nostra Presidenza onoraria sia preso come un “infiltrato” nella nostra associazione anziché ritenere tale accoglimento, caso mai, segno di una riflessione e quanto meno di una certa accettazione della caccia, proprio non la capisco; ovvero, un successo per chi si batte a favore della caccia, battaglia che deve avere come obiettivo non l’imposizione delle sue verità bensì il convincimento di chi sta o stava dall’altra parte. Ed a Carlo Ripa di Meana che ha accettato di non farsi più battagliero anticaccia ma di esaminare e cercare di capire le ragioni per cui alcune persone sono attratte da quest’attività, che gli si fa? Lo si piglia a calci nei denti per il suo passato!? Il WWF non ha mai preso calci nei denti Pratesi per il suo passato di cacciatore; per favore non lo si faccia con Ripa di Meana Presidente Onorario dell’AIW per il suo passato di anticaccia!
3. Voglio qui ricordare che anche i cacciatori sono animalisti: gli altri si interessano agli animali solo per impedirne l’uccisione, loro per poterli uccidere. Ma sempre di animalismo si tratta. Il vero cacciatore non animalista è solo il cacciatore che è anche conservazionista verso l’ambiente ed il paesaggio (questo era Aldo Leopold), un conservazionismo che possono solo dimostrare battendosi per la sua salvaguardia, non pensando solo al carniere. Altro che “deriva animalista”, come ha scritto qualcuno. Qui quello che manca è proprio una deriva conservazionista, quella deriva che, sola, potrebbe far vedere a chi a caccia non va, che anche i cacciatori sono impegnati a conservare ambiente e paesaggi.
4. C’è chi ha scritto dichiarandosi iscritto all’AIW, quando iscritto non lo è più da tempo. Non basta pagare un solo anno l’iscrizione all’AIW per poi sentirsi Soci a vita! E c’è chi ha dichiarato la propria intenzione a non rinnovare più l’iscrizione: mi ricordano i soci anticaccia che solo perché l’AIW in qualche occasione ha preso posizione a favore della caccia, hanno deciso di non rinnovare più la Tessera. Soci così non sono veri conservazionisti, sono solo, o cacciatori (da un lato) o animalisti (dall’altro).
5. A chi ha scritto che “la caccia l’abbia sempre presa in quel posto”, voglio ricordare che le ragioni ci sono: la caccia in Italia non ha mai fatto quelle cose veramente ambientaliste che laccia ha fatto in altri paesi (in primis negli USA, ma anche in Francia e centro Europa in genere). Quelle cose che l’AIW da anni invita a fare, senza le quali l’opinione pubblica che a caccia non va, finirà sempre per contrastare la caccia.
6. A chi sostiene che la l’AIW non conta niente, dico solo che non conta niente anche perché chi la potrebbe far cresce se ne sta in disparte, sperando che i Soci non cacciatori dell’AIW (e vi sono anche degli anticaccia, che aderiscono riconoscendo comunque la bontà della lotta per salvare le zone selvagge!) si battano (con i loro soldi!) per difendere anche la caccia. Beh, chi la pensa così ha proprio capito male. A noi interessa salvaguardare le zone selvagge non difendere la caccia. E se delle zone selvagge hanno bisogno anche i cacciatori, allora si battano con noi per preservarle, anziché lamentarsi solo quando vengono trasformate in Parchi chiusi alla caccia!
7. Chi si aspetta “mosse” da Ripa di Mena, anche non ha capito nulla. Ripa di Meana è solo Presidente onorario e si muoverà per difendere il paesaggio, ma col suo Comitato per ———- e con Italia Nostra, non per difendere la caccia con l’AIW.
8. C’è stato chi ha proposto di fare un cacciatore Presidente Onorario dell’AIW. OK, ma ci vorrebbe un cacciatore conservazionista, che in Italia non solo non c’è, ma, quel che è peggio, non c’è mai stato!
9. C’è stato chi ci ha paragonati alla Legambiente, segno che non ha proprio mai capito nulla o letto nulla dell’AIW. Se è per questo anche il WWF sulla caccia la pensa come Legambiente, e così la stessa LIPU. Il problema è che l’AIW è l’unica associazione ambientalista d’Italia che non è contro la caccia per motivi filosofici e di Documento programmatico, e, se vogliamo, per Statuto.
10. A chi richiede Aree Wilderness per salvare la caccia dico solo che non si può pretendere che noi ambientalisti non anticaccia ci si impegni per salvare queste zone affinché i cacciatori possano cacciarvi: sono i cacciatori che ci devono aiutare a farle designare queste benedette “oasi venandi” come io le ho definite. La realtà è che i cacciatori ci aiutano molto poco in questo impegno!
Per concludere, ricordo a tutti quello che ha scritto Massimo Marracci, e che tanti cacciatori non hanno ancora capito: l’AIW ha il suo scopo nella difesa della zone selvagge non di difendere la caccia. Se la caccia ha interesse a continuare ad esistere, anche deve battersi per salvare le zone selvagge, prima che siano invase dalle urbanizzazioni o trasformate in Parchi chiusi alla caccia. Chi ci vuole aiutare ben venga, chi vorrà solo sfruttare il nostro lavoro, lo faccia; ma non si permetta poi di criticarci: prima critichi il proprio non impegno! O il proprio impegno al solo carniere! Aiuteranno più i nemici della caccia così comportandosi che non aderendo ai loro movimenti!
Per chiudere, a parte Messner, quale altro ambientalista di grido racchiudeva in se tutti i profili necessari per una nomina onoraria nell’AIW? E li elenco: personalità nota d’alto livello, che si sia impegnata con vera convinzione per la difesa dell’ambiente e del paesaggio affine al concetto delle Aree Wilderness (non urbanizzazione dei territori), che non sia anticaccia viscerale e che non sia impegnata in politica. Nomi ne abbiano valuti tanti, ma a parte Messner (che ha declinato), Ripa di Meana e Sgarbi (impegnato in politica), altri non ne abbiamo trovati. Mi si faccia un nome, UNO SOLO. Qualcuno ha fatto quello di Luigi Boitani: ricordo che Luigi Boitani alla tutela della Wilderness non è mai stato interessato, come non ha mai fatto nulla per la difesa anche di una sola zona selvaggia del nostro Paese: è solo uno studioso della fauna.
Franco Zunino
Segretario Generale dell’AIW
sig. Zunino……comprendo il fervore nel difendere il vostro legittimo punto di vista……ma senza di voi il nulla….no è!!
Tirata d’orecchi che ci siamo cercata.
Personalmente con i miei post ho denunciato tutti i miei dubbi sacrosanti sulla presenza di un Signore che dell’anticaccia ha fatto religione . Leggendo questo comunicato , sinceramente, i miei 25 euro( ? ) ( che fino ad ora sono rimasti nelle mie tasche ) forzano per uscire .
Voglia Dott. Zunino ( che ringrazio per il comunicato ) ammettere però che a nostra discolpa c’è il fatto che dopo essersi scottati con l’acqua calda ,ora si ha terrore anche di quella fredda . Comunque …. GRAZIE
1..perchè ha volutamente usato il grassetto x evidenziare che l’aiw non’è nata x difendere la caccia???
.
2 pratesi, altro geniale esempio…costui è passato da cacciatore ad anticaccia ed il wwf che stupido non’è lo ha subito arruolato nelle sue fila, il ripa di meana è forse diventato un appassionato cacciatore??? non mi risulta!!.
3 in italia NON esiste la figura del cacciatore protezionista (??????????) …e con questa ha toccato proprio il fondo
Se la caccia ha interesse a continuare ad esistere, anche deve battersi per salvare le zone selvagge, prima che siano invase dalle urbanizzazioni o trasformate in Parchi chiusi alla caccia.
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Se vuoi un nome se ne possono fare anche più di uno, come per esempio i vari presidenti nazionali di associazione caccia, come mai non ci avete pensato ? Chisà che non potevete prendere sovvenzionamenti dai cacciatori tramite questi gentiluomini, dai soldi che versiamo già a Stato, Regione e province per ATC. Io non sono iscritto all’AIW ma se volessi sovvenzionare tutti quelli che viaggiano in concomitanza con la natura e la caccia e per la difesa della caccia ( io sono cacciatore), ci vorrebbe una bella cifra, per chi prende un solo stipendio, non tisembra ? Ma scusa l’ignoranza e non per sapere i fatti vostri, da quante parti a voi vengono i soldi per sostenere la vostra Onlus Wilderness, almeno per capire perchè non vi bastano. Salutiamo
PS. io non sono iscritto per cui potete anche non calcolarmi proprio. Risalutiamo
…quote sociali, 5 per mille e qualche donazione. Ecco da dove arrivano i (pochi) soldi dell’AIW…
Indio
zunino potevi stare zitto era meglio. e su ripa di merana non lo voglio vedere monco in cartolina, e mi fermo qui
Da ex iscritto, leggo fra le righe che se : la non avversità alla caccia non fosse condizione imprescindibile per statuto, anche voi sareste un’altra accozzaglia taleban/ambientalista. Se Lei sin. Zunino non crede fino in fondo a quanto sancito dal vostro stesso statuto (ripetuto più volte in grasseto) dimostrando. ancora ce ne fosse bisogno che dei cacciatori fareste volentieri a meno, si dovrebbe dimettere. Per quanto mi riguarda, potete fare presidente onorario anche la Brambilla, avete svelato che della caccia e dei cacciatori non ve ne può fregar di meno, anzi è un peso di cui fareste volentieri a meno. Lei si lamenta che in Italia non si è riusciti a fare quanto fatto in America o altri stati Europei perchè i cacciatori non aiutano. Ma pensare invece che al comando dell’AIW di questi stessi paesi ci sia gente più capace di coinvolgere le persone in progetti, idee rivoluzionarie per ogni categoria? E sicuro sig. Zunino di essere esente da colpe?
E con questa riflessione La saluto, e Le auguro buon lavoro.
Io difenderò sempre chi difende l’ambiente e le zone selvagge, noi senza quelle…..i nostri figli e nipoti senza ……..i nemici dei cacciatori sono proprio i cacciatori , infatti molti criticoni neanche sono iscritti
(n)ben detto
Caro Fedeli la onlus si può fare benissimo per passione come facciamo noi che stiamo 2 o 3 ore al computer per combattere per la caccia e per gli altri cacciatori che un computer non hanno. Però lo facciamo come volontariato senza nessun onere, spinti solo dal senso di giustizia legale e dalla passione per la caccia.
Salutiaaamo
Caro Fedeli la onlus si può fare benissimo per passione come facciamo noi che stiamo 2 o 3 ore al computer per combattere per la caccia e per gli altri cacciatori che un computer non hanno. Però lo facciamo come volontariato senza nessun onere, spinti solo dal senso di giustizia legale e dalla passione per la caccia.
. Se i cari ladroni vorranno prendersi il territorio non ci sarà Wilderness che tenga caro cacciatore. Poi ognuno è libero di vederela come vuole ogni idea è rispettabile in democrazia.
Salutiaaamo
Certo ,sicuro , tenetevi questa democrazia
(:-p)
Sante parole.
(up)
(:i)
(:i)
Sig. Zunino ci faccia sapere su quale rivista o giornale potremo leggere una dichiarazione di Ripa di Meana che ammette di aver cambiato opinione sulla caccia ……. attendiamo fiduciosi
Caro presidente Zunino, il suo intervento prescinde da varie riflessioni, alcune le ha descritte l’amico Giovanni 59, altre le descrivo di seguito:
1) In Italia le aree “Selvagge” le hanno occupate per il 90% i Parchi Italiani.
Il progetto “PARCO ITALIA” attuato con la legge 394 nel 91 è stato ideato da vari personaggi compreso il RIPA….. Io stesso nel 90 ho assistito ad un comizio a Salerno dell’allora GREEN RAMPANTE PECORARO SCANIO, il quale affermò che se non avessero chiuso la caccia in Italia con il referendum abrogativo contro la caccia avrebbero trasformato l’Italia in un solo grande parco.
Tutto questo progetto è stato avallato e sostenuto dallo stesso individuo che oggi, a distanza di 20 anni lei definisce cambiato.
2) IL DANNO causato agli ambienti che 20 anni fa erano ancora rimasti selvaggi e che oggi sono oggetto di quel progetto di cui parlavo al punto uno sono:
Sotto l’attacco della cementificazione attiva nei parchi;
Percorsi da strade asfaltate che vengono costruite nei parchi e che 20 anni fa non esistevano;
I boschi sono distrutti dagli incendi che vengono appiccati nei parchi solo ed esclusivamente a scopo di lucro e per richiesta fondi che vanno a finire nelle tasche degli enti parco che dopo, giustamente, devono sborsare per l’antincendio, il rimboschimento, le comunità montane, e via via tutti gli altri.
3) Caro Zunino, non voglio continuare perchè io abitando in quello che una volta era il territorio piu bello d’Italia, IL CILENTO, sto vedendo scomparire fette selvagge dei miei piu bei territori di caccia e non, specie come la coturnice che da 20 anni non viene odorata da un cane ma sta scomparendo per la predazione di Cinghiali, volpi, falchi, faine, martore, corvidi ecc…. Sempre per gli effetti di quel progetto avallato anche dal signor ripa di meana.
4) Lei vorrebbe farci credere che il Ripa sia stato “Folgorato sulla via di Damasco” ma i danni che hanno creato questa gente alle aree selvagge che Lei come me voleva proteggere sono andate perse per sempre grazie proprio a questo signore come agli altri, compresi WWF LIPU LEGAMBIENTE e tanti altri, Associazioni venatorie comprese.
Se vuole un consiglio da un cacciatore vero… che sta meditando a 40 anni di non andare piu a caccia in Italia proprio perchè non può più usufruire delle aree selvagge all’oggetto della discussione, eviti di cercare di difendere gli indifendibili.
Fa meno danno un contadino della Basilicata che ammazza un Lupo per difendere le sue greggi di quanti danni continuano a fare i provvedimenti scellerati e queste leggi assurde emanate con l’appoggio di questi signori.
ecco questo è quanto.
Ce’ voleva proprio na’ bella trippa di Mentana fra noantri!!
dove sono le zone selvagge????
Esci dalla toscana caro Fiore e le vedrai , anche il Lazio è pieno di zone selvagge, l’UMBRIA , L’ABBRUZZO , LE MARCHE……
Certamente !! Ma il caro Fiorello deve passare le tabelle per vederle. Aieeeeh ! Salutiamo
…si diventa astuti quando si riesce a far diventare una cosa semplice …..molto complicata…
Sig. Zunino, prima di oggi non la conoscevo (perdonatemi almeno questo), ma dire tante parole per complicare il significato di una semplice azione …mi sembra esagerato …..
Poi ognuno la interpreti come meglio crede….
IO … COME LA PENSO…???
IMMAGINATE DI FAR PRESIDENTE ONORARIO DEL Partito Democratico …..
L’ONOREVOLE IGNAZIO LA RUSSA ………. TANTO E’ PUR SEMPRE UN UOMO POLITICO !!!
SALUTI
Oppure nominare PRIEBKE rabbino.
I paragoni non fanno una piega, AIW cosi’ non va’, non va’ proprio.
Sono convinto che si tratti di una grande vittoria dell’ambientalismo italiano. Vittoria che potrà tornare utile anche alla caccia ed ai cacciatori. AIW, di cui ancora non sono socio, non è evidentemente una associazione venatoria. E’ solamente, scusate se è poco, una associazione ambientalista non pregiudizialmente contraria alla caccia, cui sono chiamati a far parte quei cacciatori che si riconoscono nei principi di un conservazionismo aperto a quelle attività umane che utilizzano senza comprometterle le risorse naturali rinnovabili. Purtroppo molti cacciatori italiani sono talmente affetti da manie di persecuzione che non sono in grado di aprirsi e confrontarsi criticamente anche con interlocutori che muovendo da presupposti di natura scientifica non sono pregiudizialmente contro la caccia ma anzi sono interessati a dialogare con il mondo venatorio. Le reazioni al rapporto ISPRA sull’uso del piombi ne sono un esempio evidente.
Ritengo di interpretare il pensiero di molti altri cacciatori, ma se così non fosse, chiedo umilmente scusa da cacciatore e uomo corretto quale mi auguro che io sia. Egr. sig. Nuti, non si permetta mai più di definirci uomini affetti da manie di persecuzioni in quanto si è introdotto in un mondo che ella non conosce ma conoscevano bene uomini come Ernest Heminguay, Wilbur Smith, Giacomo Puccini ecc. ecc. Per ultima e per citare la donna del momento, il ministro degli Esteri Americano Mrs. Clinton. Le “persecuzioni“sono vive e reali soltanto da noi ed oltretutto con il placet dei governi sin qui succedutisi, perciò dopo il suo ingresso sbilenco, la inviterei di andare a predicare in altri luoghi dove possa trovarsi a suo agio.
Egg. Sig NUTI
Si rende conto di quello che ha scritto ? Potrebbe essere corretto se non avesse inserito la frase - uomini affetti da manie di persecuzione-
Oppure , Lei è stato per molto tempo in un Paese diverso dall’Italia ed è tornato da poco, altrimenti non si spiega !
Con Cordialità
Oggi è andata abbastanza bene! 4 colombacci e 3 tordi..non mi lamento
:-D
Ma alle zone selvagge caro Zunino ci ha già pensato Pecoraro Scanio con la Rete Natura 2000 e le sue zps coi tanti vincoli inutili, come tutelerete queste zone selvagge e da cosa? Finora lo si è fatto chiudendo all’attività venatoria come fosse la responsable principale della distruzione dell’habitat e della biodiversià.
Sono contrario a Ripa di Meana per i suoi trascorsi li seguo da trenta anni, non ne posso essere entusiasta come presidente onorario, ha fatto parte del gioco, forse facendo “mea culpa” potrebbe redimersi, ma la vedo dura, credo che con questa presidenza cerca di ritornare solo in auge, viibile nel panorama ambientalista più o meno quello per cui voi ve ne servite.
Non dovete diventare una ulteriore associazione ambientalista, ma l’associazione che salvaguardia il territorio, le tradizioni rurali e coloro che usufuiscono di tali zone.
Credo che voi abbiate bisogno di noi e noi di voi, però non trattateci da sottosviluppati.
Per il momento continuerò a tenervi d’occhio ed in considerazione, il giorno della mia iscrizione nn è ancora arrivato.
saluti
Tanto per sgombrare il campo da equivoci chiarisco subito che sono un cacciatore, probabilmente da molti più anni di tanti che scrivono su questo portale. Ho semplicemente detto che a mio avviso certe reazioni che rifiutano aprioristicamente il dialogo con chi la pensa diversamente da noi ma comunque ricerca il confronto e il modo semplicistico e ottuso di affrontare questioni come l’inquinamento da piombo, vero o presunto che sia, sono sintomo di mania di persecuzione. Mi spiego: i cacciatori sono sempre nel giusto e sono vittime incolpevoli di una campagna denigratoria strumentalmente ordita da animalari e media con lo scopo di chiudere la caccia. Muovendo da questa premessa evidentemente il dialogo e la critica costruttiva (anche verso noi stessi) sono inutili. Cordialità
Vedo che qualcuno si è risentito per quanto ho scritto. Cercherò di spiegarmi meglio, visto che non avevo e non ho assolutamente intenzione di offendere qualcuno, in particolar modo all’interno della categoria dei cacciatori, di cui faccio parte ormai da troppi anni. Perché ritengo che molti di noi siano affetti da manie di persecuzione? Perché vedo trasparire da numerosi interventi l’dea che ci troviamo oggi di fronte ad una sorta di congiura ordita da politici, animalisti e media al solo scopo di abolire la caccia. In tale contesto l’unico privo di colpe sarebbe il povero cacciatore, al quale non resterebbe altro che lottare strenuamente contro tutto e tutti con l’unica magra soddisfazione di vendere cara la pelle. Così ragionando si rifiutano il confronto dialettico con chi è diverso da noi ma non vuole la nostra morte, la riflessione critica su noi stessi, la possibilità di crescere culturalmente e di ritagliarsi nuovamente spazio e dignità in una società che tende a rifiutarci, non solo a causa della propaganda anticaccia ma soprattutto per l’assenza di un riconoscimento condiviso dell’utilità della figura del cacciatore nella gestione e conservazione degli ecosistemi. E questo atteggiamento di chiusura è particolarmente evidente nei commenti su iniziative di carattere scientifico, sia che si tratti della relazione ISPRA sulla tossicità del piombo o di un’iniziativa di studio sulla fauna migratoria promossa da Federcaccia. continua…
Se si ritiene che sia giusto continuare ad usare il piombo, se si vuol cacciare la migratoria in deroga, se si vuol reintrodurre lo storno tra le specie cacciabili non basta dirlo od affidarsi al politico-pifferaio di turno o decentrare alle regioni ciò che attualmente è di competenza dell’ISPRA, ritenendolo un Istituto in mano agli animalisti. Occorrono fior di studi scientifici atti ad avvalorare le proprie tesi, occorrono politici e giuristi che sappiano scrivere leggi e regolamenti, occorre metter fine all’autolesionistica frammentazione del nostro mondo, occorre dimostrare di essere gli unici in grado di gestire le specie selvatiche anche nell’interesse della collettività. Occorre infine, restando in tema, rompere l’accerchiamento, diventando in modo visibile più ambientalisti degli ambientalisti e niente, in tale direzione, è più utile che il far parte di una associazione ambientalista che unisca in una comunità di intenti cacciatori e non cacciatori.
quoto tutto
Perfettamente d’accordo !
Condivido il tuo intervento…! (S. De Marco, Aiw)
Così ragionando si rifiutano il confronto dialettico con chi è diverso da noi ma non vuole la nostra morte, la riflessione critica su noi stessi, la possibilità di crescere culturalmente e di ritagliarsi nuovamente spazio e dignità in una società che tende a rifiutarci, non solo a causa della propaganda anticaccia ma soprattutto per l’assenza di un riconoscimento condiviso dell’utilità della figura del cacciatore nella gestione e conservazione degli ecosistemi.
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Sig. Nuti , frase da incorniciare e su cui dovremmo profondamente riflettere…
D’accordo con lei , anche su tutto quanto di altro ha scritto.
Egr. Sig. Zunino,
a mio parere non è giusto affermare che nessun cacciatore si sia mai battuto per la difesa delle “zone selvagge”!
Io sono un convinto cacciatore, con tretaquattro licenze alle spalle, sono un cinofilo, pratico la gestione faunistica dei cervidi e mi ritengo un ambientalista.
L’U.R.C.A ha un proprio “manifesto” di taglio squisitamente “conservazionista”.
Non faccio alcuna questione e di nessun genere, ma cacciatori veri ce ne sono ed hanno volgia di lavorare per far conoscere la caccia vera, non quella cartonificata, mercificata e fatta a pezzi da certa politica e media.
Ho scritto, di recente, un articolo sulla rivista “Cacciare a Palla” in risposta al Dott. Buzziolo e che ora per Lei e per tutti gli amici trascrivo integralmente :
“NUOVA CULTURA”
di Maurizio Franchi
Egregio Dott. Buzziolo,
ho letto con molta attenzione il Suo editoriale, “Riprendiamoci il WWF”, e devo ammettere che la Sua strategia trova consenso in quello che è anche il mio personale convincimento riguardo l’idea che le vere rivoluzioni si fanno dal di dentro e mai con attacchi frontali, con indifferenza o, peggio, con la presunzione assoluta di essere nel giusto.
Inizio dalla fine, infatti, Lei conclude l’articolo con un invitante “Attendo commenti…” ed allora, nel mio piccolo, sono a proporLe la mia visione della cosa.
Ricordo Filippo di Edimburgo come grande appassionato di caccia e come Presidente Mondiale del WWF, ma non ricordo il Dott. Pratesi come cacciatore e francamente avendolo ascoltato e letto, non riesco a trovare in lui alcuna traccia di avvedutezza e cultura venatoria di alcun genere.
In ogni caso, sono convinto che il livore dimostrato “ad ogni piè sospinto” dai rappresentanti della associazione ambientalista in contesto non possa risiedere in quello che Lei indica come “livello culturale medio del cacciatore italiano”.
No, non sono assolutamente d’accordo e le spiego perché!
Lei mi insegna che la caccia è un fenomeno sociale ed in quanto tale afferma la sua cultura mediante l’insieme dei comportamenti, degli usi, dei costumi e, quindi, delle tradizioni dei singoli individui e dei gruppi.
Il passaggio di un dettato sociale o di un insegnamento vede come prima forma di trasmissione la tradizione orale operata da individui, che vedevano provenire il proprio bagaglio culturale, esclusivamente, dalle proprie origini e dalla terra, che gli apparteneva e li sosteneva.
Per amor di sintesi non voglio partire da “Adamo ed Eva” e non voglio tediarLa con l’analisi della diffusione della cultura pre e post stampa, che entrambi conosciamo benissimo, ma mi sembrava giusto sottolineare che la nostra difficoltà non è rappresentata da quella che lei indicata, dal mio punto di vista, frettolosamente come una cultura di basso livello e di scarsa qualità.
Il mondo della caccia, fatto dai cacciatori, è un tessuto a trama eterogenea, ma Lei mi permetterà di affermare che la ricchezza di un contesto risiede proprio nelle differenze ed in queste trova collocazione, crescita e definizione la migliore qualità.
Mio padre non era in possesso di una grande cultura teorica, ma aveva la forza dell’esperienza, la convinzione dell’onesta, la fierezza della passione, era un grande cacciatore e mi ha insegnato la caccia vera, quella che conserva, preserva, rispetta e gestisce il patrimonio.
Piuttosto, la massificazione della caccia negli anni del “boom economico”, il profitto creato sulla caccia, la politicizzazione della caccia e la miopia di alcune associazioni venatorie hanno assestato colpi durissimi al nostro mondo.
Ora, però, siamo giunti ad un punto di non ritorno, ovvero, non possiamo continuare con un’amministrazione della cosa venatoria che snatura il concetto stesso di caccia.
Ora dobbiamo adoperarci per cambiare rotta e l’obiettivo che dobbiamo conseguire è quello di palesare alla società chi veramente è, cosa pensa, come si muove, come si sente, cosa desidera e cosa si aspetta il cacciatore dalla propria attività.
Il “nuovo Cacciatore” deve essere un vero attore sociale, che sappia comunicare l’utilità della sua azione, che impari a costruirsi la sua passione, ogni giorno attraverso le giuste parole, l’esempio, il lavoro, che sappia rendere visibili i propri gesti ed il suo comportamento, che sappia vivere e proporre la caccia come stile di vita!
In questa ottica deve affermarsi come soggetto attivo, foriero di una nuova cultura venatoria, ovvero, “la gestione”.
Tutti noi, oggi, dobbiamo essere convinti produttori di ambiente e non può più semplici consumatori di un bene troppo grande!
Abbiamo il dovere di conservare le popolazioni animali attraverso la conoscenza delle singole specie e, quindi, dobbiamo pensare a corsi di formazione per cacciatori come già avviene per gli ungulati e per la beccaccia.
Incrementare questo indirizzo rivolgendoci a tutta la selvaggina nobile stanziale e attivare programmi di ricerca sulla migratoria come qualche regione ha iniziato a fare.
La caccia si definisce nobile, nel senso della generosità del comportamento, per lo stile, la genuinità di cuore, e solo chi si fregia di queste doti e le rende apprezzabili con il bagaglio delle necessarie conoscenze può cimentarsi nel campo dell’utilizzazione della selvaggina e può dirsi cacciatore.
Sicuramente ci sono cacciatori buoni e cacciatori cattivi, come in tutte le categorie del resto, ma non trovo giusto fare ammenda “tout court” di ogni nostra scelleratezza passata e presente e, soprattutto, non credo che portare denaro fresco nelle casse di una multinazionale come il WWF ci possa condurre a soluzione.
A mio avviso, finiremmo stritolati nel meccanismo politico dei Soci del Panda, con i quali auspico, sempre, un leale confronto e cordiale collaborazione ove possibile.
Invece, proporrei l’iscrizione all’Associazione Italiana per la Wilderness, che reputo la vera casa dei cacciatori portatori di nuova linfa venatoria.
L’A.I.W. , a mio avviso, rappresenta l’equilibrio nel rapporto con la natura e possiede nel suo dna il gene della gestione e della corretta fruizione dell’ambiente.
La ringrazio per l’attenzione!
Con viva cordialità.
Maurizio Franchi
P.S. : Caro, Dott. Zunino La contatterò presto per il Suo libro e per l’organizzazione di un convegno!! Ancora grazie per il Suo impegno!
Egr. Dott. Franchi, replico al suo intervento perchè, con tutta la buona volontà ed il genuino ed autentico entusismo che si coglie, anche lei, in buona fede, non ha capito cosa vuole veramente l’AIW: noi non vogliamo gestire la fauna, vogliamo salvaguardare quel poco di natura incontaminata rimasta in Italia e in questa battaglia vogliamo coinvolgere anche i cacciatori. La gestione delle fauna, si, per carità è importante, ma ciò che è fondamentale è salvaguardare quei pochi territori inalterati rimasti in Italia! Ogni etologo sa che non esiste fauna senza habitat, allora salvaguardiamo gli scenari delle vostre indimenticabili giornate di caccia se vogliano che la vostra passione abbia un futuro!
P.S. tra un pò arriveremo al paradosso di esercitare l’attività venatoria tra case, strade e torri eoliche, ma a quel punto la poesia che spinge molti di voi ad andare “per boschi” finirà. Ci sarà solo spazio per una caccia consumistica legata escusivamente al carniere e non credo sia ciò che vuole la stragrande maggioranza dei cacciatori!
Le auguro una buona giornata.
Gentilissimo Dott. D’Aniello,
La ringrazio per l’attenzione e sono contento che dal mio scritto emerga spirito genuino e passione.
Lei ha sicuramente ragione, ma il mio scopo è proprio quello di far partecipare i cacciatori alla salvaguardia dell’ambiente naturale!
Nel 1992 proposi alla mia associazione venatoria di riferimento……gestione, salvaguardia, ripristino e conservazione ambientale………………….ma si sa come sono andate, come vanno e come spero non andranno le cose….nonostante tutto e tutti!
Il mio auspicio e la mia povera opera è indirizzata alla conservazione nel senso più ampio del termine!
Grazie di nuovo!
In bocca al lupo, con vivissima cordialità!
maurizio Franchi
Io credo che basterebbe incominciare col dire io sono cacciatore ambientalista e come ambientalista mi batto per l’ambiente e come cacciatore per la caccia. Il fatto di essere cacciatore da tanti anni è un paravento che molti mettono davanti sembra quasi a proteggersi dal non essere veri cacciatori forse perché non c’è molta passione ma molto interesse. Anche uno che ha la licenza da pochi anni può essere un cacciatore ambientalista forse anche più di chi fa il cacciatore da 30 anni e nella caccia ci mette anche l’interesse personale in tutti i sensi. Ci battiamo perchè gli ambientalisti “purosangue” non ammettono che un cacciatore sia anche ambientalista e questo sicuramente per interesse di concorrenza e ci battiamo perchè per giunta gli animalisti la caccia la vogliono chiudere e dell’ambiente non gliene frega niente. Per tutelarmi da questi già finanzio la mia associazione, punto ! Ribadisco che ormai l’ambiente è ben protetto anzi e super protetto dai vari parchi e oasi WWF, se poi vengono trascurati il problema è di tutti anche dei semplici cittadini non cacciatori perché e anche con i soldi di questi che si finanziano con milioni di Euro i parchi. Per cui per quello che ci rimane a noi cacciatori come territorio ASP credo interessi di più la tutela in termini di gestione del territorio, come per esempio quello che noi che scriviamo sui portali (che ci battiamo tutti i giorni e non solo all’occorrenza come fanno tutti gli affaristi) stiamo mettendo sul tavolo delle associazioni e cioè l’accordo con gli agricoltori e la revisione delle due leggi sui parchi e la legge nazionale 157 da adeguare a quella Europea. Per cui secondo il mio punto di vista sicuramente discutibile, ben vengano gli ambientalisti veri quelli che hanno passione per l’ambiente e volontariamente senza oneri ma con solo onore si danno da fare e che vogliono dare una mano agli ambientalisti cacciatori.
Salutiamo
E’ tutto vero quello che scrive Zunino. Non vorrei però che sfuggisse di mano quello che a mio avviso è stato il vero significato delle critiche all’AIW finora ricevute.
Io penso che il primo impatto alla notizia sia stato del tutto normale. Le critiche sono poi in parte rientrate anche grazie alle ottime spiegazioni ed alle argomentazioni portate da Zunino e D’Aniello.
Ho sempre considerato l’AIW il fiore all’occhiello dell’ambientalismo italiano, anzi, mondiale. Non ci si iscrive all’AIW come iscriversi al WWF perché ci si reputa ad esempio, amanti degli animali. L’AIW è una “questione filosofica” e la filosofia, come ben sappiamo, va argomentata sempre, cosa che in tal caso dev’essere ancora fatta. Non si creda poi che il presidente onorario sia stato criticato esclusivamente per le sue posizioni contrarie alla caccia. Se al suo posto ci fosse stato Messner, candidato anch’egli con i verdi e non propriamente amante della caccia, la situazione, anche su questi siti, sarebbe stata secondo me ben diversa. Ognuno di noi, in base alle esperienze ed ai rapporti che ha con le altre persone, fornisce di sé un’immagine ben precisa. Messner, pur contrario alla caccia, ha fornito al “mondo selvaggio” (passatemi il termine) al quale apparteniamo, un’immagine molto ma molto diversa da Meana. Quest’ultimo lo si vede come il “padre” di un certo tipo di ambientalismo, quello dei salotti, quello dei parchi, quello dei “no” a priori. L’ambientalismo delle urla e delle immagini forti sui cartelloni giganteschi delle città, dei talk show, del tutti contro tutti. Non è quindi, caro Franco e caro Giancarlo, una questione legata esclusivamente alla caccia ma ad uno stile di vita non propriamente “selvaggio”, sicuramente diverso, completamente diverso, dall’ambientalismo di Messner. Detto questo, io valuto la cosa in maniera positiva ma continuo a pensare che sarebbe estremamente interessante, per non dire essenziale, capire il motivo di questo avvicinamento all’AIW che, nessuno può smentirci, ha un modo di operare e delle linee guida molto differenti rispetto all’ambientalismo che lui stesso ha fondato. Io voglio capire cosa riteneva sbagliato dell’ambientalismo di allora, cosa ritiene corretto in quello praticato dall’AIW oggi. Continuerò a chiederlo insistentemente come iscritto, almeno fino a maggio prossimo.
Una nota: Messner contrario alla caccia? Non è vero. Posseggo un libro (13 specchi della mia anima) dove in un capitolo parla della sua esperienza di cacciatore (seppure occasionale). Se ricordate fu anche oggetto di scherno da parte di Striscia la Notizia, per aver fatto pubblicità ad un fucile da caccia. Il fatto che si sia candidato coi Verdi non vuol dire nulla, visto che la caccia a cui pensa Messner è coerente con la sua visione di una natura non asservita all’uomo: cosa che ha trasferito nell’alpinismo, visto ocme sfida ma anche come rispetto per la wilderness. Ciao
forse sta per ripetersi quanto già accaduto in passato con il WWF,l’associazione nata per mano di un gruppo di cacciatori e diventata in seguito quella che oggi tutti conosciamo,l’associazione anti caccia per antonomasia.
Caro Massimo, critiche immeritate e te lo dimostrano i fatti! Oggi è stato pubblicato un comunicato stampa dell’AIW sulla decisione del TAR Abruzzo di sospendere la caccia in quella Regione: ti sembra che l’AIW abbia cambiato la propria posizione rispetto al periodo precedente la nomina di R.d.M.? Certo poi ognuno è libero di dire la propria, ma a me piace ragionare con e confrontarmi con chi vuole costruire qualcosa. Grazie a questo intervento esplicativo di Zunino e ai miei commenti (che tu hai giudicato negativamente), forse il mondo venatorio conosce meglio la nostra posizione sul nostro impegno conservazionistico. Come vedi non tutti i mali vengono per nuocere! A proposito, ho sentito telefonicamente Zunino: sai che ci stanno contattando molti cacciatori che vogliono collaborare con l’AIW?
P.S. io la dichiarazione di R.d.M. la conosco già (me l’ha letta Zunino a telefono), e riguardo la caccia è in sintonia col pensiero wilderness!
Giancarlo hai letto male i miei commenti, oppure di fretta. Fin dall’inizio ho considerato positivo il fatto, tant’è che se ti chiamano molti cacciatori significa che la pensano come me, ed immagino ti chiedano le stesse cose che ho chiesto io. Sono passate solo alcune settimane, pertanto è prematuro che il diretto interessato alla questione si faccia vivo direttamente. Non è un delitto chiedere i motivi che l’hanno spinto ad una scelta del genere perchè è proprio da quelle argomentazioni (che valgono mille volte di più rispetto a qualsiasi altro convinto sostenitore dell’AIW) che le cose potrebbero cambiare. Pur, ribadisco, essendo fiducioso, vedo la questione estremamente in bilico…da una parte c’è la possibilità di portare avanti le idee in cui crediamo attraverso la testimonianza di un “pezzo da 90” dell’ambientalismo europeo, dall’altra , in assenza di risposte (qualsiasi esse siano), come un problema. Sai meglio di me che la questione a livello europeo sulle aree wilderness non è semplice…la commissione ambiente ha espresso comunque la volontà di ascoltare l’AIW italiana…tu pensi che non conoscano il “pensiero parchi” di chi ora rappresenta a livello onorario l’AIW italiana? Fra l’altro non comprendo quali problemi si possano riscontrare nello scrivere quanto chiesto da quasi la totalità degli intervenuti in queste discussioni che si dicono iscritti alla nostra associazione. Non importano i contenuti ma delle argomentazioni sul fatto di aver abbracciato una filosofia ambientalista diversa sotto certi aspetti da quella portata avanti dai Verdi e da Italia Nostra. Non stiamo chiedendo la luna ma solo una risposta…e continuerò a chiederla, per il bene delle comuni idee in cui crediamo.
chi vuole gestire l’ambiente, al primo posto deve mettere la gestione della fauna!
Allora non ci siamo capiti: secondo lei una associazione che ha come scopo la salvaguardia della natura selvaggia può essere interessata alla sua gestitone? Che sia chiaro una volta per tutte: la filosofia wilderness impone di lasciare alla natura il compito di autogestirsi (che territori selvaggi sarebbero se addomesrticati dall’uomo). Detto in altri termini: siamo agli antipodi rispetto alla gestione di un parco nazuionale, regionale ecc.. Nelle aree wilderness: zero spese per la loro gestione (niente trippa per amministratori che vogliono spillare soldi alla collettività). Nelle A.W. la natura si riprende i suoi spazi. Non siamo interessati allo sperpero danaro pubblici a danno della collettività! Progetti e progettini finalizzati alla pseudotutela dell’ambiente li lasciamo alle altre associazioni ambientaliste. Noi siamo conservazionisti nel vero senso del termine, non lo facciamo per altri fini!
Siamo interessati alla CONSERVAZIONE = SALVAGUARDIA. Non ci interessa la GESTIONE = MANIPOLAZIONE (del territorio), Spero si comprenda la differenza!
Caro Giancarlo,
sai che non sono un fans di questa rubrica “il Cacciatore.com” rubrica polemica e scadente dove giganteggia il blabla e sai pure che non ho stima per i tuoi amici con la doppietta. L’ultimo episodio criminale ai danni del progetto Waldrappteam ha gettato fango sull’intera nazione Italiana, ma sono convinto che molti amanti dell’ARS VENANDI non abbiano la più pallida idea di ciò che sto parlando. Ti scrivo perché mi è giunto il corposo dossier che mi hai inviato per la nomina di Carlo Ripa di Meana a presidente onorario della vostra Associazione (AIW) e della feroce polemica che questa nomina sta suscitando. Pensavate di aver fatto il colpo grosso invece avete dato un calcio ad un nido di vespe inferocito. Molti tuoi amici seguaci di Tartarino di Tarascona conoscono poco e male l’On. Ripa di Meana: vero difensore del paesaggio e combattente contro il proliferare delle pale eoliche. Ma a chi interessa?? Agli amici con il fucile interessa solo una cosa: è a favore o contro? Contro naturalmente! e allora dagli all’untore! Penso che l’anziano Onorevole non abbia capito bene dove si andava ad infilare, voi siete da sempre un’associazione filo-venatoria e filo-nucleare, spero che almeno queste cose gliele abbiate dette!!! State tentando in modo abbastanza goffo di mischiare l’acqua con l’olio, notoriamente questi due elementi occuperanno sempre due livelli diversi nello stesso contenitore.
Siamo curiosi di sapere come andrà a finire, per ora ci stiamo sbellicando dalle risate.
Un ultimo favore, gradirei avere la mail dell’On. Carlo Ripa di Meana per informarlo del grave stress e della fibrillazione che ha creato nel mondo dei fans delle doppiette forever, prima che venga crocifisso sulla pubblica piazza.
Con amicizia
Achille
Sig. Achille lei mi pare il padreterno,lei si sente quasi offeso nell’intervenire su questo sito, dica quello che deve dire e non critichi questa o quella opinione oltre che il sito, io cacciatore sono anche iscritto all’AIW , CERTO NON TUTTI SIAMO UGUALI …..
Cordialità.
Che non siamo stimati da lei cè nè faremo una ragione
…e me la chiami amicizia? E se mi eri nemico che dicevi??? Scherzi a parte, e riepilogando: una parte del mondo ambienatalista guarda con ostilità l’AIW per l’apertura al mondo venatorio. Una parte del mondo venatorio ci guarda con ostilità a prescindere solo perchè ambientalisti (nonostante consideriamo l’attività venatoria come una delle tante attività lecite che possono essere svolte in un ambiente sano). Il tempo dirà se abbiamo avuto ragione noi dell’AIW a cercare un dialogo costruttivo, o chi la pensa diversamente e si ostina a contrastare gli altri considerandoli propri nemici.
(Achille, in fondo mi fai tenerezza, il confuso credo sia tu: ex WWF, ex LIPU, ex AIW, ex ALTURA, scusami se non ricordo da quale altra associazione te ne sei andato dopo avervi aderito! Suvvia, un pò di coerenza…)
Lei,sig Achille, è la degna rappresentazione del modo in cui al giorno d’oggi si tengono in considerazioni le persone, il suo modo di porsi, io sono io e voi nun siete un ca@@o, è significativo del distacco che cè tra il vostro mondo e la realta, realta fatta di gente comune a cui vengono tolti i più minimi bignogni giornalieri e le poche passioni umane rimaste, ma a lei cosa importa? tanto cè lei che ha capito tutto e basta e avanza…..dategli una chiusa con questo modo arrogante di considerare le persone, le stesse persone su cui, magari, vivete in modo parassitario.
e se questo sito non le aggrada non è in obbligo frequentarlo……….non ho mai letto di qualche frequentatore che invocasse disperatamente la sua presenza!!!
Bravo ! I solito punto di vista di parte ! Io il paragone lo farei diversamente e cioè : ma veramente vogliamo mischiare la lana con la seta ? Dal mondo venatorio avete da imparare molto sia di ambientalismo per il mantenimento degli habitat sia per la gestione faunistica. Se il Waldrappteam ha perso un uccello come l’ibis eremita raro, la colpa è del solo cacciatore che ha sbagliato, punto. Si cade facilmente in errore quando si giudica un’intera categoria per lo sbaglio di una persona. L’ibis eremita se si sta estinguendo la colpa non è sicuramente dei cacciatori Italiani ! Molti uccelli vengono cacciati e presi a migliaia ma non sono minimamente neanche in diminuzione. E molti uccelli come il fagiano si sarebbero già estinti se non fosse stato per l’intervento monetario dei cacciatori. Chiaro ? La popolazione di ibis ha subito un calo drastico, pari al 98% circa, dovuto alla combinazione di vari fattori, ma anche la distruzione dell’habitat per far posto ad allevamenti e piantagioni di tipo intensivo, l’utilizzo di pesticidi, il disturbo delle rotte migratorie e delle colonie riproduttive a causa dell’eccessiva antropizzazione. Il declino numerico dell’ibis eremita è cominciato secoli fa e almeno fino ai primi del ’900 e le cause visto la data di inizio declino non può essere altro che il declino degli habitat visto che questo uccello vive a differenza della maggior parte degli appartenenti alla propria famiglia, che vivono in aree umide e nidificano sugli alberi, l’ibis eremita predilige le zone rocciose e le scogliere, dove nidifica, in prossimità di zone steppose o semiaride dove cercare il cibo.. Nei pressi delle zone di nidificazione deve essere sempre presente una fonte d’acqua. L’ibis eremita è presente in Marocco e Turchia in poche colonie territori dove ha sempre vissuto. Si vada a vedere come si caccia in questi paesi !! Noi cacciatori Italiani siamo costretti nostro malgrado di andare all’estero per cacciare perché in Italia la caccia è diventata impossibile da praticare per tutti i parchi e le oasi di protezione insediate sul nostro territorio e questo lo dobbiamo proprio anche a qualche ambientalista di primo piano, che ha sempre guardato solo l’Italia come la causa di tutti i mali di flora e fauna. Salutiaaamo
prova..
Buongiorno a tutti!!
Ora che il sig. Achille ci ha onorato della Sua presenza…siamo tutti più tranquilli!!
Grazie!
E arrivato il torero camomilla !?!?
Una nota: Messner contrario alla caccia? Non è vero. Posseggo un libro (13 specchi della mia anima) dove in un capitolo parla della sua esperienza di cacciatore (seppure occasionale). Se ricordate fu anche oggetto di scherno da parte di Striscia la Notizia, per aver fatto pubblicità ad un fucile da caccia. Il fatto che si sia candidato coi Verdi non vuol dire nulla, visto che la caccia a cui pensa Messner è coerente con la sua visione di una natura non asservita all’uomo: cosa che ha trasferito nell’alpinismo, visto ocme sfida ma anche come rispetto per la wilderness. Ciao
Precisazione su Messner: non è contrario alla caccia, anzi. Se non ricordo male, negli anni ’80 venne eletto parlamentare europeo come indipendente nel partito del “sole che ride”. In quel periodo prestò la sua immagine per la pubblicità di un fucile della Beretta. Pubblicità che, nonostante fosse stata concepita per il solo il mercato tedesco, ebbe eco anche in Italia. Feropcemente attaccato da esponenti del suo stesso partito, dopo pochi mesi, Messner diede le sue dimissioni e terminò ogni collaborazione con i verdi italiani.
Io vorrei ringraziare l’AIW per la difesa dei nostri territori di caccia , devo dire che sono sempre attenti e sensibili nel contrastare concretamente il deturpamento del territorio dagli attacchi dell’eolico industriale “selvaggio”, cosa che non si può certo di tante associazioni venatorie ……….. hanno forse paura di esporsi in difesa del territorio ? Se non siamo noi cacciatori a sostenere la salvaguardia del territorio su cui cacciamo chi lo dovrebbe fare?