Il maestro Pinotti cacciatore Antonio
Il maestro Pinotti cacciatore Antonio
Sottotitolo Il cantastorie
1 febbraio 2011 - santo del giorno: Santa Verdiana
Castelfiorentino, 1182 - Castelfiorentino, 1° febbraio 1242
Verdiana nacque a Castelfiorentino da nobile famiglia, per quanto decaduta, nel 1182ed è coetanea di san Francesco d’Assisi che,secondo tradizione, le fece visita nel 1221 ammettendola al Terz’ordine francescano. Dopo un pellegrinaggio a Compostela, tornata a Castelfiorentino i suoi concittadini le fecero erigere una piccola cella nella quale Verdiana trascorse 34 anni. Da una piccola finestra assisteva alla Messa dell’attiguo oratorio di Sant’Antonio e parlava con i visitatori. Si racconta che nel giorno della sua scomparsa, il 1° febbraio 1242, la morte venne annunciata dall’improvviso e simultaneo suono delle campane del paese che erano azionate da nessuno.
Così iniziava i suoi primi taccuini il nostro caro “cantastorie”, Ieri di due mesi fa veniva a mancare il più tenero, umile ma al contempo tenace e implacabile difensore della caccia e della cultura rurale più in generale.
A tutt’oggi sono 9 i numeri che mancano, e la loro mancanza è indiscutibilmente sentita da noi tutti, ed è per questo che dedico lo stralcio tratto dal taccuino nr. 21 del 18 febbraio 2009 intitolato appunto: Il cantastorie
Ciao maestro Pinotti cacciatore Antonio dovunque tu sia.
“Noi siamo cinque fratelli. Abitiamo in città diverse (……..) e non ci scriviamo spesso. Quando c’incontriamo possiamo essere l’uno con l’altro indifferenti o distratti. Ma basta fra noi una parola,…..una frase, una di quelle frasi antiche sentite e ripetute infinite volte nel tempo della nostra infanzia” (2)
In molti vennero ad ascoltarlo. Poi la festa proseguì all’interno. L’uomo con i polsini d’oro ballò con la donna con i guanti lunghi di color marrone.
Negli anni a venire non tornarono più. Nelle sale di quei paesi tutti domandavano di loro. Dove vivevano adesso? Cosa facevano? Uno chiedeva all’altro,e tutti s’interrogavano! Chi può saperlo ? Uno rispose: forse il cantastorie!
Lo cercarono allora in ogni luogo: Nei mercati,nei bar, davanti ai cinema delle città vicine. Lo trovarono sul piazzale di una stazione. Gli domandarono se avesse saputo qualcosa di quella donna e di quell’uomo che videro ballare, una sera, nell’ultimo giorno di carnevale. Il Cantastorie divenne “indovino” e rispose “ l’uomo lo conosco,”sembra” vivo. La donna sta in un posto lontano e non guarda mai la luna. Poi continuò a suonare. Suoni flebili pieni d’angoscia.
Pasquale Cinquegrana
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Comments (23)
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CASPITA !
Mi hai piacevolissimamente sorpreso !
Complimenti Pasquale ,veramente
Così iniziava i suoi primi taccuini il nostro caro “cantastorie”, Ieri di due mesi fa veniva a mancare il più tenero, umile ma al contempo tenace e implacabile difensore della caccia e della cultura rurale più in generale.
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Caro Pasquale,
rileggere di una persona come Antonio Pinotti è sempre un piacere e hai fatto bene a ricordare una cosa importante: il compianto Pinotti era un tenace dinfensore della caccia e della cultura rurale.
Aveva questa convinzione perchè aveva capito che solo nella cultura rurale la caccia può trovare spazio e sostenitori e io sono convinto che Pinotti avesse non una, ma centomila ragioni. Ricordo bene quando anche Lui contribuì con entusiamo al manifesto del Coordinamento per la cultura rurale.
Ora qualcosa in quella direzione si sta muovendo e credo che tutti dovremmo dare sostegno a questa iniziativa di cui ci viene data oggi notizia e cioè la nascita dell’Associazione per difesa della cultura rurale.
Un caro saluto.
La morte del maestro Pinotti cacciatore Antonio,come lo chiama con grande rispetto Pasquale,e`la peggior tegola che ci poteva capitare in questo momento.
Una grande perdita per la caccia e per i suoi familiari.
Non mi stanchero`mai di ripeterlo.
Grazie Pasquale.
Lo sapevo che eri tu Pasquale, dal titolo non potevi essere che tu. Mi complimento con te x averci ricordato chi non c’è più, l’hai scritta col cuore Pasquale, e si vede. Ciao.
Fra le tantissime persone che conosco lui era riuscito ad attirare la mia attenzione, rimpiango solo di non aver avuto più tempo per conoscerlo meglio e lavorare con lui…. un pensiero ci sarà sempre.
Fra le tantissime persone che conosco lui era riuscito ad attirare la mia attenzione, rimpiango solo di non aver avuto più tempo per conoscerlo meglio e lavorare con lui…. un pensiero ci sarà sempre.
Fra le tantissime persone che conosco lui era riuscito ad attirare la mia attenzione, rimpiango solo di non aver avuto più tempo per conoscerlo meglio e lavorare con lui…. un pensiero ci sarà sempre.
Ciao Pasquale.
Come abbiamo già detto, io e te partiamo da visioni diverse, ma con gran rispetto, l’uno per quella dell’altro e l’uno per l’altro. Hai fatto bene a ricordare Antonio Pinotti come il maestro Pinotti e anche il titolo di professor Pinotti sarebbe stato adeguato. Ha insegnato molto ed ha lasciato molto a chi ha avuto la possibilità di ascoltarlo o di leggere ciò che ha scritto. E’ un’eredità gravosa, però, poiché coinvolge tutti coloro i quali hanno l anostra stessa passione e dice loro che senz ail loro quotidiano impegno per la difesa della propria passione e la divulgazione di quei valori che ad essa si accompagnano, non sarebbe possibile tramandare ai posteri il nostro patrimonio culturale. Ce la faremo ad accettare questa eredità e la conseguente sfida ed a combattere le battaglie necessarie?
Ti rispondo con le mie parole, sapendo che lui avrebbe condiviso: “Con l’aiuto di Dio, sicuramente”.
Cari Saluti
L.D.E.
Ti rispondo con un semplice; spero di si.
Con affetto
Pasquale
Ciao Pasquale.
Grazie. La speranza è un buon segno.
Cari Saluti
Luca
Ma..non sarà parente di Tore??????
Io?? e chi è tore??
Grazie Antonio per esserci stato ed averci insegnato…..Grazie!
Faccio una proposta a tutti…al patron Daniele innanzitutto!
Antonio ha scritto moltissimi taccuini ed ha fatto diversi interventi sulle discussioni. Sarebbe bello, nonchè istruttivo per tutti e valido contributo alla sua memoria, pubblicare una volta alla settimana, in loco del taccuino cui ci aveva abituati, un suo breve pensiero a mò di aforisma da estrarre tra i suoi preziosi contributi fatti su questo sito. Un pò come la rubrica degli aforismi che curo per il sito Big Hunter, quella dedicata ai grandi filosofi, qui dedicata al grande maestro Pinotti.
Non a caso pubblicai in apertura del mio ultimo saggio sulla wilderness una citazione tratta da uno dei suoi ultimi interventi, scritta il giorno prima di morire. E’ molto bella, in poche righe dice tutto…ve la riporto qui:
“La cultura rurale deve riappropriarsi degli spazi perduti.
Consiglierei di leggere i Canti di Castelvecchio di Giovanni Pascoli.
E’ la cultura urbana che recide l’anima con i suoi riti pieni dell’ovvio”.
Antonio Pinotti, tratto dal Posted on 29 novembre 2010 at 20:12 pubblicato su questo link
http://www.ilcacciatore.com/2010/11/26/taccuino-il-manifesto-i-silenzi-i-tetti/
Massimo…non sarebbe bello invece avere una raccolta completa dei taccuini di Pinotti???? Con una tiratura di 5 o 600 copie si potrebbe avere un prezzo accessibile a tutti e… ci rimarrebbe un ricordo da presentare ai nostri figli…..Ma poi chi dice che Antonio è morto? Io credo che …come diceva il grande Mario Rigoni Stern….. Antonio è solo andato avanti….nessuno è mai morto se viene sempre rievocato….chi lo può essere più dei Grandi del genere umano???
Caro Massimo e Daniele, “Un pizzico di taccuino” come titolo andrebbe bene?
Si Pasquale (per me almeno)andrebbe benissimo.E’ chiaro è impossibile sostituire un grande come Antonio ed è giusto rimarcare la differenza.E grazie per quello che hai scritto.
Antonio Pinotti era ancora Assessore in Regione dell’Umbria, ultimo giorno dellla legislatura (mi scuso perchè non ricordo il giorno preciso). Antonio fece un intervento in Consiglio Regionale, parlando dell’ allora recente istituzione dei Parchi Regionali. Non piacevano neanche a lui che l’aveva votati. Si sfogò, fra l’altro dicendo che le Associazioni Venatorie non erano state abbastanza “convincenti” ed erano state latitanti in merito. Voi sapete che l’emiciclo del Consiglio Regionale permette al visitatore di soffermarsi proprio dietro i consiglieri. Io mi trovavo proprio dietro a lui. Perciò anche a voce alta dissi che non ero d’accordo. Io, in qualità di Presidente Provinciale dell’Ass. Naz. Libera Caccia, avevo fatto tutto il possibile, anzi anche di più. Avevamo perfino provato , con tutti i mezzi legali, di rallentare i lavori, durante la “partecipazione” prevista dallo Statuto Regionale. Parlammo a turno tutti per due giorni (cosa inaudita ed eccezionale) io stesso feci un intervento di alcune ore con la claque interessata venuta da tutta l’Umbria. Da segnalare i numerosi cacciatori e non, venuti da Spoleto con ogni mezzo, organizzati dal grandioso Lando Loretoni, che facevano un tifo da stadio. Nostro intento era quello di non permettere l’approvazione prima che finisse la legislatura. Non ci riuscimmo, ma non potevo permettere che qualcuno ci rimproverasse una nostra inesistente accidia. Inveii contro Antonio Pinotti dandogli del bugiardo. Lui si girò e disse: “Sì anche la Libera Caccia non ha fatto niente”. Allora non riuscii più a trattenermi e lo insultai dicendogli anche che era un farabutto e soprattutto un mentitore consapevole di mentire. Tutto questo è stato registrato e perciò anche verbalizzato. La sera stessa fui chiamato dalla segretaria di Antonio Pinotti. Mi rifiutai di parlare con lui. Mi richiamo ancora ma sempre non gli risposi. La mattina seguente la sua segretaria disse alla mia che avrei dovuto andare in Regione perchè Pinotti, alla riapertura dei lavori in aula, aveva fatto mettere a verbale dicendo che Cristini, il giorno prima, lo aveva insultato aspramente, ma che lui (io) aveva ragione e che perciò ci teneva che nel verbale del Consiglio Regionale fosse chiaro che mi chiedeva scusa per avere, con la sua bugia, constretto giustamente ad insultarlo.
Ho voluto raccontare questo aneddoto su Antonio Pinotti per affermare la sua squisità onestà e ricordare a tutti quanto lo stimavo e quanto gli volevo, anzi, quanto glivoglio bene. Saluti a tutti. Carlo Cristini
PS. Ho altri aneddoti, divertenti ed inusuali, da raccontare sulla nostra conoscenza ed incontri anche casuali. Ma non posso abusare della vostra pazienza. Li rimando a quanche occasione conviviale con gli amici comuni.
Anche per questo molti di noi, pur non conoscendolo di persona (io per primo) gli si vuole bene, e se ne soffre la mancanza.
Caro Cristini quando si tratta del nostro caro Pinotti cacciatore Antonio abbiamo tutta la pazienza che vuole. Racconti, racconti……… che vogliamo ascoltarla.
Sollecitato, racconterò.
Era il periodo degli anni ’88,’89 o ’90. La Federazione della Caccia, l’Enalcaccia, l’Arcicaccia …sbragavano per avere una nuova legge sulla caccia. Molti di voi ricorderanno la raccolta di firme sulla proposta di legge di iniziativa popolare che, fra l’altro, occorre ricordare, prevedeva anche una targa gialla sulla schiena di ogni cacciatore ( giacobini!!!). Noi soltanto dell’Ass. Naz. Libera Caccia, temevamo tali iniziative e, soprattutto il contenuto deleterio per la caccia della proposta di legge (non parliamo poi della 157/92 che venne poi). Perciò in quel periodo ci si trovava spesso in qualche teatro, in qualche palestra, in qualche sala per convegni ad esporre i propri argomenti a difesa o contrari. Quel giorno eravamo al Teatro di Nocera Umbra. Parlarono molti tra cui anche Antonio Pinotti. Non ci conoscevamo. Lui era in ascesa politica, ma di Todi, perciò non propio vicino, mi riferisco a distanza chilometrica, a dove abitavo. Non ero un politico e perciò le frequentazioni erano diverse. Quando è venuto il mio turno per parlare, io improvvisavo sempre, il mio mestiere, già trentennale, mi aiutava, era stato detto, da parte dei molti che avevano parlato prima di me, di tutto e anche di più. Così iniziai a fare l’analisi della situazione per prendere tempo e sperare di avere un’idea buona per pronunciare il mio discorso. Mi ero presentanto dicendo di essere il segretario Provinciale dell’Ass. naz. Libera Caccia. A quel punto Antonio ad alta voce, seduto al centro della sala, fra il pubblico, mi apostrofò dicendo: “Per chi vieni?” Io ripetei che ero lì per la Libera Caccia e lui: “Abbiamo capito. Ma per quale partito?”Debbo fare un ‘inciso. I politici, anche gli amici come lui perciò, hanno spesso, in Italia, una spocchia proprio legata al …mestiere. I partiti erano abituati a “controllare” anche le associazioni venatorie e a considerarle serbatoi di voti. Così per Pinotti l’idea di avere davanti un uomo libero fiero di esserlo in una associazione libera era inconcepibile.
Alla mia risposta: ” Soltanto per la Libera Caccia”, un, come dire, …un coglione seduto vicino a lui, credendo di fargli un favore, si alzò in piedi e si rivolse a me dicendo: “Dicci allora per chi voti”. Erano i giorni in cui il Governo Craxi aveva fatto una proposta di legge per la riforma elettorale. Perciò risposi deridendoli ma con una faccia falsamente preoccupata: ” Forse il vostro partito prevede che il voto non sia più segreto?”. A quel punto molti mi batterono le mani. Il battibecco finì io andai avanti con i miei argomenti sulla caccia, ma Antonio, l’amico Antonio, pensò bene di uscire dalla sala annichilito. Lo stato d’animo suo me lo riferì qualche tempo dopo, quando eravamo già diventati amici. Mi disse che non mi aveva mai visto e perciò, lui della Federcaccia, aveva pensato di mettermi in difficoltà con quelle domande. Mi ha confessato di non essersi mai trovato in difficoltà, in pubblico, come quella volta. Mi disse che avrebbe voluto nascondersi sotto le poltrone della sala e che perciò penso bene di prendere il largo con quel suo amico.
Ci furono molti altri incontri, pubblici e, soprattutto anche conviviali e sempre cordiali. Mi ricordo gli inviti alle cene del Club della Palomba.Quale piacere ! Mi ripagavano per le delusioni legate alla caccia (non venatorie) e coprivano con una nebbia salutare le difficoltà della vita. Ciao ancora Antonio. Carlo Cistini
PS
In casa mia mia moglie cucina ancora le “colombe” con una ricetta imparata durante quelle cene a Cecanibbi. Non è alla todina ma una sua variante …segreta. Tieh!
Caro Carlo ti ringrazio del racconto, credo che ne hai molte da dire se sei stato amico di Pinotti cacciatore, come molte cose abbiamo avuto il piacere di sapere e imparare in merito alla nostra passione da lui, le cose non le mandava certo a dire, come forse anche te e non solo per le ricette. Salutiamo
PS Sono sicuro che se glielo avessimo chiesta ( la ricetta ) ce l’avrebbe detta. Antonio ci stimava e ci voleva bene !
Aspettiamo il prossimo racconto.